Che fine hanno fatto Filippo Mosca e Luca Cammalleri? Dei due ragazzi di 29 e 30 anni rinchiusi nel supercarcere di Bucarest, in Romania, non si è più saputo nulla. L'ultima notizia risale allo scorso 21 maggio 2024, quando è arrivata la condanna definitiva a 8 anni e 3 mesi per il presunto reato di spaccio di sostanze stupefacenti.
Una sentenza attesa e quasi scontata per le famiglie, alle prese con giudici romeni ciechi e sordi davanti alle prove concrete di innocenza di Filippo e Luca e, anche, davanti alla confessione spontanea della ragazza, vera colpevole del reato. Ma cosa ci si può aspettare quando persino le stesse Istituzioni italiane non si sono interessate al caso? Così continua l'incubo per i due giovani siciliani, in attesa che l'iter per il trasferimento si concluda e possano tornare nel Paese.
Gli occhi non hanno più lacrime. Le bocche non hanno più parole. Su tutta la vicenda che ha colpito le famiglie Cammalleri e Mosca è calato da mesi un velo di silenzio. Lo stesso che ha avvolto la storia dei due giovani siciliani, appena 30enni, da quando sono stati trascinati nel carcere di Porta Alba, in Romania, lo scorso 4 maggio 2023.
Purtroppo, il loro non è un caso che ha fatto notizia, non è riuscito a smuovere il mondo politico italiano, impegnato e concentrato solamente sull'altra prigioniera in terra straniera, Ilaria Salis. La giovane insegnante arrestata in Ungheria per aver preso parte al pestaggio di un esponente di estrema destra e ora europarlamentare di AVS.
Dopo oltre un anno di reclusione, l'aggressione subita da Filippo, il trasferimento dalla cella sovraffollata a una più piccola, poco o nulla rimane ai due siciliani, che si sono visti portare via ogni loro diritto umano.
A combattere in nome dei due giovani, adesso, solamente alcune associazioni italiane, come Prigionieri del Silenzio di Katia Anedda o Nessuno Tocchi Caino, una manciata di testate giornalistiche e le famiglie.
Imperterriti, infatti, il fratello di Luca, Pietro Cammalleri, e la mamma di Filippo, la signora Ornella Matraxia. Tuttavia, ogni giorno lontano dai loro cari è un colpo difficile da sopportare. Tanta stanchezza e senso di solitudine nelle parole della signora Matraxia nelle conversazioni con Tag24.
Sentimento condiviso anche da Pietro, che già ha espresso la sua frustrazione e la sua rabbia in una intervista rilasciata a Tag24 lo scorso aprile. Su una situazione già così delicata e sfiancante si è aggiunto, lo scorso 25 giugno 2024, il grave perso delle spese giudiziarie e l'invio di tutta la documentazione necessaria per avviare l'iter per il trasferimento in Italia dei due ragazzi: 2mila e 500 euro a testa.
E mentre in cella, Luca e Filippo sono sempre più sfiancati e arrabbiati, le famiglie qui in Italia hanno deciso di mantenere il riserbo sulla vicenda, in modo che la Giustizia faccia il suo corso e arrivi presto la conferma del trasferimento.
Purtroppo, il processo è lungo e complesso e non aiuta sicuramente l’arrivo dell’estate, periodo solitamente in cui diversi uffici pubblici sono chiusi, come il Parlamento italiano, che riprenderà le sedute il prossimo 10 settembre.