Organizzare un matrimonio nei minimi dettagli rappresenta un sogno per molte persone, ma la storia di una donna nella Valle d'Itria trasforma questo sogno in qualcosa di del tutto inaspettato e malinconico. Con estrema attenzione, la donna ha pianificato ogni singolo particolare della cerimonia: l'abito da sposa, il bouquet, l'acconciatura, le decorazioni floreali in chiesa e persino una berlina con i vetri oscurati per accompagnarla lungo le strade del paese. Si dice che avesse perfino prenotato una sala per il banchetto nuziale.
Tuttavia, all'arrivo della sposa in chiesa, il sogno si è trasformato in una scena desolante. Non c'era alcun sposo ad attenderla, né invitati seduti tra i banchi. La chiesa, nonostante fosse splendidamente adornata, era vuota.
Questa storia, tanto curiosa quanto triste, è ambientata nella pittoresca Valle d'Itria. La donna ha inscenato il proprio matrimonio così come lo aveva sognato sin da bambina. Indossando un abito bianco e stringendo il suo bouquet, ha attraversato le vie del paese con la berlina, dirigendosi verso la chiesa. Ma al suo arrivo, la realtà ha svelato una verità amara: il matrimonio era solo una finzione, un'illusione di felicità.
In chiesa, il parroco, testimone di questa scena surreale, si è avvicinato alla "sposa". Con gentilezza e preoccupazione, ha cercato di farla ragionare e di consolarla. Tuttavia, i suoi sforzi sono stati inutili. La donna, persa nel suo sogno infranto, non ha trovato conforto nelle parole del sacerdote.
Per un curioso scherzo del destino, la vicenda si è svolta proprio nel luogo in cui è stato ambientato "Il paese delle spose infelici", ma questa volta non si tratta di una storia di fantasia.
Mentre la comunità si interroga su come e perché questa donna sia arrivata a inscenare un matrimonio senza sposo, la storia rimane un potente promemoria della fragilità umana e del potere dei sogni, anche quando questi non possono realizzarsi nella realtà.