Arturo Stàlteri in concerto al Museo Orto Botanico di Roma nella serata di giovedì 4 luglio 2024. L’ultimo disco è una vera chicca per chi ama uno dei compositori più influenti del ventesimo secolo: Philip Glass, tra i capifila del minimalismo musicale.
Pubblicato un anno fa (era il 7 luglio), ‘Dodecagon - Arturo Stàlteri plays PHILIP GLASS - è l'album del pianista romano (storico collaboratore di Rino Gaetano, ha collaborato con Franco Battiato e Carlo Verdone tra gli altri) che ha al suo interno 12 canzoni dell’artista statunitense rivisitate e approvate da Glass in persona, infatti il lavoro discografico è uscito dalla sua stessa etichetta discografica: ‘Orange Mountain Music’.
Ecco cosa ha raccontato Arturo Stàlteri in una intervista esclusiva a Tag24 a poche ore dal concerto al Museo Orto Botanico di Roma.
Stasera sarà in concerto nella splendida location dell'Orto Botanico di Roma: cosa dobbiamo aspettarci da questo live?
Nel concerto presenterò gran parte del disco dedicato a Philip Glass. Alternerò momenti di solo pianoforte ad altri in cui farò uso di basi preregistrate, in quanto il mio lavoro comprende brani da 1 a 8 pianoforti. Infatti ho trascritto anche alcune composizioni del maestro che erano nate in origine per tastiere elettroniche e voci.
Com'è nata l'idea dell'album ‘Dodecagon - Arturo Stàlteri plays PHILIP GLASS?
Dodecagon è stato una vera sorpresa: nel 2022 mi è arrivata una mail da Richard Guerin, da anni assistente personale di Glass. Mi proponeva di ripubblicare per la label del maestro, la Orange Mountain Music, un mio lavoro del 1998, Circles, dedicato alla sua musica. In realtà io non ho mai amato particolarmente quel disco, sia come suono che come interpretazione, così gli ho proposto una nuova registrazione, che incorporasse anche materiale più recente. Richiesta accettata. Il CD ha avuto 200000 ascolti...e la Metamorphosis number two è stata inserita in una importante compilation classica che ne ha raggiunti 700000!
Cosa ha significato per lei Philip Glass nella sua crescita musicale?
Ho amato da subito Philip Glass, che ascoltai per la prima volta grazie alla sua Musica in 12 parti. E con lui Terry Riley e Steve Reich. Mi affascina la sua tridimensionale circolarità, il suo vorticare che improvvisamente si placa in un gioco di frasi più statiche. Inoltre è una musica che stimola molto la fantasia. Non è un caso infatti che abbia avuto tanto successo anche in campi teatrale e cinematografico.
In passato ha collaborato con artisti del calibro di Franco Battiato e Rino Gaetano: che ricordo ha del lavoro con loro?
Di Rino ricordo la debordante vitalità e l'istinto musicale. Era un ottimo arrangiatore, oltre che molto acuto e profondo dal punto di vista dei testi, solo apparentemente nonsense. Franco era un vero illuminato, aveva letto tutto! E sperimentato la vita attraverso mille esperienze. Con lui eri in grado di fare qualsiasi cosa. Mi ha insegnato a osare, debbo dire che anche Rino comunicava questa energia.
Invece per Carlo Verdone ha composto musiche per alcuni film, ma per quale film del passato avrebbe voluto scrivere la colonna sonora e perché?
Amo il cinema di Wim Wenders. Avrei voluto scrivere le musiche per Million Dollar Hotel. O per Gruppo di famiglia in un interno di Visconti. Ma ce ne sono tanti. Ad esempio l'esplosione catartica che chiude Zabriskie Point di Antonioni.
Dopo questo concerto a Roma ci sono ulteriori live o progetti in programma?
Estate di concerti, di radio e di nuove registrazioni. Oltre Roma sarò a Cesena, Firenze e Trento. Sto conducendo Primo Movimento per Radio 3. E ho terminato il nuovo lavoro dedicato alla neve. Spero di pubblicarlo per Natale.