Sono state chiuse le indagini sull'omicidio di Sara Centelleghe, la ragazza di neanche 19 anni che lo scorso 26 ottobre è stata uccisa con 67 coltellate nella sua abitazione di via Nazionale 142, a Costa Volpino, in provincia di Bergamo. Il killer, reo confesso, si chiama Jashan Deep Badhan e rischia ora l'ergastolo.
[advBanner]A dare l'allarme, dopo aver trovato il corpo senza vita della giovane in camera da letto, fu l'amica che stava trascorrendo la serata insieme a lei, uscita, secondo le prime ricostruzioni, per andare a prendere qualcosa da bere al distributore automatico sotto casa.
[advBanner]Una volta giunti sul posto, gli inquirenti - seguendo le impronte lasciate sul corridoio e sulle scale - riuscirono ad individuare subito il presunto killer, un 19enne di origine indiana residente nello stesso complesso residenziale, ma in una scala diversa rispetto a quella della vittima.
[advBanner]Una volta fermato e trasferito in caserma, il ragazzo, elettricista di professione, ammise le sue responsabilità, senza tuttavia fare luce sul movente. Si ipotizzò dapprima un omicidio a sfondo sessuale. Poi, però, successe qualcosa.
[advBanner]Dall'analisi del suo telefono cellulare, emerse che quella sera Badhan aveva un appuntamento con l'amica di Sara. Che quindi non era scesa per comprare da bere, come emerso all'inizio, ma per incontrarlo e cedergli dell'hashish in cambio di cocaina. Solo che lui aveva preso le scale e lei l'ascensore. Quindi, alla fine, non si erano incrociati.
[advBanner]Il servizio mandato in onda dalla trasmissione Rai "Porta a Porta" il 30 ottobre 2025.
[advBanner]Mentre lei lo aspettava di sotto, il giovane, approfittando della porta aperta, entrò nell'appartamento in cui Sara viveva insieme alla madre (assente al momento dei fatti) e si mise alla ricerca della sostanza stupefacente rimasta in casa, convinto che ce ne fosse. Quando la ragazza lo contattò, le disse di non essere più uscito perché i genitori lo avevano "sgamato".
[advBanner]Proprio in quei momenti, Sara, che stava per addormentarsi dopo ore di studio, sentì un rumore, lo vide nel buio e gli chiese: "Chi sei?". A quel punto, lui la aggredì, prendendola a pugni e poi accoltellandola con delle forbici in vari punti del corpo, fino a lasciarla inerme. Infine, le rubò il cellulare e, come era arrivato - in ciabatte - se ne andò, lasciando dietro di sé una scia di sangue.
[advBanner]"Si è spaventato e la situazione 'gli è sfuggita di mano'", disse il suo avvocato dopo il fermo, spiegando che lui stesso era esterrefatto per l'accaduto. Gli inquirenti gli contestano l'omicidio volontario aggravato dallo scopo di rapina, dalla minorata difesa della vittima e dalla crudeltà: elementi che, a processo, potrebbero costargli l'ergastolo.
[advBanner]Sara avrebbe compiuto 19 anni lo scorso novembre. Quando è stata uccisa, studiava al liceo socio-sanitario "Ivan Piana" di Lovere e sognava di diventare chirurgo estetico. "Se c'era una brava al mondo, questa era Sara", dichiarò il padre ai giornalisti, chiedendosi il motivo della sua "insensata morte".
[advBanner]"Si stava affacciando alla vita piena di speranze", aggiunse, ricordando che a breve la figlia avrebbe conseguito l'agognato diploma. Non ne ha avuto la possibilità. Restano ora solo l'amarezza e la rabbia dei familiari, che si augurano almeno che il suo assassino paghi per quello che ha fatto.
[advBanner]La madre, Marilisa Gambarini, tra i primi ad essere contattati dall'amica quella tragica notte, ha dichiarato al Corriere della Sera di aspettarsi "la pena più alta possibile. Anche se cambia poco", visto che sua figlia non tornerà più.
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Il Quotidiano Online dell'Ateneo
Niccolò Cusano di Roma
Quotidiano telematico. Registrato al n.12/2015 del 21 gennaio 2015 Tribunale di Roma.
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