Quanto aumenta lo stipendio per ogni anno di lavoro in più? Quanto aumenta la pensione se non si lascia il lavoro? Due domande semplici, ma molto insidiose. Una buona fetta di lavoratori, per ottenere un bonus extra in busta paga, ritarda la pensione, ma forse non sa che, almeno nel breve termine, aumenta solo lo stipendio. Ma quali saranno le conseguenze a lungo termine di questa scelta? Vediamo insieme quanto ammonta il bonus extra in busta paga per un anno di lavoro in più rispetto a non andare in pensione.
La prima questione che ci preme affrontare riguarda la seconda domanda: Quanto aumenta la pensione se non si lascia il lavoro?.
Una domanda semplice, ma che nelle ultime settimane sta suscitando un profondo dibattito tra coloro che intendono restare più tempo sul posto di lavoro, nonostante abbiano maturato i requisiti per la pensione anticipata flessibile, e coloro che scelgono di ottenere uno stipendio più alto anche con un anno di lavoro in più grazie al bonus extra in busta paga.
È importante sottolineare che lavorare un anno in più potrebbe avere un impatto molto significativo sull'importo della pensione.
Se, ad esempio, prendiamo in considerazione la pensione a 67 anni, possiamo formulare varie ipotesi sui vantaggi prodotti dall’estensione dell’attività lavorativa e sull'incremento annuo della pensione.
Di seguito, un esempio che mette in evidenza il calcolo della pensione, i vantaggi di lavorare un anno in più e, infine, l’aumento della pensione annua:
Punti Principali | Descrizione |
Calcolo pensione a 67 anni | Se Andrea va in pensione a 67 anni con un montante contributivo di 300.000 euro, avrà diritto a un trattamento economico lordo annuo pari a 17.160 euro, che corrispondono a 1.320 euro lordi al mese per 13 mensilità. |
Vantaggi di lavorare un anno in più | Andrea, per un anno di lavoro in più, riceve un aumento dell’accredito del montante contributivo a 310.000 euro e un aumento del coefficiente di trasformazione da 5,72% a 5,93%. |
Aumento della pensione annua | Per un solo anno di lavoro in più, la pensione lorda annua passa a 18.383 euro, ovvero 1.414 euro lordi mensili per 13 mensilità. |
Beneficio netto del lavoro extra | Lavorare un anno in più porta a un aumento della pensione di 1.223 euro lordi. Se non viene richiesto il bonus Maroni, lavorare un anno in più consente di ricevere un assegno pensionistico più alto. |
l governo italiano mostra una crescente attenzione alle famiglie e alla crescita della natalità. L’obiettivo è quello di creare un ambiente regolamentato per la crescita politica, sociale ed economica del Paese. Vista la tendenza demografica, il governo ha deciso di introdurre una contribuzione molto simile al bonus Maroni per chi ritarda l’uscita dal lavoro.
Non c’è dubbio che, se la nuova detassazione segue la precedente, per il 2025 l’aumento del netto in busta paga sarà di 9,19 punti percentuali di contribuzione a carico del lavoratore.
Nel 2024, il governo ha introdotto il taglio del cuneo fiscale, portando a un miglioramento medio di circa 100 euro nelle buste paga di 13 milioni di lavoratori con redditi fino a 35.000 euro.
Tale decontribuzione in busta paga, ha permesso a molti di ricevere un aumento dello stipendio.
Per il prossimo anno, si conferma la valorizzazione dei contributi previdenziali ai fini pensionistici, il che significa che i contributi versati continueranno a essere considerati nel calcolo della pensione anche in presenza del bonus Maroni.
Inoltre, il governo dovrebbe confermare sgravi fiscali per i lavoratori con redditi fino a 20.000 euro e dovrebbe aumentare le detrazioni per quelli con redditi tra 20.000 e 35.000 euro. Si tratta di un provvedimento che interesserà circa 1.300.000 lavoratori con redditi fino a 40.000 euro, prevedendo una riduzione graduale dell’agevolazione per i redditi più alti. Tuttavia, si parla anche di un possibile aumento complessivo delle tasse di 7,3 miliardi di euro entro il 2028.
Per approfondire questi temi, vi invitiamo a guardare il nostro video, "Legge di Bilancio, Crippa: 'Non ci saranno tasse in più, però qualcuno dovrà fare più sacrifici'", in cui vengono chiariti importanti aspetti e prospettive future.
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Il nuovo bonus previsto per il 2025 appare molto più vantaggioso per i dipendenti con un reddito annuo superiore ai 35.000 euro.
Tuttavia, l’aumento in busta paga per l’effetto della riduzione sui contributi varrà anche per chi guadagna di meno.
Di seguito, una breve panoramica dei punti principali della nuova decontribuzione:
Punto | Descrizione |
Reddito annuo | Il bonus è maggiormente appetibile per chi guadagna oltre 35.000 euro all'anno. |
Riduzioni contributive | Per i redditi sotto 35.000 euro, i contributi sono ridotti: - Sotto 25.000 euro: Riduzione del 7% sui contributi. - Tra 25.000 e 30.000 euro: Riduzione del 6% sui contributi. |
Aumento delle buste paga | Le riduzioni sui contributi si traducono in un aumento delle buste paga per i dipendenti. |
A partire dal 1° novembre 2024, il bonus Maroni sarà erogato ai lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni iscritti all'assicurazione generale obbligatoria o a forme sostitutive ed esclusive, a condizione che abbiano maturato nel 2024 i requisiti (62 anni di età e 41 anni di contributi) per accedere alla pensione anticipata Quota 103 e abbiano scelto di continuare a lavorare.
L'incentivo al posticipo del pensionamento non comporta alcun onere aggiuntivo per i datori di lavoro.
Infatti, il lavoratore riceve l'accredito contributivo della quota dei contributi IVS a suo carico.
Pertanto, il datore di lavoro dovrà semplicemente versare in busta paga l'importo corrispondente a tale accredito. Per maggiori dettagli, si rimanda al Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 100.
Il lavoratore che intende ottenere l'incentivo al posticipo del pensionamento deve presentare una richiesta all'INPS, che effettuerà i controlli sui requisiti e comunicherà al datore di lavoro l'adesione del lavoratore al bonus Maroni.
È importante sottolineare che l'INPS dispone di 30 giorni dalla data di presentazione della domanda per verificare il possesso dei requisiti da parte del richiedente.
Successivamente, in caso di esito positivo, l'INPS comunicherà al lavoratore e al datore di lavoro il certificato attestante il diritto all'incentivo al posticipo.