Con l’entrata in vigore della Legge n. 293/2024, sono state introdotte novità significative nel mondo del lavoro come per lo smart working.
Non ci sarà un ritorno in ufficio in massa, ma continuerà a essere applicato lo smart working, laddove previsto e necessario. Il collegato Lavoro, infatti, stabilisce solo regole per il datore di lavoro.
Sebbene in alcuni settori e per poche mansioni lo smart working era già previsto, in Italia si è diffuso ampiamente durante gli anni della pandemia da Covid-19. L’adozione di questa modalità di lavoro da remoto si è resa necessaria per continuare a far andare avanti la macchina produttiva, ove possibile. In realtà, chiamato lavoro agile nel nostro Paese, può essere applicato in tutte le attività che non richiedono la presenza fisica del dipendente sul posto di lavoro.
Con la fine della pandemia e dello stato emergenziale, si è continuato a far utilizzo dello smart working, nel rispetto di alcune regole.
Vediamo cosa stabilisce il Collegato Lavoro.
Il disegno di legge Lavoro, collegato alla Manovra 2025, è entrato in vigore il 12 gennaio. Al suo interno sono contenute diverse novità in materia del lavoro: dimissioni volontarie in caso di assenze ingiustificate, contratti di somministrazione e stagionali e sullo smart working, argomento che approfondirò meglio dopo.
Intanto, brevemente, le novità introdotte dal decreto hanno l’obiettivo di rendere più flessibile il mondo del lavoro.
Uno degli aspetti principali riguarda le dimissioni volontarie per fatti concludenti. Se il lavoratore si assenta dal lavoro per un determinato periodo di tempo in modo ingiustificato, allora viene considerato come dimesso.
Il decreto affronta anche il tema dei contratti in somministrazione, introducendo alcune regole. Sono esclusi dal conteggio del 30% come limite massimo i lavoratori che rientrano nelle seguenti casistiche:
Un’ulteriore novità coinvolge anche il periodo di prova. Nel caso particolare dei contratti di lavoro a tempo determinato, il periodo viene conteggiato tramite 1 giorno ogni 15 di calendario.
Passiamo adesso allo smart working, per il quale sono previste alcune regole per i datori di lavoro.
In modo particolare, il datore di lavoro ha l’obbligo di comunicare telematicamente al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali i dettagli relativi ai lavoratori coinvolti nel lavoro agile, specificando i loro nominativi e le date di inizio e fine delle prestazioni lavorative svolte in modalità agile.
La comunicazione deve avvenire entro cinque giorni dalla data di avvio del periodo di smart working. In caso di modifiche, come variazioni nella durata del periodo o cessazione dello stesso, la comunicazione deve essere inviata entro i successivi cinque giorni.
L'accordo per il lavoro agile deve essere redatto per iscritto al fine di garantirne la validità e per definire chiaramente le modalità operative, gli strumenti forniti dall'azienda, i tempi di riposo e le modalità di disconnessione tecnologica.
Può essere di natura temporanea o permanente e può essere sottoscritto sia al momento dell'assunzione che successivamente. Inoltre, il documento stabilisce le modalità di controllo delle attività svolte al di fuori della sede aziendale e le eventuali sanzioni in caso di violazioni. Nel caso di un contratto a tempo indeterminato, il recesso dall'accordo di lavoro agile richiede un preavviso di 30 giorni.
Lo smart working si è rivelato un ottimo strumento, soprattutto durante gli anni difficili della pandemia, ma anche dopo. Molti lavoratori ne sono rimasti affascinati, avendo la possibilità di coniugare al meglio la vita lavorativa e privata. Lo stress si è ridotto e i costi dei mezzi di trasporto e dei pranzi fuori casa sono diminuiti. Ci sono risvolti negativi: molti lavoratori hanno dovuto gestire la solitudine causata proprio dallo smart working.
C’è un altro volto della stessa medaglia. L’economia dei centri urbani ne ha risentito. Da sempre meta dei lavoratori, i bar e i ristoranti, ma anche lo stesso trasporto pubblico.
Se il ritorno dei lavoratori in ufficio sta diventando una tendenza globale, con molte aziende che eliminano lo smart working, ci sono anche molte realtà che continuano a prevedere modelli di lavoro ibridi, con ancora la possibilità di lavorare da remoto.
Il ritorno in ufficio non deve essere percepito come un ritorno alle origini, bensì come un ritorno alla mobilità e il consolidarsi di nuove abitudini. Si ritorna a muoversi: lo spostamento dei lavoratori implica il ripopolamento dei centri urbani anche nelle ore diurne, con la crescita di domanda e offerta dei servizi. Un po’ come gli anni pre-pandemia.
La Legge n. 293/2024 introduce novità importanti per il mondo del lavoro, tra cui lo smart working. Sebbene questa modalità fosse già utilizzata durante la pandemia, ora è regolamentata con specifiche disposizioni, come la comunicazione obbligatoria al Ministero del Lavoro.
Il disegno di legge collegato alla Manovra 2025 prevede misure per flessibilizzare il lavoro, come le dimissioni volontarie per assenze ingiustificate e nuove regole per i contratti in somministrazione. Inoltre, il datore di lavoro deve rispettare precise normative riguardanti l'organizzazione del lavoro agile.
Nonostante il ritorno in ufficio sia una tendenza globale, molte aziende continuano a offrire modelli ibridi di lavoro.