Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato, ieri 28 luglio 2024, che la Turchia sarebbe pronta ad entrare in Israele come accaduto in passato in Libia e nel Nagorno-Karabakh.
Un'invasione del territorio israeliano da parte della Turchia sarebbe un'azione che porrebbe sotto stress non soltanto le popolazioni ed i territori colpiti, ma anche i rapporti turchi con gli Stati Uniti.
Quanto c'è di vero, però, nelle parole del presidente turco e perché Erdogan minaccia l'invasione di Israele? Oltre alla Palestina, l'ex primo ministro si è detto pronto a sostenere anche il Libano, vittima di feroci attacchi missilistici da parte di Israele.
"Escalation" è stato un termine che, dall'attacco di Hamas ad Israele lo scorso 7 ottobre, paventato da tanti nell'ennesimo conflitto che oppone lo stato israeliano ed il gruppo terroristico che controlla gran parte della Striscia di Gaza.
Il timore che il conflitto si allarghi per davvero però lo ha posto a chiare lettere Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco, parlando ieri 28 luglio 2024 a Rize per un evento del suo partito AKP, ha minacciato Israele di un'azione armata contro i suoi confini.
Perché Erdogan minaccia l'invasione? Il motivo è difendere la causa palestinese ma soprattutto punire gli israeliani degli attacchi continui al confine con il Libano:
E' la prima volta che la Turchia riconosce pubblicamente di aver avuto un ruolo negli scontri fra Armenia ed Azerbaijan, che ha costretto circa 120mila persone ad abbandonare la regione del Nagorno Karabakh, finita adesso nelle mani azere.
Erdogan ha saputo ottenere con queste parole l'attenzione di tanti, in primis degli Stati Uniti. Sostenitori di Israele e al tempo stesso attenti alle esigenze turche di sicurezza nel Medio Oriente, gli statunitensi dovranno adesso cercare di stemperare quello che sulla carta sarebbe un passo militare gravissimo.
E se fosse una boutade da parte del presidente turco? Nel suo discorso ai militanti dell'AKP non ha lesinato bacchettate anche ad Abu Mazen, presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, che avrebbe rifiutato di parlare al parlamento turco:
Abbiamo interrotto tutti gli scambi commerciali con Israele, abbiamo interrotto le relazioni… e ci dicono che dovremmo invitare Abu Mazen a parlare in parlamento. E chi dice che non lo abbiamo invitato? Abbiamo invitato Abu Mazen, ma purtroppo non ci ha dato una risposta positiva. D’ora in poi agiremo di conseguenza.
Erdogan quindi pretenderebbe da Abu Mazen scuse ufficiali per la sua "mancanza di rispetto". Al contempo indica alle stesse autorità palestinesi che qualunque rapporto commerciale con Israele è stato troncato dopo il 7 ottobre.
L'interesse turco è di difendere quelle aree di influenza che si è ritagliata specialmente in Libano, ma arriverebbe a far guerra ad Israele? E' un'ipotesi improbabile, questa, ma di sicuro la Turchia non rinuncerà a farsi portavoce per i propri interessi della causa palestinese e allo stesso tempo a mostrarsi, agli occhi degli Stati Uniti, l'unico player disponibile per mediare fra Hamas ed Israele.
L'idea della Turchia quindi è di mostrarsi simpatetica nei confronti della causa palestinese. E' la prima volta però che Erdogan si dimostra così assertivo e bellicoso nelle sue parole. I rappresentanti dell'AKP, nel frattempo, non hanno risposto alle richieste dei media locali e non di ulteriori chiarimenti sulle parole del presidente turco.
Un modo per compattare una parte dell'opinione pubblica interna, certo, ma anche per lanciare segnali di vicinanza per le persone che in altri paesi (come il Marocco, la Tunisia, l'Egitto) sono scese in piazza per protestare violentemente contro Israele.
La possibile apertura di un altro fronte di guerra non farà di certo piacere ad Israele. Il suo ministro degli Esteri Israel Katz ha augurato che il presidente turco faccia la stessa fine del dittatore iracheno Saddam Hussein. L'invasione americana del 2003 portò alla sua caduta, poi cattura ed infine condanna a morte per impiccagione.
Katz ha pubblicato un tweet che non ha lasciato quindi spazio al altre interpretazioni: