Orgogliosa e decisamente soddisfatta. Si presenta così Giorgia Meloni alla conferenza stampa che chiude il vertice del G7 tenuto in Puglia sotto la presidenza italiana. Un summit nel quale sono arrivate risposte chiare dai 7 Grandi sulle crisi più spinose della contemporaneità, dalle guerre ai piani per l'Africa fino alle migrazioni e ai cambiamenti climatici.
Ma la presidente del Consiglio non risparmia critiche alle forze di opposizione nel Parlamento italiano, accusandole di mancare di rispetto al Paese con le provocazioni che hanno scatenato la rissa alla Camera dei deputati in concomitanza con i lavori del vertice.
La presidente del Consiglio aveva aperto la giornata di oggi, 15 giugno 2024, con un post sul suo account Facebook nel quale ringraziava i leader intervenuti al summit di Borgo Egnazia, in Puglia. Con loro Meloni condivide il merito del successo di questo vertice, per poi dedicare un ringraziamento speciale a Papa Francesco, primo pontefice a intervenire in un G7.
Un vertice che ha sicuramente registrato dei risultati significativi, mettendo anche dei 'paletti' cui i Paesi membri dovranno attenersi in futuro, a fronte delle presenza di leader politicamente 'traballanti' a causa di concomitanti appuntamenti elettorali (da Macron a Biden, per citare i due casi più emblematici).
Sicuramente, un passaggio centrale è stato rappresentato dalla partecipazione di Volodymyr Zelensky, che ha ringraziato la presidenza italiana per il sostegno nella crisi in Ucraina.
La premier ha aperto il suo intervento con i ringraziamenti a tutti coloro che hanno reso possibile il successo del summit, attraverso "l'ottimo gioco di squadra che rende onore all'Italia nel suo complesso". Un 'grazie' rivolto anche a tutti i leader intervenuti e al dialogo che si è creato tra loro, sinergie e confronti che hanno prodotto impegni concreti di cui Meloni va fiera.
Come, per esempio, sul tema dell'intelligenza artificiale, che ha visto per la prima volta la partecipazione di un pontefice ai lavori del G7, con Papa Francesco invitato proprio alla sessione su questo sviluppo tecnologico che rappresenta, secondo Meloni, "una delle sfide più complesse e impattanti" del nostro tempo.
La presidente del Consiglio sottolinea proprio l'imput dato dalla Santa Sede sulla cosiddetta 'algoretica' o 'etica dell'algoritmo', affinché ci sia una guida morale a governare questo strumento.
Meloni ripete più volte quanto la questione dei flussi migratori fosse una di quelle a starle più a cuore. È con entusiasmo evidente, dunque, che la presidente del Consiglio sottolinea come il G7 abbia condiviso l'approccio dell'Italia alla situazione africana, punto di partenza per una nuova politica di governo dei flussi migratori.
"Sono molto soddisfatta che il G7 abbia condiviso l'approccio dell'Italia all'Africa. Il G7 decide di unire gli sforzi per un nuovo modello di sviluppo per le nazioni africane, basato su partenariati da pari a pari".
Un approccio che consentirà di affrontare quella che Meloni definisce "grande emergenza globale" attraverso alcune direttrici fondamentali. In primo luogo, la tutela del diritto a non emigrare, trovando nella propria terra i presupposti per la piena realizzazione della propria vita. In secondo luogo, la lotta ai trafficanti di migranti, una forma moderna di schiavitù.
Su quest'ultimo punto, la premier fa riferimento alla strategia del "follow the money" di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, puntando a sviluppare un controllo internazionale per contrastare le organizzazioni criminali che alimentano il traffico illegale di esseri umani per le proprie attività illegali.
Anche sul fronte delle gravi crisi internazionali il G7 ha fornito, secondo Meloni, delle risposte importanti e significative, a partire dal "sostegno pieno al prezioso piano degli Stati Uniti" per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.
La presidente del Consiglio sottolinea, poi, la decisione sull'utilizzo degli asset sequestrati con le sanzioni alla Russia per sostenere la resistenza dell'Ucraina. Un accordo "tutt'altro che scontato" di cui non tutti, alla vigilia, erano certi. Per quanto riguarda, invece, il prestito da 50 miliardi a Kiev, Meloni puntualizza anche i dettagli dell'accordo e come questo verrà ripartito tra i diversi Paesi chiamati in causa:
A chi gli domanda se l'eventuale tregua olimpica proposta dalla Francia per le Olimpiadi di Parigi potrebbe servire per aprire la strada a una de-escalation, la premier dice di non saperlo per certo ma di essere comunque "contenta che abbiamo fatto la nostra parte". E, proprio sul tema della pace, commenta con scetticismo la proposta di pace avanzata dal leader russo Putin, basata sulla rinuncia di Kiev delle quattro regioni conquistate dalla Russia (Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia) e sulla rinuncia all'adesione alla Nato:
La conferenza stampa di chiusura è l'occasione anche per sentire l'opinione della presidente del Consiglio su temi non strettamente legati al vertice. Eccola dunque scurirsi in volto quando le viene chiesto un commento sulla rissa scoppiata alla Camera nei giorni scorsi, in concomitanza con il summit, e che ha visto un deputato del Movimento 5 Stelle, Leonardo Donno, colpito da alcuni esponenti della maggioranza.
Niente scuse da parte della Meloni. Anzi, un nuovo attacco alle opposizioni e alle loro "provocazioni":
Altri temi che fanno perdere l'iniziale buonumore alla presidente del Consiglio sono quelli legati ai diritti. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, infatti, le viene chiesto il motivo dell'assenza del termine 'aborto' dal documento finale, citando la delusione del presidente francese Macron per questo aspetto.
Anche in questo caso, la presidente del Consiglio italiana conferma la posa da donna 'tutta di un pezzo' e passa all'attacco.
Meloni ribadisce, poi, che il suo governo non intende modificare la legge 194 ma applicarla in tutte le sue parti e torna alla carica di chi ritiene che l'esecutivo abbia fatto passi indietro in materia di diritti Lgbt:
Infine, un'ultima parola sui nuovi assetti dell'Unione europea dopo i risultati delle ultime elezioni. A chi le chiede se pensa sia possibile un conferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, Meloni replica che le valutazioni andranno fatte più avanti, dopo aver ricevuto le proposte del Ppe.
Tuttavia, la presidente del Consiglio chiarisce che esistono due presupposti fondamentali prima di qualsiasi discussione su cariche e nomine:
Insomma, dopo i sorrisi e le strette di mano di rito dell'atmosfera pacifica e solare di Borgo Egnazia, la presidente del Consiglio sembra già essersi calata nuovamente nel grigiore e nell'asprezza dei palazzi romani.