Il dramma, dopo l'orrore. Non hanno avuto ancora alcun esito le ricerche del cadavere di Jhoanna Nataly Quintanilla, la babysitter 40enne, di origine salvadoregna, uccisa dal fidanzato Pablo Gonzalez Rivas, suo connazionale. Lui, dopo aver confessato il femminicidio sabato 8 febbraio, ha spiegato di aver gettato il corpo- nascosto in un borsone- in un "fosso" vicino a una rotonda.
Un'indicazione talmente vaga da costringere i carabinieri a perlustrare un'area molto ampia tra i comuni di Inzago e Treviglio lungo l'Adda, nelle province di Milano e Bergamo. A causa della pioggia non possono essere utilizzati droni oppure elicotteri.
Intanto l'indagato resta in carcere, come stabilito ieri 9 febbraio dalla gip di Milano, Anna Calabi, che ha convalidato il fermo.
Il servizio di Ore 14 del 7/02/2025 sul fermo del fidanzato della vittima
I militari stanno continuando a perlustrare ogni angolo, ogni canale o fosso dalla mattinata di ieri, 9 febbraio, alla ricerca del cadavere di Jhoanna Nataly, uccisa nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Purtroppo le ricerche, finora, non hanno dato l'esito sperato. Le condizioni meteorologiche potrebbero renderne ancora più complessa l'individuazione, dato che la pioggia potrebbe averlo trascinato altrove.
Pablo Gonzalez Rivas ha detto di non ricordare l'esatto percorso, ma di aver guidato lungo una strada larga (la tangenziale) per poi imboccare una strada secondaria, nella direzione Treviglio - Cassano d'Adda. Dopo aver proseguito per un altro tratto, avrebbe notato un fosso sul lato destro della carreggiata, in cui avrebbe scaricato la valigia.
Finché la salma non viene recuperata, non sarà possibile effettuare l'autopsia e risalire alle cause della morte della 40enne; né capire se sia stata smembrata per poter entrare nel borsone. Dettagli agghiaccianti che si sommano a un movente ancora misterioso.
Secondo quanto riferito dal fidanzato, la donna sarebbe deceduta in seguito a un gioco erotico finito in tragedia. Ha confessato di averle 'spezzato il collo' durante un rapporto sessuale in cui lei si trovava sopra di lui. Preso dal panico per quanto accaduto, si sarebbe disfatto del corpo. Una versione che, però, non convince gli investigatori, né gli amici della donna.
Potrebbe essere un tentativo di alleggerire la propria posizione: il 48enne, infatti, è accusato al momento di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.
Il servizio del Tg3 sulle ricerche del cadavere di Jhoanna Nataly Quintanilla Valle
Pablo Heriberto Gonzalez Rivas, fermato la sera del 7 febbraio, è comparso davanti alla gip di Milano, Anna Calabi, nella giornata di domenica 9 febbraio. La giudice ha deciso di convalidare il fermo e applicato la custodia cautelare in carcere per il reo confesso, assistito dall'avvocata Paola Selleri. Quindi è stato condotto a San Vittore.
Secondo la gip l'uomo potrebbe inquinare le prove o tentare la fuga. Come riferito nell’interrogatorio di convalida dallo stesso Gonzalez Rivas, era in procinto di partire per Lisbona senza la sua compagna. Esclusa, invece, la possibilità di reiterazione del reato.
Intanto gli investigatori continuano a indagare per fare luce sulle modalità del femminicidio. Oltre a voler fare luce su eventuali problemi all'interno della coppia o di carattere economico, domani 11 febbraio verranno eseguite verifiche all'interno del monolocale alla Bicocca in cui la coppia conviveva da sei anni. Verranno inoltre controllati la cantina e il box, alla ricerca di tracce dell'omicidio.
Inoltre verrà analizzata la copia forense dello smartphone del 48enne.
Pablo Gonzalez Rivas aveva denunciato la scomparsa della compagna solo una settimana dopo il suo ultimo avvistamento, registrato nel pomeriggio del 24 gennaio 2025. A lanciare l'allarme, per prima, era stata la datrice di lavoro di Jhoanna, che non l'aveva vista arrivare. Anche le amiche avevano diramato un appello affinché venisse ritrovata.
La notizia della sua morte ha gettato nello sconforto familiari, amici e parenti, che continuano a condividere il loro dolore sui social. Ieri, domenica 9 febbraio, è stata celebrata una messa in sua memoria.
Jhoanna viene descritta dalle sue amiche e dalla sua famiglia come una donna "guerriera", allegra e amante dei viaggi, che merita giustizia. Su Facebook sta girando un appello affinché il suo assassino venga estradato nel suo Paese, El Salvador, per essere processato e richiuso nel carcere di massima sicurezza Cecot.