Dopo la sconfitta elettorale subita alle scorse Europee Matteo Renzi e Carlo Calenda si dimettono? Fanno davvero un passo indietro per aprire una nuova fase nell'area riformista di centro, il cosiddetto Terzo Polo? Non essere arrivati sopra la soglia di sbarramento del 4%, sia per la lista Stati Uniti d'Europa che per Azione mette in ogni caso i due leader davanti a un bivio. Ma anche dopo la delusione delle urne che li ha accomunati, i due continuano a pensarla in maniera diversa. Il tutto mentre già si avanzano almeno tre candidature per sostituirli alla guida di quell'area politica. La prima è ufficiale, in quanto annunciata dal diretto interessato: è quella del deputato di Italia Viva Luigi Marattin. La seconda è fortemente sponsorizzata da Goffredo Bettini, uno dei dirigenti del Partito Democratico più influenti, e risponde al nome dell'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. La terza opzione, infine, è quella di un altro primo cittadino ma tuttora in carica. Nello specifico, a Milano: Beppe Sala.
Subito dopo la sconfitta elettorale in molti hanno cominciato a chiedere le dimissioni di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Un loro passo indietro è stato invocato da più parti perché nei mesi scorsi sono stati incapaci di giungere a una sintesi per presentarsi unitariamente alle elezioni. Così, i consensi riformisti si sono spaccati tra Stati Uniti d'Europa e Azione. E nessuna delle due formazioni è riuscita a superare lo sbarramento del 4% e ad eleggere deputati nel Parlamento Europeo.
E' stato il rammarico che Matteo Renzi ha reso pubblico sui social subito dopo la sconfitta. Sta di fatto che se il leader di Italia Viva si è detto pronto a fare un passo indietro per agevolare l'avvento di una nuova leadership e l'apertura di un nuovo capitolo nel Terzo Polo, la stessa reazione non ha avuto il segretario di Azione Carlo Calenda. In un primo momento, anche lui avrebbe dato la disponibilità ai suoi più stretti collaboratori di fare un passo indietro. Ma, in pubblico, lo ha smentito. Risultato: in queste ore, il suo partito di è imposto un silenzio stampa sulla questione. Se redde rationem deve esserci, lo si dovrà celebrare (e farlo digerire) prima all'interno del partito.
Davanti alle diverse reazioni alla sconfitta di Matteo Renzi e Carlo Calenda, anche nomi storici dell'area riformista italiana come Claudio Velardi, l'attuale direttore de Il Riformista, e il manager Chicco Testa, hanno chiesto di aprire una nuova fase con una nuova leadership. E, a tal proposito, i nomi non mancano. Il primo a farsi avanti è stato il deputato di Italia Viva Luigi Marattin. Nato a Napoli nel 1979, economista, docente all'Università di Bologna, Marattin ora è un deputato di Italia Viva. Il suo primo obiettivo è quello di ereditare da Matteo Renzi la guida di Italia Viva per poi tentare lui la ricostituzione del Terzo Polo unendo, oltre che Azione, anche Più Europa di Emma Bonino e Riccardo Magi. Stamattina, intervistato da Radio 24, l'ha messa così:
"Renzi ha indetto un congresso straordinario di Italia Viva. Ha fatto bene perché con il voto di sabato e domenica per noi si è chiuso un ciclo. Io mi candido alla sua guida per ricreare le condizioni per la nascita di un grande partito liberal-democratico. Spaccare il terzo Polo già un anno fa è stato un tragico errore"
Ma di chi è stata la colpa?
"Azione e Italia Viva erano e sono d'accordo su tutto. Semplicemente, non c'era fiducia tra pezzi di classe dirigente dell'uno e dell'altro partito. Ma io credo che ci sia la possibilità di non replicare un partito personale, di un singolo leader, ma che vuole portare avanti un'idea politica"
Oltre a quello di Luigi Marattin, ci sono altri nomi che si stanno avanzando come possibili nuovi leader del Terzo Polo. Il dirigente dem Goffredo Bettini, ad esempio, è il grande sponsor dell'ex sindaco di Roma Francesco Rutelli. Classe 1954, Rutelli per Bettini sarebbe il federatore perfetto per l'area liberal-democratica. Del resto, il passato radicale lo metterebbe subito in sintonia con il mondo che gravita attorno a Più Europa e la sua esperienza alla guida della Margherita, dal 2002 al 2007, gli farebbe avanzare un curriculum di tutto rispetto come possibile tessitore tra diverse anime, sensibilità e classi politiche.
A chiudere la terna di possibili successori di Matteo Renzi e Carlo Calenda è l'attuale sindaco di Milano Beppe Sala. Nato nel 1958, il manager che ha gestito l'Expo 2015, è stato confermato alla guida di Palazzo Marino nel 2021. Tra poco, quindi, la sua esperienza di amministratore del capoluogo lombardo volgerà al termine. E lui non ha mai negato l'aspirazione a fare il salto nella politica nazionale. Come nel caso di Rutelli, avendo dimostrato di saper tenere assieme il centrosinistra milanese, non gli manca l'esperienza per tenere politicamente unite anime anche molto diverse. Per federare il Terzo Polo, una qualità indispensabile.