Quando una leggenda ha quasi un secolo di vita, bisogna maneggiarla con molta cura. Ogni singolo dettaglio, dal suo aspetto esteriore ai recessi più intimi della sua personalità, ha infatti un significato preciso ed è ben noto. Il personaggio di Superman, nato nel 1938, è una leggenda di queste proporzioni e non deve sorprendere, dunque, che il regista della sua nuova incarnazione cinematografica, James Gunn, sia costretto a soffermarsi su un particolare apparentemente frivolo come... le sue mutande!
È lo stesso Gunn a spiegare come la decisione di inserirle o meno nel costume definitivo indossato da David Corenswet non sia stata facile. Del resto, proprio quel particolare aspetto del look di Superman è da sempre quello più dibattuto, al cinema come nei fumetti. Se, infatti, colori e stile sono rimasti pressoché invariati nel corso dei decenni, l'indumento intimo con il suo rosso acceso è stato ripetutamente tolto o rimesso, in base alle preferenze dei singoli autori.
In questo caso, Gunn rivela come sia stato proprio Corenswet a fornire il motivo per giustificare la scelta di inserirle. Una ragione che appare perfettamente in linea con il tono che Gunn intende dare alla sua versione positiva e ottimista del supereroe.
Il regista ha spiegato il retroscena durante la visita sul set della pellicola concessa lo scorso giugno alla stampa statunitense e di cui oggi, 18 dicembre 2024, sono usciti i primi report.
Che in un'occasione simile, nella quale veniva data l'opportunità ai giornalisti di osservare da vicino e fare domande su uno dei film più attesi degli ultimi anni, una delle prime questioni sollevate sia stata quella dei mutandoni dell'eroe di Krypton, spiega quanto questa sia considerata cruciale dall'opinione pubblica.
my favorite superman set photos we’ve gotten so far pic.twitter.com/ArBRQJkNmo
— Matt Ramos (@therealsupes) July 5, 2024
Gunn non si è sottratto e anzi ha risposto con la serietà che l'argomento evidentemente richiede. Il co-presidente dei DC Studios ha confessato che, inizialmente, era orientato per una versione del costume priva dei mutandoni e che a fargli cambiare idea sia stato l'interprete dell'eroe, David Corenswet, quando gli ha detto che uno degli obiettivi di Superman è che i bambini non abbiano paura di lui.
In questo pensiero c'è molto del carattere positivo del personaggio, che Gunn ha sempre dichiarato di voler mettere al centro del suo film, presentandolo come il campione di speranza che Superman è sempre stato.
E la conferma di quanto questo aspetto all'apparenza tanto secondario del look dell'eroe ne determini, invece, l'essenza, arriva dalle considerazioni analoghe fatte a suo tempo da Zack Snyder, regista della precedente incarnazione dell'eroe, interpretato da Henry Cavill.
In un dietro le quinte disponibile nelle versioni home video del primo film da lui diretto, "L'Uomo d'Acciaio" del 2013, Snyder spiega come l'aspetto del costume fosse la prima cosa di cui occuparsi. Il regista ammette di aver preso in considerazione per molto tempo l'idea di far indossare anche al suo Superman i classici mutandoni rossi, salvo poi rinunciarvi per un motivo analogo a quello di Gunn.
Anche Snyder era consapevole, dunque, di come da questa scelta dipendessero sia il tono della pellicola sia il carattere che si intende dare al personaggio. Un carattere, figlio dell'epoca sfiduciata del post 11 settembre 2001, decisamente meno solare rispetto a quello di Gunn.
Nelle interviste sul set in Ohio, Gunn si è soffermato anche su altri aspetti del suo film.
In primo luogo, il regista ha sottolineato più volte la necessità di realizzare una pellicola che il pubblico potesse trovare nuova, nonostante sia incentrata su un personaggio così conosciuto e portato sullo schermo svariate volte in passato.
Da qui, anzitutto, la decisione di evitare l'ennesima storia sulle origini del personaggio, mostrandolo già a Metropolis, in un contesto nel quale Clark Kent lavora già al Daily Planet e conosce già Lois Lane (Rachel Brosnahan) con Lex Luthor che lo odia profondamente, come anticipato dall'attore che lo interpreta, Nicholas Hoult, che aveva parlato di un villain ancora "più cattivo" che in passato.
L'obiettivo di lasciarsi alle spalle il passato è alla base, per Gunn, anche della decisione di cambiare il titolo del film dall'iniziale "Superman: Legacy" al definitivo "Superman":
E il futuro, ovviamente, si chiama DC Universe.
Non è un segreto, infatti, che "Superman" sarà la pellicola chiamata a gettare le fondamenta del nuovo corso dei supereroi DC sul grande schermo. Gunn però ha troppa esperienza in questo genere di cose (maturata nei molti anni passati alla concorrenza, nel Marvel Cinematic Universe) per considerare un film solo come semplice parte di una narrazione più estesa, come fosse un episodio di una lunga soap opera.
Tutt'altro, il regista è consapevole che, per dare un futuro realmente roseo per il franchise, il suo "Superman" dovrà funzionare in primo luogo come film indipendente. E quando gli è stato chiesto se ci saranno passaggi al suo interno che serviranno a introdurre progetti futuri, la sua risposta è stata categorica:
Le parole di James Gunn alimentano una serie di aspettative e speculazioni inevitabili, dal momento che si parla di una delle pellicole più attese del prossimo anno, dedicata al supereroe classico per eccellenza. Se il suo film e la sua versione del personaggio saranno in grado di reggere il peso di tante ambizioni, lo sapremo solamente quando arriverà nelle sale cinematografiche, il 10 luglio 2025.