Le scarpe sono lo specchio e l'espressione della personalità, lo sapevano bene sia gli antichi greci che i romani, ma lo sanno bene anche quelli che frequentano le scuole di teatro: lo studio del personaggio parte dal basso, dalla scelta delle scarpe. Il carattere è tutto lì. Senza tralasciare Fritz Perls, padre della Psicoterapia della Gestalt, diceva che se vuoi sapere tutto di una persona devi osservare come consuma i denti e le suole delle scarpe. Pure le fiabe che hanno segnato l'infanzia avvalorano la tesi, prendiamo il romanticismo, la femminilità e l'eleganza principesca della scarpe di Cenerentola, ad esempio: cosa vi dicono?
"Il modo di consumare la suola mette in luce come la persona scarica il peso sui piedi, tutto è correlato alla postura esistenziale: il peso, l'equilibrio emotivo e quello fisico. Se a consumarsi sono soprattutto i talloni può trattarsi di frenata esistenziale - ha spiegato Consuelo Cesaroni, psicologa e psicoterapeuta - la paura di essere abbandonati, di rimanere da soli, di essere rifiutati e di tenere tutto sotto controllo, si esprime attraverso i talloni. Quelli con uno spiccato tratto d'ansia, invece, sono solite consumare le punte, il consumo esterno, invece, è sempre correlato alla presenza di conflitti interni, tra la parte genitoriale interiorizzata e quella bambina. Diceva il Dottor House nella serie tv: 'Gli occhi possono mentire, un sorriso può sviare, ma le scarpe dicono sempre la verità'."
"Nel mondo greco e romano, le forme e i colori raccontavano moltissimo: il sesso, la condizione economica, la posizione sociale, il lavoro. E' uno dei tratti caratteristici del linguaggio non verbale, rappresenta una vera e propria estensione del sé. La scelta di un modello di scarpe può essere un modo inconscio di raccontarsi, tant'è che diversi test psicologici - ha aggiunto Cesaroni - hanno svelato che le scarpe forniscono informazioni come: il grado di sicurezza in sé, la serietà, la cordialità, la socievolezza e persino l’ideologia politica."
"Nelle donne la preferenza di scarpe con plateau può rivelare una tendenza al controllo, e una volontà di sovrastare, mentre i tacchi a spillo possono indicare l’intenzione di conquistare il potere. La scelta di scarpe comode denota un carattere equilibrato, in un certo senso anche arrendevole. Le persone che temono un rifiuto esorcizzano la loro paura indossando sempre scarpe perfette e nuove, al contrario, chi non si cura dell’opinione altrui indossa scarpe logore e malmesse. Chi è estroverso e allegro preferisce scarpe briose, dai toni accesi. La creatività si dimostra con calzature stravaganti, colorate e luccicanti - ha detto Consuelo - per quanto riguarda gli uomini, le scarpe alte (tipo stivaletti) possono denotare un bisogno di rimarcare il ruolo di maschio alpha, quelle con i lacci, ben curate e pulite, possono rivelare un carattere scrupoloso, amante dell’autodisciplina."
"Scarpe curate e sempre tirate a lucido identificano una persona con grande senso di responsabilità, attenta al giudizio degli altri. Le calzature più consumate, al contrario, potrebbero essere indossate da chi incontra qualche difficoltà a relazionarsi col contesto sociale, e tende a nascondere le proprie emozioni. La scelta di scarpe comode può denotare un carattere equilibrato, in un certo senso alla ricerca del ben-essere - ha affermato Consuelo Cesaroni - scegliere di indossare scarpe comode è tipico di chi ha deciso di prendersi cura di sé."
"Le scarpe col tacco avrebbero un riflesso sull’aumento dell'autostima, e dell' autoefficacia. Indossare un décolleté, o un sandalo dal tacco dodici, consente di cambiare immediatamente la propria silhouette: oltre a slanciare la figura, e allungare le gambe, il tacco ci fa contrarre i muscoli modificandone la forma, e ci fa irrigidire i glutei, aumentando le capacità seduttive. Anche camminare è diverso quando si indossano i tacchi: l'andatura è più flessuosa e i movimenti del bacino diventano un'attrattiva speciale per gli uomini che guardano."
Il tema è stato trattato durante la scorsa domenica, 30 giugno, presso lo Psicobar, di viale Delle Gardenie 43, a Centocelle: un baretto di periferia, una casa accogliente per il palato e per chi ha voglia di sapere. Nel piccolo bar il mondo della psicologia si integra con quello della ristorazione. "Un riferimento per gli amanti del bere, del mangiare ed un vero e proprio paradiso che gira intorno alla mente umana. La cura e la passione per il dettaglio psicologico si riflettono ovunque… dalle pareti, ai nomi e caratteristiche dei cocktail! Se a Vienna ci sono le Palle di Mozart, da noi, si gustano le Palle di Freud! Ogni fine settimana è previsto un evento psicologico - si è congedata la psicoterapeuta Cesaroni - dedicato ad un tema diverso."