Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip che ne ha disposto gli arresti domiciliari Chiara Petrolini ha fatto scena muta. Poco dopo le 14 di oggi, 26 settembre 2024, accompagnata dal suo avvocato Nicola Tria, è arrivata in tribunale a Parma coprendosi il volto con dei fogli di carta per sfuggire alle telecamere dei giornalisti. La speranza era che fosse pronta a fare chiarezza su almeno alcuni dei tanti punti oscuri che riguardano la morte dei due neonati trovati sepolti nel giardino della sua abitazione di Vignale di Traversetolo, a Parma: neonati che lei stessa avrebbe partorito. Si è avvalsa, invece, della facoltà di non rispondere.
La 22enne, studentessa di giurisprudenza, barista e baby-sitter, è accusata di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione in relazione alla morte del suo secondo figlio e di soppressione di cadavere in merito alla sepoltura del primo (le cui cause del decesso non sono ancora note).
Stando a quanto ricostruito dal procuratore Alfonso D'Avino nel corso di una lunga conferenza stampa tenutasi negli scorsi giorni, li avrebbe partoriti entrambi nel bagno della sua abitazione di Vignale di Traversetolo dopo aver nascosto le gravidanze ai genitori, alle amiche e allo stesso fidanzato per "paura del loro giudizio".
Agli inquirenti ha detto che erano nati morti. Dagli accertamenti condotti sul secondo - il cui corpicino è stato trovato per primo, lo scorso 9 agosto - è emerso che in realtà il piccolo aveva aria nei polmoni (segno di un'avvenuta respirazione): sarebbe deceduto a causa dell'emorragia seguita al taglio mal eseguito del suo cordone ombelicale.
Da qui l'accusa di omicidio, che potrebbe diventare di duplice omicidio nel caso in cui venisse accertato che anche l'altro bimbo - il cui ritrovamento risale a settembre - era nato vivo. La giovane resta, intanto, ai domiciliari: il gip che oggi avrebbe dovuto interrogarla ha infatti deciso di evitarle il carcere perché non avrebbe riscontrato, da parte sua, alcun pericolo di inquinamento delle prove, fuga o reiterazione del reato.
L'ex fidanzato della 22enne, padre dei due bambini, ha fatto sapere, attraverso l'avvocata Monica Moschioni, di volerli riconoscere.
Lo riporta La Gazzetta di Parma. La mamma Sonia, intervistata subito dopo l'uscita della notizia, aveva avanzato dei sospetti sul fatto che la giovane potesse aver fatto tutto da sola. Dagli accertamenti però sarebbe emerso che andò proprio così: che non chiese aiuto a nessuno.
Nessuno riesce a capacitarsi dell'accaduto. Di come possa aver fatto una ragazza tanto giovane a nascondere ben due gravidanze per poi compiere un gesto così estremo. Soprattutto perché, secondo chi la conosce, è una "tipa tranquilla", una "studentessa modello".
Oltre a lavorare come barista e baby-sitter avrebbe fatto anche da catechista e animatrice in parrocchia. Ora le pesanti accuse. "Portava una maschera che celava l'abisso", ci ha spiegato la psicoterapeuta Alexia Di Filippo.