Dichiarazione dei redditi e sanzioni 2024: cosa fare in caso di errori. Quando una dichiarazione dei redditi è considerata infedele? Come si può sanare una dichiarazione infedele? Quanto tempo si ha per correggere una dichiarazione dei redditi? L'Agenzia delle Entrate ha previsto sanzioni per chi commette errori, omissioni o infedeltà nella dichiarazione dei redditi. Vediamo insieme cosa si rischia in caso di errori nella compilazione della dichiarazione.
L'Agenzia delle Entrate, se rileva errori od omissioni nella dichiarazione dei redditi, applica delle sanzioni che in alcuni casi possono trasformarsi in vere e proprie stangate fiscali.
È importante sottolineare che le sanzioni per tali infrazioni sono state recentemente aggiornate con il Decreto Legislativo 87 del 2024, entrato in vigore il 29 giugno 2024.
Una dichiarazione dei redditi si considera infedele quando durante la sua compilazione vengono commessi errori che riguardano:
Tali errori, alterando i dati reali della propria situazione reddituale, influenzano negativamente il calcolo delle imposte da pagare.
In merito a questa domanda l'Agenzia delle Entrate distingue due casistiche. La prima riguarda la presenza di una maggiore imposta o un minor credito.
In questo caso, il contribuente è tenuto al versamento delle somme dovute. L'Agenzia delle Entrate provvederà a inviare un avviso di accertamento con l'indicazione degli importi da regolarizzare.
Se, invece, i termini per i versamenti sono già scaduti, il contribuente può avvalersi del ravvedimento operoso.
Si tratta di un istituto che permette di sanare spontaneamente l'errore commesso, pagando le imposte dovute con una sanzione ridotta. Per avvalersene, è necessario presentare una dichiarazione integrativa entro i termini previsti dalla normativa vigente.
Per le dichiarazioni dei redditi infedeli veniva applicata una sanzione che oscillava tra il 90 e il 180% della maggiore imposta o della differenza di credito. Secondo quanto riportato da money.it, il valore minimo della sanzione riconosciuta al contribuente era pari a 200 euro.
Con l'entrata in vigore del decreto legislativo 87 operativo dal 29 giugno 2024, il quadro delle sanzioni tributarie è cambiato, passando a una sanzione base pari al 70% della maggiore imposta dovuta, con un importo minimo di 150 euro.
Per le aggravanti, il fisco applica sanzioni incrementate in presenza di:
Per sanare la dichiarazione dei redditi, il contribuente può presentare una dichiarazione integrativa ancor prima dell'avvio dei controlli del fisco. In questo caso, l'applicazione della sanzione riguarda l'omesso o tardivo versamento delle imposte.
In base alle disposizioni normative contenute nell'articolo 13, comma 1, del decreto 472 del 1997, il valore della sanzione riconosciuta è pari al 25% di ogni importo non versato, aumentato del doppio nei seguenti casi specifici:
L'Agenzia delle Entrate può applicare delle sanzioni ridotte di un terzo nelle seguenti circostanze:
È importante sottolineare che se la violazione commessa non procura danni alle casse dell'Erario, il fisco può applicare una sanzione nella misura fissa pari a 250 euro.
Tuttavia, non si applicano riduzioni in presenza di violazioni con documentazione falsa od operazioni inesistenti.
L'Agenzia delle Entrate, se rileva un'errata dichiarazione dei redditi prodotti all'estero, applica una sanzione aumentata di un terzo rispetto alle sanzioni ordinarie.
È possibile rimediare agli errori nella dichiarazione attraverso diverse modalità, tra cui:
Nell'ipotesi in cui il contribuente abbia già trasmesso il 730/2024 e abbia la necessità di completare o correggere la dichiarazione, può inviare un modello Redditi aggiuntivo oppure Redditi correttivo, entro il 15 ottobre 2024.