Un lavoratore in cassa integrazione che sta assistendo un familiare con grave disabilità può chiedersi se ha ancora diritto ai congedi straordinari e ai permessi retribuiti previsti dalla Legge 104. Questa domanda è particolarmente rilevante dato che la cassa integrazione, una misura economica temporanea erogata dall'INPS, comporta una sospensione totale o parziale dell'attività lavorativa a seguito di specifiche difficoltà aziendali.
La cassa integrazione guadagni (CIG) è un sostegno economico che viene concesso ai lavoratori quando l’azienda riduce o sospende l’attività lavorativa a causa di difficoltà temporanee, come una crisi di mercato o una riorganizzazione aziendale. La Legge 104, invece, è un insieme di normative che tutela i diritti delle persone con disabilità e dei loro caregiver, fornendo vari strumenti di supporto, tra cui i permessi retribuiti.
Esistono due tipi principali di cassa integrazione:
Questa distinzione è importante per capire se e come si può usufruire dei permessi Legge 104 e dei congedi straordinari durante il periodo di cassa integrazione.
Se un lavoratore è in cassa integrazione e assiste un familiare con disabilità grave, ha diritto ai permessi retribuiti previsti dalla Legge 104, ma con alcune condizioni:
In caso di cassa integrazione a zero ore, non ha diritto ai permessi Legge 104. Questo perché i permessi sono concepiti per consentire ai lavoratori di assentarsi dal lavoro per assistere i familiari, ma se non vi è prestazione lavorativa, non c'è da cosa assentarsi.
Se l’attività lavorativa è sospesa solo parzialmente, è possibile continuare a usufruire dei permessi Legge 104, ma questi dovranno essere riproporzionati in base alle ore effettivamente lavorate. Questo significa che i tre giorni di permesso al mese, o le ore giornaliere di permesso, saranno ridotti in proporzione alle ore di lavoro svolte.
Il congedo straordinario è un periodo di assenza retribuita concesso ai lavoratori che assistono familiari con disabilità grave. Questo congedo, previsto dal D. Lgs. n. 151/2001, permette di assentarsi dal lavoro fino a un massimo di due anni nel corso della vita lavorativa, purché il familiare assistito presenti una grave disabilità riconosciuta.
Anche in questo caso, la compatibilità tra cassa integrazione e congedo straordinario dipende dalla tipologia di cassa integrazione in cui ti trovi:
Durante una cassa integrazione a zero ore, non è possibile usufruire del congedo straordinario. Questo perché, essendo il rapporto di lavoro totalmente sospeso, non si verifica la condizione per la quale il congedo straordinario viene concesso, ovvero l’impossibilità di svolgere il lavoro a causa della necessità di assistere un familiare.
Se invece si è in cassa integrazione a orario ridotto, si può continuare a usufruire del congedo straordinario. In questo caso, il congedo straordinario sarà erogato in proporzione alle ore di lavoro effettivamente svolte, e l’indennità sarà calcolata sulla base dell’ultima retribuzione percepita, al netto del trattamento di integrazione salariale.
Per richiedere il congedo straordinario, è necessario presentare una domanda specifica all’INPS. La domanda deve essere corredata dalla documentazione che attesti la grave disabilità del familiare e, in caso di cassa integrazione parziale, la domanda deve indicare chiaramente il numero di ore lavorative e il periodo per il quale si richiede il congedo.