Questa volta sembra proprio quella buona. Probabilmente i fautori di una grande coalizione contrapposta alla destra di Giorgia Meloni staranno facendo gesti apotropaici ma le prospettive sembrano davvero diverse rispetto ai tentativi precedenti. Al parco Nomentano di Roma, dove si svolge la festa di Alleanza Verdi e Sinistra, va in scena oggi, 12 settembre 2024, quello che in molti già definiscono il 'patto della birra' per il campo largo.
Il nome deriva da una foto che ritrae i cinque leader di centrosinistra, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi, sorridenti e rilassati, mentre si gustano le loro pinte. Tutto al termine di un dibattito in cui è emersa con forza la volontà comune di costruire un'alternativa compatta su determinati temi ma anche le divergenze che tengono fuori, per ora, il centro rappresentato da Matteo Renzi e Carlo Calenda.
Una pioggia battente accompagna l'incontro ed è quella che permette a Nicola Fratoianni, padrone di casa insieme ad Angelo Bonelli, di esordire con una battuta:
Il centrosinistra vede per la prima volta i suoi leader confrontarsi apertamente per la costruzione di un'alternativa di governo. Niente più indiscrezioni, voci di corridoio o dichiarazioni a mezza bocca: di fronte a una folla che chiede prese di posizione, i cinque non possono sottrarsi e sono chiamati a fornire qualche risposta chiara. Anche perché i fronti di battaglia con la destra sono alle porte: dalla manovra finanziaria in Parlamento alle Elezioni Regionali alle porte.
Proprio sulla legge di bilancio, è Elly Schlein a indicare la via, spiegando che se riusciranno "a stare insieme su alcuni temi, saremo più forti". La segretaria del Partito democratico si dice convinta che "le persone si aspettino da noi una alternativa credibile che si costruisce sui temi" e sottolinea che "le coalizioni si costruiscono tra diversi, altrimenti non ci sarebbe nemmeno bisogno di farle".
Parole a cui fanno eco quelle di Fratoianni che parla di "allargare il perimetro" dell'alleanza, insistendo sulla necessità di far leva sui contenuti per comporre "uno spazio politico coerente".
In entrambi gli interventi si può leggere tra le righe un riferimento alla difficoltà nel superare le differenze che intercorrono tra i vari schieramenti e, in particolare, di fronte a un'eventuale apertura verso il centro di Renzi e Calenda, che ha già ricevuto il secco 'no' proprio di Avs e del Movimento 5 Stelle.
Se la prospettiva di un accordo appare più facile nei territori, con il campo largo comprendente il centro già messo in piedi in Umbria ed Emilia Romagna, più difficile pare la sua definizione a livello nazionale. Molti gli argomenti divisivi in questo senso, con Bonelli che cita il nucleare come esempio. Il portavoce di Europa Verde replica alle insistenze di Calenda sull'introduzione del nucleare in Italia, sostenendo che finirebbe col "triplicare il costo dell’energia nel nostro Paese".
Del resto, le distanze e i distinguo emergono anche nel clima disteso che si respira tra i presenti, come emerge quando vengono toccati i temi della politica estera.
Ad accendere la miccia è l'intransigenza del Movimento 5 Stelle di fronte alla politica dell'amministrazione Biden in merito ai conflitti in corso. Riccardo Magi di +Europa lancia una stoccata a Giuseppe Conte, chiedendosi se speri "di trovare in Trump" la difesa del diritto internazionale. Frase alla quale il presidente Cinquestelle replica piccato:
Al di là di questa schermaglia, però, la serata procede nella direzione tracciata da tutti i presenti e che Magi sintetizza nella sua proposta di aprire "un tavolo di confronto permanente" per affrontare le differenze esistenti tra loro, nella consapevolezza che "alcune saranno componibili altre no, ma dobbiamo cominciare questo lavoro". Un invito raccolto convintamente da tutti mentre chi le persone che li osservano si augurano che sia davvero la volta buona.