Si chiamava Marco Rossetti il 51enne che ieri, 17 giugno, ha sparato alla madre 87enne Ornella Veschi e si è poi tolto la vita nella loro villetta di Senigallia, in provincia di Ancona. Sembra che avesse problemi psichici: proprio per questo, stando a quanto riporta Today, un paio di anni fa gli era stato revocato il porto d'armi.
Cosa l'abbia portato a compiere un gesto così estremo non è chiaro: sembra però che Marco Rossetti, di 51, avesse dei problemi psichici e anche alcuni ricoveri alle spalle. Conosciuto con il soprannome di "Rush", sempre secondo Today era appassionato di armi da fuoco e da taglio.
Due anni fa, però, gli era stato revocato il permesso di possederne. Perché, allora, aveva ancora una pistola con sé?, ci si chiede. È solo uno dei tanti elementi che dovranno essere approfonditi per ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto ieri, 17 giugno.
Stando alle prime ricostruzioni, il 51enne - che era seguito dal servizio di igiene mentale dell'ospedale di Senigallia da ormai una decina d'anni - avrebbe sparato alla madre di 87 anni, Ornella Veschi (rimasta vedova), sul balcone della loro villetta della frazione Cesano, lasciando il suo cadavere in bella vista.
Poi si sarebbe barricato in casa, allertando uno dei fratelli. Sarebbe stato lui a chiamare i soccorsi. Poco dopo, nonostante i tentativi degli agenti di convincerlo ad uscire, l'uomo si sarebbe tolto la vita. "Ci stringiamo al dolore dei familiari", ha detto il sindaco di Senigallia, Massimo Olivetti, dopo aver appreso la notizia, che ha sconvolto l'intera comunità. Lo riporta Today.
Mentre gli inquirenti sono al lavoro per cercare di risalire al movente della tragedia e capire perché Rossetti avesse accesso a una pistola nonostante il porto d'armi gli fosse stato revocato, sono stati fermati ad Angri, nel Salernitano, i due presunti killer di Mario Carotenuto, il 35enne che due giorni fa era stato trovato morto dissanguato in strada.
Si tratterebbe del titolare di un locale della movida della città e di un suo collaboratore di origini romene: l'ipotesi è che abbiano preso di mira la vittima - con problemi di tossicodipendenza - perché aveva disturbato i clienti e il personale dell'attività. Decisive, per arrivare agli arresti, le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona.
Non si sa ancora se i due abbiano ammesso le proprie responsabilità; le ha negate, di sicuro, l'operaio di 53 anni che lo scorso 15 giugno è stato fermato nei pressi di una clinica di Castel Volturno perché sospettato di aver ucciso i due fratelli Marco e Claudio Marrandino, di 39 e 29 anni, a Orta di Atella, nel Casertano. Interrogato, l'uomo - che è stato nel frattempo trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere - si è proclamato innocente.
E ha raccontato di essere stato vittima di una rapina. Stando alla sua versione dei fatti, un uomo, armato, gli avrebbe rubato l'auto, una Golf grigia, per poi compiere l'agguato contro le due vittime. Gli inquirenti sembrano non credergli: i carabinieri giunti sul posto dopo aver sentito gli spari rivolti contro i Marrandino l'avrebbero infatti visto fuggire. Il movente? Forse un'asta giudiziaria finita male. Per il momento, però, non si esclude nulla.