Proseguono senza sosta, anche dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di Louis Dassilva, le indagini sull'omicidio di Pierina Paganelli, consumatosi in via del Ciclamino, a Rimini, la sera del 3 ottobre scorso. In attesa degli accertamenti tecnico-scientifici di rito - che saranno svolti, su richiesta della difesa del 35enne senegalese, in incidente probatorio - ieri, 17 giugno, gli inquirenti hanno riascoltato come persona informata sui fatti la nipote minorenne della vittima e un parente della nuora Manuela Bianchi. Lo aveva anticipato il criminologo e consulente di difesa Davide Barzan ai microfoni de "La Storia Oscura".
Ospite della trasmissione condotta da Fabio Camillacci e Tiziana Ciavardini su Radio Cusano Campus, Davide Barzan, che assiste come consulente sia la nuora della vittima, Manuela Bianchi, che il fratello Loris, aveva ipotizzato nella giornata di ieri, 17 giugno, che la ragazza fosse stata convocata in Questura per esprimersi "in merito ai bigliettini anonimi ricevuti da Pierina" nelle settimane precedenti al suo omicidio.
Bigliettini attribuiti dallo stesso Barzan a un presunto spasimante segreto dell'anziana, la cui esistenza - è bene ricordare - è stata invece negata con convinzione dai figli della 78enne. Pare alla fine che la 17enne sia stata interrogata, piuttosto, sull'alibi della madre e dello zio e sulla relazione extraconiugale della donna con il vicino di casa Louis Dassilva, che qualche giorno fa è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati.
Lo riporta il quotidiano locale Altarimini, ricordando che il 35enne senegalese ha minimizzato il rapporto con la Bianchi, che invece, a dire di Barzan, era "molto innamorata" di lui. "Louis ha fatto una scelta chiara e univoca: di stare con la moglie. Se avesse voluto Manuela senz’altro sarebbe andato a convivere con lei, ma non l’ha mai fatto. Io non vedo, a differenza di quello che può pensare il pubblico ministero procedente, questo grande innamoramento da parte sua nei riguardi di Manuela", ha detto a "La Storia Oscura".
Se ne discute perché, tra le tante piste, ce n'è una secondo la quale la 78enne potrebbe essere stata uccisa in quanto ostacolo alla storia tra i due. Pista che Barzan si sente di escludere. Interpellato sulla posizione di Dassilva, ha dichiarato: "A nostro avviso è completamente estraneo all'omicidio di Pierina. Purtroppo l'inchiesta è gravata da un pregiudizio".
"A suo carico ci sono, più che prove, indizi; naturalmente saranno dirimenti gli accertamenti irripetibili che verranno effettuati con il mezzo dell'incidente probatorio, quindi per il tramite del gip, che nominerà, over accoglierà la richiesta, un consulente, che potrebbe essere il Ris di Parma", ha aggiunto Barzan.
Secondo lui il fatto che Dassilva sia stato lasciato in libertà sarebbe una riprova della sua innocenza. "La Procura non ha chiesto una misura cautelare nei suoi confronti perché le prove raccolte contro di lui sono flebili", ha dichiarato. "Del resto, perché avrebbe dovuto uccidere Pierina per una frequentazione iniziata ad aprile, appena quattro mesi prima? E perlopiù con 29 coltellate?", si è chiesto in conclusione.
In pratica, secondo lui, il 35enne, con il delitto, non c'entrerebbe nulla. Così come non c'entrebbero i suoi assistiti: più volte, nel corso degli stessi mesi, il consulente ha avanzato l'ipotesi che ad uccidere Pierina sia stato "un quinto uomo", qualcuno che non farebbe parte dei condomini di via del Ciclamino. Ipotesi che, con il passare del tempo, si fa sempre più remota.