Il TFR è una somma di denaro spettante al lavoratore una volta concluso il rapporto di lavoro e conoscere le modalità di calcolo è importante per capire e sapere quanto spetta.
Chiamato anche liquidazione o buona uscita, è un elemento molto importante della retribuzione. Ha la funzione di garantire al lavoratore una disponibilità economica aggiuntiva una volta conclusa l’attività lavorativa.
Nell’articolo, spiegherò come si effettua il calcolo, come funziona la rivalutazione e la tassazione. Nel frattempo, ti consiglio di vedere il video YouTube pubblicato da Lexplain, in cui viene offerta una panoramica completa sul Trattamento di fine rapporto.
Il Trattamento di fine rapporto (TFR) è una somma di denaro accantonata che il datore di lavoro deve corrispondere al lavoratore una volta concluso il rapporto lavorativo.
Non lo si deve intendere come un regalo di fine lavoro, ma è una vera e propria parte della retribuzione del lavoratore dipendente. Infatti, è una forma di retribuzione differita, pensata proprio con lo scopo di garantire al lavoratore un sostegno economico una volta conclusa l’attività lavorativa.
La liquidazione o buona uscita spetta a prescindere dal motivo di cessazione del lavoro. Ne hanno diritto i lavoratori prossimi alla pensione, quelli con contratto a tempo determinato in scadenza oppure chi sta valutando di presentare le dimissioni.
Proprio per queste ragioni è molto importante capire come si effettua il calcolo del proprio TFR, affinché si possa pianificare al meglio il futuro economico e, eventualmente, come destinarlo. Ci sono alcuni casi in cui si può chiedere l'anticipo del TFR come per estinguere il mutuo prima casa.
Con il passare degli anni e con il susseguirsi delle leggi, la normativa sul Trattamento di fine rapporto ha subito un gran numero di modifiche.
Fino alla fine degli anni Ottanta, il TFR è stato calcolato in proporzione all’anzianità di servizio del dipendente. Si calcolava riferendosi all’ultima retribuzione percepita che veniva moltiplicata per il numero degli anni di servizio.
Attualmente, il calcolo del TFR si effettua secondo quanto disposto dall’articolo 2120 del Codice Civile. In che modo?
Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi, la retribuzione annua, ai fini del comma precedente, include tutte le somme corrisposte in relazione al rapporto di lavoro, compreso l'equivalente delle prestazioni in natura, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto erogato a titolo di rimborso spese.
Ci sono due aspetti importanti sul TFR: da una parte la rivalutazione e dall’altra la tassazione.
Ogni anno, alla quota accantonata si applica un tasso di rivalutazione fisso dell’1,5%. A tale tasso, si aggiunge una quota variabile pari al 75% dell’aumento dell’inflazione.
Tuttavia, l’ammontare accumulato dell’ultimo anno non viene rivalutato perché non è oggetto di erosione inflazionistica.
Il tasso di rivalutazione del TFR dipende dall'inflazione registrata nei mesi precedenti. Di conseguenza, era prevedibile che, a causa dell'aumento dei prezzi, si registrasse un tasso di rivalutazione particolarmente elevato.
Passiamo ora alla tassazione. Per calcolare l'importo netto a partire dal lordo, non si applica la tassazione IRPEF ordinaria con le aliquote e gli scaglioni previsti per l'anno di liquidazione del TFR.
Invece, si utilizza un'aliquota media, che viene determinata considerando le aliquote IRPEF degli anni in cui le singole quote di TFR sono state maturate.
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una somma che spetta al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro, considerata una parte della retribuzione differita. Il calcolo del TFR si basa sull'ultima retribuzione annuale, divisa per 13,5, e viene rivalutato annualmente con un tasso fisso dell'1,5% più una parte variabile legata all'inflazione.
La liquidazione è dovuta indipendentemente dal motivo della cessazione del contratto e può essere utilizzata come sostegno economico futuro. La tassazione del TFR non segue le aliquote Irpef ordinarie, ma un'aliquota media calcolata sugli anni in cui è stato maturato. Il tasso di rivalutazione del 2023 è stato fissato al 2,32%.