Una tragedia ha scosso San Sebastiano al Vesuvio, un comune in provincia di Napoli: Santo Romano, ragazzo di 19 anni residente a Casoria, è stato ucciso poco dopo la mezzanotte di ieri 1° novembre 2024 in una piazza della stessa San Sebastiano.
Nonostante la corsa in ospedale, il 19enne è morto a causa di un colpo d'arma da fuoco. Le indagini hanno portato al fermo di un ragazzo di 17 anni, ma le circostanze del suo coinvolgimento così come della sparatoria sono ancora da accertare.
Messaggi di cordoglio sono stati espressi non soltanto dal sindaco di San Sebastiano, ma anche dagli amici e dagli altri ragazzi che giocavano con Romano nell'ASD Micri.
Morto per una lite nella quale, forse, non era rimasto nemmeno coinvolto: così Santo Romano, conosciuto da tanti come Santino, è venuto a mancare poco dopo la mezzanotte di ieri 1° novembre 2024. Nato nell'aprile 2005, il 19enne giocava come portiere dell'ASD Micri, squadra di Pomigliano d'Arco che partecipa al campionato di Eccellenza campana.
I fatti, secondo le prime informazioni disponibili, sono avvenuti a San Sebastiano al Vesuvio, un comune di poco più di 8mila abitanti in provincia di Napoli. In piazza Raffaelle Capasso due gruppi di ragazzi cominciano a litigare, con spintoni e parole grosse: l'accusa è che qualcuno ha pestato il piede di un ragazzo, sporcandogli la scarpa.
Ad un certo punto i due gruppi si allontanano e la situazione sembra essersi calmata: un 17enne però decide di tornare in piazza a bordo della sua minicar, dalla quale scende armato di una pistola. Il giovane esplode alcuni colpi tra la folla: a farne le spese per l'appunto Romano, colpito al petto e deceduto poi all'Ospedale del Mare a Napoli.
Un amico del 19enne è rimasto ferito di striscio al gomito per un altro colpo di pistola. Il 17enne si è poi allontanato dalla piazza a bordo della sua minicar, ma è stato poi fermato dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco e dai colleghi della stazione di San Sebastiano al Vesuvio: portato in caserma, è stato posto sotto interrogatorio. Al momento non è stato preso alcun provvedimento nei suoi confronti.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in piazza Capasso sono state acquisite dagli inquirenti, che stanno cercando di capire la dinamica di una morte che a molti è apparsa ingiusta e crudele.
Romano era tifoso del Napoli ed era molto legato ai suoi genitori: insieme a loro viveva a Casoria, sempre in provincia di Napoli, anche se era nato ad Acerra. Insieme all'amico ferito, come detto, giocava nell'ASD Micri e aveva da poco festeggiato la promozione della sua squadra nel campionato di Eccellenza.
A quest'ennesima morte che a molti è parsa insensata e ingenerosa, sono seguiti messaggi di condoglianza alla famiglia di Romano e richieste che le autorità competenti risolvano una volta per tutte un problema che ciclicamente si presenta in alcune parti di Napoli e provincia.
Non è tanto una questione di malamovida, come alcuni abitanti di San Sebastiano al Vesuvio hanno raccontato, quanto di persone che ritengono necessario l'uso brutale della forza per risolvere anche i più piccoli screzi, così come l'assenza di strutture educative e ricettive che possano offrire qualcosa in più che disoccupazione o miseria.
La criminalità organizzata sostituisce lo stato fornendo a ragazzi e ragazze molto giovani soldi, prestigio e anche una posizione che permette loro di sentirsi qualcuno e soprattutto avere uno scopo che guidi le loro giornate.
Anche se non è possibile al momento indicare che il 17enne fermato sia legato a qualche baby gang o alla criminalità organizzata, Francesco Emilio Borrelli di AVS ricorda sul suo profilo Facebook quanto sia onnipresente una certa esaltazione della morte e della violenza da parte di chi si è trovato coinvolto nella vicenda.
Come sottolinea infatti lo stesso Borrelli, il 17enne avrebbe postato sui suoi profili social foto e video in cui maneggia delle pistole (non si sa se vere o finte) con scritte del tipo "Fino alla morte" o "Non temere nulla":
Come accennato, l'interrogatorio del 17enne dovrebbe chiarire i contorni della vicenda e spiegare tutti gli elementi che hanno portato alla morte del giovane Romano.
In queste circostanze è sicuramente difficile descrivere il dolore che ha colpito la comunità di San Sebastiano al Vesuvio, ovviamente non soltanto chi conosceva il 17enne ma anche tutti quegli altri ragazzi che abitano quel comune da 8mila abitanti circa.
Torna quindi l'attenzione della cronaca verso contesti nei quali in tanti, specialmente giovani, sembrano non avere altre alternative ad una vita al confine fra legalità ed illegalità o, se non altro, in attesa di un qualche aiuto esterno che possa supplire anche alla mancanza dello stato.
Di recente anche la morte di Emanuele Tufano, 15enne ucciso a Napoli alla fine di questo ottobre, aveva mostrato come la criminalità fatta di giovanissimi non fosse sparita e che resistesse ancora quella mentalità tale che anche la più piccola offesa doveva esser sistemata con qualche atto di forza.
Le parole di Borrelli sulle baby gang accompagnano le testimonianze che in queste ore chi conosceva da vicino Romano sta diffondendo a mezzo stampa. In tanti sono concordi nel ricordare un ragazzo al quale piaceva giocare a calcio, stare con i propri amici e la propria fidanzata. L'ASD Micri, la società di Eccellenza campana per la quale Romano era tesserato, ha pubblicato un toccante saluto su Facebook:
La partita che l'ASD Micri avrebbe dovuto affrontare domani 3 novembre contro l'Albanova (a Casal di Principe, in provincia di Caserta) è stata rinviata a data da destinarsi.
Il parroco di San Sebastiano, Don Enzo Cozzolino, ha indetto una marcia contro la violenza per domani, raccogliendo non solo l'adesione del deputato di AVS ma anche quella del sindaco di San Sebastiano al Vesuvio, Giuseppe Panico, dj Mimmo Filosa, presidente di Unipan, delle associazioni del territorio e della Pro Loco.