La polvere sahariana, composta da particelle sottili sollevate dal grande deserto del Sahara, spesso copre le auto e i vetri delle città europee con uno strato rosso-marrone. Questo fenomeno non è raro e può essere spiegato da specifiche condizioni atmosferiche che favoriscono il trasporto di queste polveri attraverso il Mediterraneo fino al cuore dell'Europa. Ecco spiegato perché piove sabbia sull’Italia.
La polvere sahariana raggiunge l'Europa centrale e meridionale attraverso una serie di condizioni meteorologiche specifiche. Secondo Antonio Sanò, fondatore di iLMeteo.it, il fenomeno si verifica quando si crea una bassa pressione tra l'Atlantico, la penisola Iberica e la Francia, contrapposta a una bassa pressione tra Italia e Balcani. Questa configurazione favorisce la circolazione antioraria dell'aria, che solleva le polveri dal Nord Africa e le trasporta verso nord.
La polvere viene sollevata fino a 10.000 metri di altezza e può essere trasportata per migliaia di chilometri. A differenza della sabbia, che è troppo pesante per essere sollevata a tali altitudini, la polvere sahariana è composta da particelle molto più fini, con un diametro medio di circa 20 micron. Questa leggerezza permette alle particelle di viaggiare con i venti, attraversando mari e oceani.
La polvere sahariana contribuisce all'incremento del particolato sottile (PM2.5 e PM10) nell'atmosfera. Queste particelle possono trasportare sostanze inquinanti presenti nell'aria, peggiorando la qualità dell'aria e influenzando negativamente la salute umana, in particolare per coloro che soffrono di problemi respiratori come l'asma.
Nonostante gli effetti negativi sulla salute umana, la polvere sahariana ha anche alcuni benefici ecologici. Le particelle di polvere sahariana contengono infatti alte concentrazioni di ferro e fosforo. Secondo uno studio del 2014, oltre il 70% del ferro disponibile per gli esseri fotosintetici nell'Atlantico proviene dalla polvere sahariana.
Ad esempio, quando viene trasportata sull'oceano Atlantico, la polvere fornisce nutrienti essenziali come il ferro al fitoplancton, i microrganismi vegetali che vivono negli strati superficiali delle acque marine. Il fitoplancton è alla base della catena alimentare marina e contribuisce all'assorbimento di anidride carbonica dall'atmosfera, aiutando a mitigare il cambiamento climatico.
Questo rende la polvere un importante fertilizzante naturale, ma la sua presenza nell'aria può comunque rappresentare un problema per la salute umana.
Recentemente, molte città italiane del nord, come Milano e altre zone della Lombardia, hanno sperimentato il fenomeno della polvere sahariana. Durante i temporali, la polvere viene trasportata dalla perturbazione atlantica e cade con la pioggia, lasciando un deposito giallastro su automobili e superfici esterne.
Il trasporto della polvere sahariana è più comune durante la primavera, quando le condizioni atmosferiche sono favorevoli per la sua elevazione e trasporto. Tuttavia, negli ultimi anni, eventi di questo tipo si sono verificati anche durante l'inverno, evidenziando una crescente variabilità nelle condizioni meteorologiche che facilitano questi trasporti.
Oltre a influenzare la qualità dell'aria e la salute, la polvere sahariana contribuisce anche alla fusione dei ghiacci alpini. Quando si deposita sulle cime delle montagne, la polvere riduce l'albedo (la capacità delle superfici di riflettere la luce solare), accelerando così il processo di fusione dei ghiacci.
Il cambiamento climatico potrebbe influenzare la frequenza e l'intensità del trasporto della polvere sahariana. L'aumento delle temperature globali e le alterazioni nei pattern meteorologici potrebbero portare a una maggiore desertificazione nel Nord Africa, aumentando la quantità di polvere sollevata e trasportata verso altre regioni del mondo.
La polvere sahariana è un fenomeno complesso che ha molteplici impatti sull'ambiente e sulla salute umana. Mentre la sua presenza può deteriorare la qualità dell'aria e influire negativamente sulla salute respiratoria, essa fornisce anche nutrienti essenziali agli ecosistemi marini e terrestri.