Il bando di vendita per l'ex Ilva di Taranto, autorizzato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato ufficialmente aperto. I candidati interessati dovranno presentare le loro manifestazioni di interesse entro il 20 settembre 2024. Questo processo, gestito dai commissari straordinari di Ilva in Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie d'Italia in AS, mira non solo alla vendita dell'intero gruppo ma, se necessario, potrebbe prevedere la vendita separata di singoli asset.
Tra gli obiettivi chiave del bando figurano lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia e l'attuazione di misure ambientali per la riduzione delle emissioni di CO2. La decarbonizzazione dei processi produttivi è un aspetto molto importante, in linea con le normative nazionali ed europee. È essenziale anche il mantenimento dei livelli occupazionali, con un'attenzione particolare alla riduzione dell'uso degli ammortizzatori sociali e al dialogo continuo con le parti sociali. Inoltre, sono previste attività di compensazione a favore delle comunità locali colpite dalla crisi industriale, per garantire una ripresa sostenibile.
I candidati interessati devono dimostrare un impegno concreto nello sviluppo dell'intero gruppo, inclusi Ilva Servizi Marittimi SpA, Ilvaform SpA, Taranto Energia Srl, Socova Sas, Adi Energia Srl, Adi Servizi Marittimi Srl, Adi Tubiforma Srl e Adi Socova Sas.
Saranno preferite le offerte che coprono l'acquisto dell'intero complesso aziendale, sebbene sia prevista la possibilità di una vendita frazionata se nessun acquirente si presenta per l'intero pacchetto. Il bando è pubblicato sui siti web dedicati, in italiano e in inglese, per garantire la massima trasparenza e accessibilità.
Negli ultimi mesi, sei gruppi hanno visitato gli impianti dell'ex-Ilva per valutare la possibilità di acquisto. Tra questi, vi sono i gruppi indiani Vulcan Green Steel e Steel Mont, il gruppo ucraino Metinvest, i canadesi di Stelco Holdings e le italiane Sideralba e Marcegaglia. Quest'ultima aveva già partecipato alla prima fase di vendita insieme ad ArcelorMittal. Il ministro Urso ha espresso fiducia nella possibilità di trovare un acquirente solido che possa rilanciare l'industria siderurgica italiana.
Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, ha richiesto un incontro urgente con il ministro Adolfo Urso per discutere di un accordo di programma per la decarbonizzazione dello stabilimento di Taranto. Emiliano ha sottolineato l'urgenza di una risposta per il territorio, vista la crisi in corso che coinvolge circa 4.000 lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS), oltre a 1.500 dipendenti di Ilva in AS e centinaia di lavoratori dell'indotto.
La decarbonizzazione è vista come la strada principale per il futuro dello stabilimento, con un focus su innovazioni come il primo forno elettrico, impianti di pre-riduzione dell'acciaio derivati dall'idrogeno, e progetti di energia rinnovabile come parchi eolici offshore.
Il bando di vendita prevede una chiusura delle procedure entro la fine del 2024. Il governo punta a garantire la tutela ambientale e occupazionale, considerando la crisi della siderurgia italiana come un'opportunità per una transizione verso pratiche più sostenibili. I sindacati, da parte loro, insistono sulla necessità di garanzie occupazionali solide per i lavoratori, preoccupati per il futuro delle loro posizioni.
Il bando di vendita per l'ex Ilva di Taranto è stato ufficialmente aperto, con candidature da presentare entro il 20 settembre 2024. L'obiettivo principale è lo sviluppo della produzione siderurgica in Italia, insieme alla decarbonizzazione e al mantenimento dei livelli occupazionali. I candidati devono impegnarsi nel rilancio del gruppo, con preferenza per offerte sull'intero complesso aziendale. Sei gruppi, tra cui Vulcan Green Steel e Metinvest, hanno mostrato interesse. Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, ha richiesto un incontro per discutere la decarbonizzazione dello stabilimento. La procedura dovrebbe concludersi entro fine 2024.