Si dovrà attendere ancora per conoscere quale sarà il futuro di La Perla, il brand bolognese di lingerie di lusso, simbolo del made in Italy per decenni, portato sull’orlo del fallimento dalla speculazione operata dal fondo Tennor.
Nell'incontro fissato ieri presso il Mimit, le rappresentanze sindacali coinvolte nella vertenza hanno appreso della mancato raggiungimento dell'accordo sul testo del Protocollo che, atteso da mesi, dovrebbe raccordare le quattro procedure giudiziali, italiane e inglesi, coinvolte nella crisi La Perla. Ma questa non è l'unica notizia arrivata ieri.
Poche ore prima dell'incontro al ministero, il Tribunale di Bologna si è espresso negativamente sulla possibilità di attrarre in amministrazione straordinaria, dopo La Perla Manufacturing, anche La Perla Management, il ramo dedicato alla gestione del personale e delle maestranze del brand.
La richiesta di attrarre in amministrazione straordinaria La Perla Management era stata avanzata proprio dai commissari straordinari di La Perla Manufacturing, convinti che solo una gestione unitaria dei tre rami del gruppo – ai due citati si aggiunge La Perla Italia, il ramo retail - possa permettere al brand di superare lo stato di insolvenza e tornare sul mercato dopo oltre un anno di stop. Tesi, peraltro, condivisa e sostenuta con forza anche dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Diversamente, il Tribunale di Bologna ha ritenuto che la conversione di La Perla Management sia irrilevante rispetto al risanamento del gruppo, il quale si renderà possibile solo attraverso la definitiva definizione del Protocollo in materia di insolvenza transfrontaliera.
Anche su questo versante, tuttavia, c'è ancora da attendere. Nell'incontro di ieri, il Mimit ha comunicato alle sigle sindacali attive nella vertenza - Filctem Cgil e Uiltec Uil - come non si sia ancora trovato un definitivo accordo sul Protocollo, ovvero il documento che dovrà portare alla cessione unitaria degli asset del gruppo, oggi divisi tra Italia e Regno Unito.
La decisione del Tribunale di Bologna – sommata ai ritardi nella definizione del tanto atteso Protocollo transfrontaliero - ha ovviamente deluso le maestranze e le rappresentanze sindacali, compatte nel sottolineare come, per salvare La Perla, sia assolutamente fondamentale raccordare i tre rami produttivi che oggi compongono il brand: La Perla Italia, La Perla Management Uk (che detiene il marchio in Gran Bretagna) e La Perla Manufacturing.
Nonostante le cattive notizie, comunque, i sindacati e le lavoratrici hanno comunque ribadito il continuo della loro lotta, annunciando la presenza delle maestranze a Roma, il 22 ottobre, per rivendicare l'obiettivo fondamentale di riattivare la produzione e la commercializzazione dei capi La Perla, riportare sul mercato il marchio e salvaguardare l'occupazione delle maestranze.