Alessandro Petacchi ha preso parte a sette Tour de France in carriera, ma l'edizione 2024 è molto speciale. Anche un ex come lui avrebbe voluto essere al via della corsa che, quest'anno, partirà per la prima volta dall'Italia. Il vincitore della maglia verde (classifica a punti) nel 2010 è convinto che il favorito numero uno per il successo finale sia Tadej Pogacar: 26 anni dopo Marco Pantani, lo sloveno potrebbe scrivere il proprio nome nella storia del ciclismo coronando il sogno di vincere la Grande Boucle dopo il Giro d'Italia.
Noi di Tag24.it abbiamo avuto modo di parlare con Alessandro Petacchi degli argomenti inerenti il Tour de France 2024, senza dimenticare le "sue" volate: il vincitore della Milano-Sanremo 2005 crede fortemente che Jasper Philipsen, che ha scritto il proprio nome sull'albo d'oro della Classicissima 19 anni dopo di lui, possa essere lo sprinter di riferimento, ma Mark Cavendish ha la possibilità di ottenere il record di vittorie nella corsa francese. Questo è il pensiero di Alessandro petacchi sul Tour de France 2024.
Che emozione è assistere al Tour de France che parte dall'Italia?
"E’ bellissimo vedere il Tour de France che, per la prima volta nella sua storia, in questo 2024 parte dall'Italia. Una doppia edizione storica, visto che il finale non sarà a Parigi ma a Nizza. Credo che il Tour in Italia sia un bellissimo evento per tutti. Ho la fortuna di esserci da opinionista Rai, ma non ti nascondo che mi sarebbe piaciuto esserci da corridore: un evento così non so quando potrà capitare di nuovo. Avere per 3-4 giorni il Tour a Firenze è qualcosa che spero si possa ripetere in futuro, magari anche in grandi città, come Roma o Milano".
Jonas Vingegaard ci sarà anche se ha perso Sepp Kuss: come vede la situazione in casa Visma - Lease a Bike?
"Io credo che se Vingegaard è presente alla partenza del Tour vuol dire che può essere competitivo. non credo che venga per fare una gara così importante solo per trovare la condizione. Oggi il ciclismo va contro i canoni dei miei tempi, quando bisognava correre per avere la condizione migliore. Adesso vediamo che si può stare per mesi interi senza correre e poi fare la differenza perchè si viene seguiti in maniera molto più scientifica in allenamento, quindi ci si presenta al via con dei valori molto alti. La Visma - Lease a Bike ha avuto molta sfortuna, ci sono stati molti incidenti durante l'anno. Già il fatto che vingegaard ci sia è una fortuna ed è un bel messaggio per tutti: vista la situazione, non immagino che la sua squadra si metta a controllare in testa fin dalla prima tappa, ma probabilmente per loro sarà necessario di più fare una gara di rimessa".
Pogacar può raggiungere la doppietta con il Giro d'Italia?
"Credo di sì perchè l'ultima edizione del Giro d'Italia non aveva tappe lunghissime e, soprattutto, non c'erano dislivelli terribili, ad esempio due giornate con dislivelli superiori ai 4000 metri. Possiamo dire che è stato un Giro impegnativo ma non durissimo. Il segnale più importante per Pogacar credo sia arrivato dalle cronometro, aveva bisogno di capire quanto andava forte dopo quello che è successo l'anno scorso, quando ha dovuto cedere più di un minuto a Vingegaard. Al Giro ha battuto un grande specialista come Ganna, è più magro, quindi va meglio in salita. Insomma, credo che Tadej non abbia accumulato troppa fatica nelle gambe proprio perchè è stato un Giro impegnativo ma non durissimo".
Da due anni la corsa non ha un terzo incomodo: chi potrebbe inserirsi nella lotta tra Pogacar e Vingegaard per la maglia gialla?
"Immagino un podio finale a Nizza composto da Roglic, Vineggaard e Pogacar. Ovviamente non li ho detti in ordine di classifica, quello lo vedremo, ma mi immagino loro tre sul podio finale. Roglic sta molto bene: quando ha una giornata no perde molto terreno, però è un corridore tenace, ha già vinto le altre grandi corse a tappe, quindi credo che possa essere il terzo incomodo nella grande battaglia tra i due grandi favoriti. Vedo bene anche Evenepoel, ma bisogna vedere come gestirà le tre settimane: quando lui ha una giornata brutta perde troppi minuti, e poi non dobbiamo dimenticare che questa è la sua prima partecipazione alla Grande Boucle. La Ineos-Grenadiers si presenta con una bella squadra: Carlos Rodriguez va molto forte, Egan Bernal sta tornando pian piano ai suoi livelli dopo l'incidente del 2022, ma credo che alla squadra britannica manchi qualcosa per essere competitiva con gli altri".
Passando alle volate, anche quest'anno Philipsen sarà il mattatore degli sprint?
"Philipsen è un corridore che dà tante garanzie, se sbaglia fa secondo o terzo. Può contare su Mathieu Van der Poel, ma ci mette tanto del suo. Cavendish può essere imprevedibile, ma l’età c’è e sicuramente si fa sentire, perchè più passano gli anni e più ti manca quel picco di velocità. A Mark però basta vincere una tappa sola per superare il record di Merckx, quindi potrebbe riuscirci senza problemi".
Cosa possiamo aspettarci dagli italiani?
"Bettiol ha dimostrato già in Svizzera che va molto forte, ha fatto un grande campionato italiano e ha dimostrato di essere in grande condizione, mi aspetto che possa fare un grande Tour. Per quanto riguarda Giulio Ciccone, invece, dipende da cosa vuole fare. Mi basterebbe vedere il Ciccone dello scorso anno, non per la maglia a pois ma per provare a fare un po’ di classifica".