07 Oct, 2024 - 17:46

Maxi-sequestro a Pompei, la Procura chiude tutti i chioschi davanti agli scavi. E c'è chi dà la colpa alla Boccia

Maxi-sequestro a Pompei, la Procura chiude tutti i chioschi davanti agli scavi. E c'è chi dà la colpa alla Boccia

Era tutto pronto da tempo, precisamente dal 26 settembre, ma alla fine si è deciso di attendere la celebrazione della supplica della Madonna del Rosario. Una volta passata, ecco che è stato dato il via libera per effettuare un maxi-sequestro di tutti i chioschi che sono davanti agli scavi di Pompei. Un'istituzione per alcuni, anche perché sono lì da tantissimi anni, con qualcuno di questi che è lì sin da quando si è deciso di aprire ai turisti in maniera stabile e costante.

Ora però è tutto bloccato, tutto sequestrato e per alcuni che hanno l'attività in quella zona da decenni, tutto finito. Erano anni che si doveva fare questa operazione, ma per quieto vivere non si è mai andati oltre a varie multe e sanzioni che venivano comminate ogni tanto. In tutto sono 46 i chioschi abusivi che i carabinieri hanno deciso di sequestrare in seduta stante.

Qualcuno sui social, vista la velocità con cui è stato dato seguito al provvedimento, avrebbe azzardato un po' troppo e dato la responsabilità perfino a Maria Rosaria Boccia perché avrebbe fatto indispettire qualcuno con il suo comportamento. "Ma proprio adesso doveva essere fatta questa cosa? Eppure sono anni che ci sono, ma guarda caso proprio ora che è successo tutto quello che è successo con la signora Boccia e il ministro".

Maxi sequestro di chioschi abusivi a Pompei: 46 attività chiuse e oltre 60 denunce

La Compagnia di Torre Annunziata, che ha effettuato il sequestro su provvedimento da parte della Procura di Napoli, sono anni che cerca di trovare una soluzione a questo problema, facendo indagini a tappeto e cercando sempre di trovare il modo di far rispettare la legge, ma mai come oggi era stato possibile.

Per molti, quei chioschi erano una specie di istituzione, soprattutto per i turisti che venivano a visitare gli scavi, poi una volta che lasciavano la zona ecco che inondavano questi negozietti che vendevano di tutto come false statuine, grembiuli e t-shirt, vassoi, ventagli riproducenti i famosi "amorini" e anche gli affreschi più belli dell'antica Pompei.

Per molte persone era una specie di tappa d'obbligo una volta lasciata la zona degli scavi, perfino oggi 7 ottobre del 2024, nonostante ci fossero i lucchetti e i nastri a coprire tutto, i turisti non facevano altro che fare le foto e i selfie, come se fosse qualcosa su cui divertirsi e sorridere.

Questi negozi, che per lo più erano a gestione famigliare, dicono dalle parti di Pompei, oltre a vendere souvenir e altre cose, davano anche la possibilità di acquistare bibite, piccoli snack e gelati. Insomma, tutto quello che si poteva vendere. Ed era un gran bel giro d'affari, anche perché visti i 4 milioni di visitatori all'anno, il giro d'affari era piuttosto consistente e remunerativo. Le strutture che hanno chiuso i battenti sono 46 con oltre 60 persone denunciate per, dice il provvedimento della Procura della Repubblica, "invasione di suolo pubblico" in forma abusiva.

I carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata lavoravano a questa inchiesta da alcuni anni, effettuando anche sopralluoghi tecnici che hanno accertato come i chioschi nei pressi degli scavi archeologici avessero, di fatto, assunto caratteristiche di opere non rimovibili, stabilmente ancorate al suolo e, quindi, idonee a determinare un'occupazione abusiva e permanente del suolo pubblico.

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Daniele Magliocchetti
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