Uno dei nodi principali della Manovra 2025 è la riforma delle pensioni, per cui ci sono molte incognite e poche certezze sulle misure che saranno adottate il prossimo anno.
Per le pensioni, come quasi sempre, la strada è tortuosa e piena di ostacoli. Non si tratta, come per altre misure (taglio del cuneo fiscale o riforma dell’Irpef) di una priorità del Governo. Infatti, le coperture non potrebbero bastare a coprire una revisione del sistema pensionistico.
Sorgono dubbi, allora, anche sulle pensioni anticipate attualmente in vigore: quali saranno adottate il 2025? A quali dovremmo dire addio?
Per la prossima Legge di Bilancio 2025, la riforma delle pensioni non è tra le priorità del Governo. Gli italiani, da parte loro, vorrebbero una revisione del sistema pensionistico, spaventati anche da un ritorno della Legge Fornero e dall’eliminazione dei più o meno convenienti scivoli pensionistici.
Il punto di debolezza degli scivoli pensionistici è l’onerosità estremamente alta per le casse dello Stato, ma senza di essi, molti cittadini con i requisiti per accedervi, saranno costretti ad aspettare ancora molti anni prima di uscire dal mondo del lavoro.
Purtroppo, per attuare una riforma delle pensioni non manca tanto la volontà, quanto i fondi. Per reperire risorse, si dovrà metter mano a bonus e altre agevolazioni, revisionando, probabilmente, anche l’Assegno unico.
La riforma delle pensioni costa e pure tanto. Da una parte, probabilmente, si cerca di evitare di fare promesse che poi, alla luce della situazione reale, potrebbero non essere mantenute. Dall’altra parte, però, è ancora troppo presto per cantare vittoria.
La situazione dei conti pubblici, in ogni caso, è molto fragile, forse più del solito. Basti pensare che solo per finanziare il rinnovamento di Quota 103, Ape Sociale e Opzione donna sono necessari quasi 650 milioni di euro. Almeno per il momento di tratta di fondi irrecuperabili, se non con tagli.
Una delle proposte portate avanti dalla Lega è Quota 41 che, nella sua versione ridotta, costerebbe quasi 1 miliardo di euro. Cosa prevede? Ribattezzata Quota 41 light prevede l’intero calcolo con il metodo contributivo e con un assegno pensionistico molto leggero, mutilato fino al 30%, ma con finestre molto più lunghe.
Ammettendo una riduzione delle spese, le cifre raggiungerebbero comunque un record: si parla di 900 milioni di euro. Si tratta, data la situazione, di una spesa troppo elevata per una misura che, a conti fatti, potrebbe far comodo solo a pochi cittadini.
Quota 103, Ape Sociale e Opzione donna hanno data di scadenza al 31 dicembre 2024. Saranno rinnovate? Il Governo, proprio nella Manovra 2025, è chiamato a prendere una decisione difficile, se prorogare o dire addio alle pensioni anticipate.
Si tratta di una decisione non facile. Da una parte si potrebbe decidere di prorogare le formule con qualche ritocco, così come è stato fatto nella precedente Legge di Bilancio. Dall’altra parte, invece, si potrebbe decidere di non rinnovare le misure, ma sostituirle con delle nuove nell’ambito di una mini-riforma della flessibilità.
Entrambe le ipotesi, ma soprattutto la seconda, appare comunque molto difficile con le risorse a disposizione.
Si deve anche considerare che, al momento, nella maggioranza ci sono diverse scuole di pensiero sulle possibili ed eventuali soluzioni da adottare.
In ogni caso, i dubbi permangono sulla già citata Quota 41 contributiva, il cavallo di battaglia della Lega. Spunta anche l’ipotesi di Quota 104, già pensata in precedenza.
Il nodo principale, però, rimangono le tre formule attualmente in vigore: Quota 103, Ape Sociale e Opzione donna. Saranno rinnovate anche per il 2025? Ancora è presto per dirlo, bisogna attendere successivi sviluppi.