Il gup di Roma ha deciso: rinviati a giudizio i tre medici accusati dell'omicidio colposo della 27enne Valeria Fioravanti, deceduta dopo 4 diagnosi sbagliate. Purtroppo, infatti, la ragazza aveva contratto una meningite batterica, a seguito di una operazione per la rimozione di un ascesso.
Dovranno difendersi al processo in aula i tre medici che hanno preso in cura la giovane 27enne Valeria Fioravanti, morta nel gennaio 2023 a causa di una meningite batterica non diagnosticata. Secondo quanto ricostruito dalle indagini degli inquirenti, la ragazza si è sottoposta a una operazione per rimuove un ascesso verso la fine del 2022.
Subito dopo, però, la 27enne ha cominciato a lamentare diversi fastidi, fra cui frequenti mal di testa, forti dolori a schiena e collo e, per questo, si è recata presso l'ospedale Casilino di Roma, dove il medico l'ha rimandata a casa con una diagnosi di forte cefalea e la prescrizione di antinfiammatori.
Purtroppo, le condizioni di salute di Valeria hanno continuato a peggiorare, giorno dopo giorno, costringendola a rivolgersi nuovamente al pronto soccorso. Per ben tre volte la 27enne è stata rimandata a casa con una diagnosi errata e farmaci inutili da assumere.
Al terzo tentativo, infatti, i medici hanno sostenuto che Valeria fosse affetta da una protrusione alla colonna vertebrale, curabile con un collare e 7 giorni di prognosi. Eppure, la ragazza non è riuscita a riprendersi, stando, invece, sempre più male.
Così, l'ultimo, disperato, tentativo di capire quale fosse il problema. Sottoposta a un esame del midollo, i medici dell'ospedale San Giovanni hanno, finalmente, riscontrato la presenza di una meningite batterica. È il 4 gennaio 2024: Valeria è entrata in coma. Poco dopo, il 10 viene registrato il decesso.
Questo pomeriggio, 27 giugno 2024, a oltre un anno dalla scomparsa della giovane, la famiglia Fioravanti può gioire per la sentenza del giudice:
Fissata per il prossimo 16 settembre 2025 la prima udienza dal Tribunale di Roma.