18 Feb, 2025 - 15:44

Pitbull, cosa c'è da sapere? L'esperta: "Razza non per tutti, sono cani che vanno saputi gestire"

Pitbull, cosa c'è da sapere? L'esperta: "Razza non per tutti, sono cani che vanno saputi gestire"

I pitbull sono pericolosi? Possono aggredire i propri padroni? Come si comportano con i bambini? Sono solo alcune delle domande che in molti si stanno ponendo dopo il tragico caso di cronaca di Acerra, dove una bimba di soli nove mesi è stata sbranata dal cane di famiglia. Tag24 ne ha parlato con l'addestratrice cinofila Ilaria Ciccarelli, esperta nel recupero comportamentale di cani problematici e da tempo collaboratrice dell'Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali).

Cosa c'è da sapere sui pitbull? La parola dell'esperta

Secondo le prime ricostruzioni, il pitbull che nel Napoletano ha aggredito e ucciso una bambina, aveva già mostrato segni di pericolosità, attaccando mortalmente un altro cane. Per questo, in tanti hanno parlato di una "tragedia annunciata". 

Non è la prima volta, però, che razze simili salgono alla ribalta delle cronache per episodi violenti. Qual è il problema? "Ogni cane ha delle doti naturali, degli aspetti che formano la sua identità canina, tra cui rientrano la tempra, l'aggressività e l'istinto predatorio", spiega l'esperta.

"Si tratta di caratteristiche più o meno accentuate che si tramandano di branco in branco e da soggetto a soggetto, dando al cane di una determinata razza informazioni che l'uomo non può modificare. Parliamo di 'memoria di razza'", prosegue Ciccarelli.

"I pitbull sono terrier, sono cioè cani programmati per andare a caccia. Per questo motivo, sono molto reattivi quando percepiscono delle prede in movimento. Sono cani da combattimento e, per natura, tendono ad avere difficoltà nel relazionarsi con altri animali".

I pitbull, come gli altri cani, "non impazziscono"

Secondo Ciccarelli, in pratica, "i pitbull sono potenzialmente pericolosi" non perché siano cattivi, ma perché "hanno un istinto predatorio molto sviluppato" e "una mascella pensata per la presa". Significa che, in determinate circostanze, possono attaccare. E che, quando lo fanno, lo fanno "con l'intento di uccidere, finché quella che percepiscono come una preda non è inerme".

Quello che bisogna capire è "che non impazziscono", ma che, piuttosto, agiscono "per una motivazione". "Alcuni cani mordono perché hanno dolori, come un'otite", spiega l'esperta. "Nel caso specifico dei pitbull, è anche una questione di 'memoria di razza'". 

Cosa fare, dunque? "Gestirli, che significa contenerli. Non possiamo di certo spiegare loro che non è giusto andarsene in giro ad attaccare altri cani, quando sono stati creati per farlo, ma possiamo insegnargli a fermarsi, per esempio. Prima di adottarli o acquistarli, è fondamentale informarsi".

Il tutto facendosi "guidare da professionisti", perché "il cane non mente mai" e "spesso, quando già da piccolo si mostra particolarmente reattivo, può diventare pericoloso, e in una casa con bambini non è consigliabile tenerlo". 

Perché i pitbull possono attaccare i bambini?

Tra le doti dei pitbull, c'è la possessività, non solo verso il territorio, ma anche nei confronti dei propri padroni. "Sanno essere molto gelosi", spiega l'esperta, "e l'arrivo di un bambino può essere traumatico per loro". 

Bisogna prepararli, "mettendo delle distanze fin dall'inizio della gravidanza e abituandoli poi pian piano all'odore del nascituro, in modo che non lo percepiscano come estraneo. Sono piccole accortezze, che non escludono i cani, bensì lo aiutano a rimanere parte della famiglia".

"Quando accadono episodi simili a quello di Acerra - penso anche al bambino aggedito ad Eboli l'anno scorso -, e i cani diventano manifestatamente aggressivi, finiscono in canile, perché tante persone non se la sentono più di tenerli". La chiave sarebbe la prevenzione, ma non è sempre facile.

"Siccome i canili sono pieni, molte fantomatiche associazioni tendono ad affidare i pitbull senza troppe remore. Questo porta ad un aumento di casi come quello recente, proprio perché non sono cani per tutti, e vanno saputi gestire". 

Che fine fanno i soggetti aggressivi? 

È un tema complesso, su cui si riflette ormai da anni. Intanto, episodi come quello accaduto sabato scorso continuano a verificarsi. Il pitbull che ha sbranato la piccola Giulia, privo di microchip, è stato portato in canile.

"In caso di morsicature così gravi, i cani vengono tenuti sotto osservazione per dieci giorni, anche per escludere che siano affetti da rabbia (un retaggio degli anni Settanta). Trascorsa questa fase, entrano in gioco i tecnici, che insieme ai veterinari devono fare una serie di valutazioni".

"Alcuni cani attaccano a causa di malattie o patologie. Nei casi più estremi, vengono soppressi. Negli altri casi, vengono tenuti in strutture dove possono essere riabilitati, rieducati - conclude l'esperta -. Difficilmente vengono ridati in adozione, ma almeno continuano a vivere". 

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Sara D'Aversa
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