L'Associazione Nazionale Magistrati, il sindacato delle toghe, è pronta a dare battaglia contro il ddl Nordio, la riforma della giustizia avallata dal Governo Meloni che mira a separare le carriere di pm e giudici, sdoppiare il Csm e istituire un'Alta Corte disciplinare. La guerra dei 35 anni, quindi, come qualcuno ha chiamato quella tra la politica e la magistratura, è destinata a continuare.
Quello per la riforma della giustizia, o meglio, per i tentativi di riformarla, è davvero un conflitto: lungo quanto duro. Si tende a farne risalire l'inizio al 1989, quindi a 35 anni fa, perché, da quell'anno, non tutti considerano la divisione tra l'ordine inquirente e l'ordine giudicante come il completamento logico del percorso di riforma cominciato nel 1989 con il nuovo Codice di procedura penale di Giuliano Vassalli, un mito del socialismo e dell'antifascismo, manco a dirlo preso di mira soprattutto a sinistra. Ma tant'è: la guerra dei 35 anni promette di durare ancora a lungo visto che oggi, 15 giugno 2024, dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri della riforma Nordio, l'Anm, annunciando di essere pronta anche allo sciopero per fermarla, l'ha messa così:
Il segretario generale dell'Anm, Salvatore Casciaro, poi, ha specificato:
I vertici dell'Anm hanno bocciato anche l'idea di un'Alta Corte disciplinare e del sorteggio per eleggere i componenti del Csm:
No: la guerra dei 35 anni non è proprio finita.