Morti per asfissia, ammassati nella stiva di un barcone di legno. Questo il tragico destino di dieci migranti, partiti dalla Libia verso l'Europa, insieme ad altre 54 persone, alla ricerca di un futuro migliore.
Due cittadini egiziani, tra cui un minorenne, sono stati fermati dalla Polizia con l'accusa di essere gli scafisti di quell'imbarcazione. Arrivata a circa 40 miglia da Lampedusa, era stata intercettata dalla nave ong Nadir di Resqship, che aveva anche diffuso la notizia del ritrovamento delle vittime.
L'indagine- condotta dallo Sco, dalla Sisco di Palermo e dalla Squadra mobile di Agrigento presso l'hotspot di Lampedusa- ha permesso di ricostruire le fasi della traversata in mare del natante e di raccogliere elementi a carico degli indiziati.
I due egiziani, in concorso tra di loro e con altri non ancora identificati, residenti in Libia, sono accusati di aver favorito l'ingresso illegale nel territorio nazionale di 54 migranti, soprattutto di nazionalità pakistana e del Bangladesh. Provocando inoltre la morte per asfissia di dieci persone di nazionalità bengalese che si trovavano all’interno della stiva.
Il minore, in particolare, si sarebbe occupato delle operazioni di imbarco dei migranti, regolando l’ingresso e l’uscita. Ma non solo: avrebbe anche impedito alle vittime di uscire dalla stiva, minacciandole con un coltello a serramanico.
I drammatici eventi sono avvenuti nelle prime ore del 17 giugno 2024 quando, in acque internazionali, la nave Ong Nadir di Resqship ha soccorso un barcone di legno di circa 10 metri.
A bordo erano presenti 54 migranti e le 10 salme. La nave costiera aveva poi trasferito a Lampedusa i migranti. Mentre l'imbarcazione con le vittime-poi identificate- era stata trainata, sempre sull'isola, da Nadir.
Gli indagati sono stati condotti in carcere, in attesa dell’udienza di convalida.