21 Jun, 2024 - 16:57

Omicidio Desirée Mariottini, dai condannati "un'assoluta indifferenza verso la sua vita". Le motivazioni della sentenza

Omicidio Desirée Mariottini,  dai condannati "un'assoluta indifferenza verso la sua vita". Le motivazioni della sentenza

Sono trascorsi quasi sei anni dall'omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina deceduta il 19 ottobre 2018 in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma. Oggi, 21 giugno 2024, sono state rese note le motivazioni della sentenza con cui i giudici della Corte d’Assise di appello di Roma, lo scorso maggio, hanno leggermente ridotto le pene per tre dei quattro imputati.

Mamadou Gara, Alinno Chima e Brian Minthe, scrivono, hanno posto in essere volontariamente "l'azione criminosa" ai danni della giovane. Hanno abusato di lei e hanno impedito i soccorsi quando era ormai in stato di incoscienza dopo aver assunto un mix di droghe, mostrando "un'assoluta indifferenza verso la sua vita".

Omicidio Desirée Mariottini, le motivazioni della sentenza

Nell’ambito del processo bis di secondo grado, i giudici hanno inflitto 22 anni a Gara, condannato all'ergastolo nel primo processo d'appello. Stabilita una pena di 26 anni per Chima, ridotta di un anno. Mentre sono stati inflitti 18 anni a Minthe, precedentemente condannato a 24 anni.

Già condannato in via definitiva all'ergastolo Yussef Galia, il quarto uomo.

Parlando di Alinno, Minteh e Salia, nelle motivazioni della sentenza del 29 maggio scorso, i giudici sottolineano che

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a fronte della ormai gravissima condizione di debilitazione psico-fisica in cui versava la minore, che a quel punto già appariva in stato di incoscienza, non solo non prestavano il soccorso dovuto alla persona offesa, mostrando un'assoluta indifferenza verso la vita della giovane vittima, ma si opponevano fermamente e minacciavano chi suggeriva l'intervento di un'ambulanza che avrebbe impedito la morte della ragazza.

Desirée, come emerso, poteva essere salvata con una chiamata al 112.

I giudici: "Prevedibile il rischio di overdose per Desirée"

Tutti i condannati- cittadini di origine africana- sono accusati, secondo le posizioni, di omicidio, violenza sessuale e spaccio.

Secondo i giudici, infatti, era "prevedibile" il rischio di overdose, e quindi di morte, per Desirée. Ma Mamadou Gara lo ignorò "colposamente" in quanto solo interessato ad abusare della ragazza, considerando il "progressivo e ingravescente" stato di malessere in cui si trovava.

Quindi, dopo aver approfittato della situazione, si è allontanato dallo stabile trascurando

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per incuria, ignavia, trascuratezza, insipienza o, più semplicemente, indifferenza, quei segnali, disinteressandosi completamente della ragazza e neppure allertando i presenti nella 'sala del crack' (sottovalutando o neppure soppesando lo stato di salute Desirée), ponendo così in essere una condotta che era da lui da attendersi in base alle norme cautelari cui ci si doveva attenere.

Sempre nella motivazioni si legge come sia stato "definitivamente accertato" che Gara, insieme a Salia e Alinno, ha reiteratamente ceduto le sostanze stupefacenti e psicotrope a Desirée che era arrivata da loro in evidente stato di astinenza. Trovando poi la morte, ad appena 16 anni.

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Mariangela Celiberti
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