In Europa, il salario medio orario varia notevolmente da un Paese all’altro, riflettendo non solo le disuguaglianze economiche, ma anche i differenti standard di vita a cui i lavoratori possono aspirare. Il costo orario medio del lavoro, che rappresenta la spesa totale sostenuta dai datori di lavoro per assumere personale, è un indicatore chiave in questo contesto. Questo valore, tuttavia, non coincide con il netto percepito dai lavoratori, poiché include anche imposte e contributi previdenziali. Analizzando i dati, è tuttavia possibile ottenere una chiara panoramica delle differenze retributive tra i vari Paesi europei. Ecco dove si guadagna di più in Europa.
Un elemento cruciale che incide sul costo del lavoro in Italia è il cosiddetto "cuneo fiscale", ovvero la somma delle imposte e dei contributi previdenziali che gravano sui salari. Nel 2022, il cuneo fiscale in Italia era del 45,9%, significativamente superiore alla media OCSE del 34,6%. Questo elevato livello di tassazione contribuisce a mantenere alti i costi del lavoro nel Paese, riducendo al contempo il potere d'acquisto dei lavoratori rispetto ad altri Paesi europei.
Secondo il report del Fondo Monetario Internazionale (FMI) pubblicato ad aprile 2024, il Lussemburgo si posiziona al primo posto in Europa per lo stipendio medio orario, con 47,2 euro l'ora. Seguono la Danimarca e la Norvegia, con rispettivamente 42 e 41,7 euro l'ora. Questi Paesi nordici sono noti per i loro elevati standard di vita e per i sistemi di welfare avanzati, che contribuiscono a mantenere alti i livelli retributivi.
Altri Paesi con stipendi medi elevati includono:
L'Italia si colloca nella parte inferiore della classifica, con uno stipendio medio di 21,50 euro l'ora, posizionandosi al 14° posto in Europa.
In Italia, la Retribuzione Annua Lorda (RAL) media per i lavoratori dipendenti del settore privato è di 30.284 euro, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio JobPricing nel 2022. Tuttavia, questa media varia considerevolmente in base alla posizione lavorativa:
Il netto percepito dai lavoratori dipende anche dal numero di mensilità previste dal contratto e dall’imposizione fiscale progressiva.
Le differenze salariali in Italia non riguardano solo le categorie lavorative, ma anche la geografia. Tra Nord e Sud del Paese, vi è una differenza retributiva media del 14%. Le regioni con gli stipendi medi più alti sono:
Al contrario, le regioni con i salari medi più bassi sono:
Anche a livello provinciale, le disparità sono notevoli. Le province con le retribuzioni più elevate includono Milano, Trieste, Bolzano, Roma, e Genova, mentre quelle con i salari più bassi sono Matera, Crotone e Ragusa.
L'Italia si trova leggermente al di sotto della media europea in termini di stipendio annuo per i dipendenti a tempo pieno. Secondo i dati Eurostat del 2021, lo stipendio medio nell’UE era di 33.500 euro, mentre in Italia era di circa 30.000 euro. Tra gli Stati membri dell’UE, il Lussemburgo guida la classifica con uno stipendio medio di 72.200 euro annui, seguito da Danimarca e Irlanda, con rispettivamente 63.300 e 50.300 euro. I Paesi con i salari più bassi includono Bulgaria (10.300 euro), Ungheria (12.600 euro) e Romania (13.000 euro).