Un interrogatorio durato oltre cinque ore, in cui Mark Samson ha raccontato davanti al gip i dettagli sull'omicidio della sua ex fidanzata Ilaria Sula: le coltellate, l'agguato alle spalle, "il raptus".
Il 23enne di origini filippine ha ribadito davanti al giudice quanto già in parte dichiarato davanti al pm e alla polizia giudiziaria. Nel corso dell'atto istruttorio di oggi, venerdì 4 aprile 2025, all'interno del carcere di Regina Coeli a Roma, non ha però risposto alle domande sui genitori. Limitandosi a dire di aver "agito da solo".
Le sue dichiarazioni sono al vaglio degli inquirenti, mentre l'attenzione si è spostata sulla madre del 23enne, in particolare per alcune sue affermazioni che avrebbero insospettito gli investigatori.
"Ho avuto un raptus, ho agito di impulso", ha affermato il giovane, aggiungendo di aver colpito Ilaria "alle spalle", per poi buttare via l'arma. Nessuna premeditazione, quindi, secondo le sue parole.
"L'ho uccisa da solo, nessuno mi ha aiutato" ha poi ribadito.
Ma quando è morta Ilaria? Stando alle dichiarazioni del 23enne, l'avrebbe accoltellata la mattina del 26 marzo, dopo che Ilaria aveva scelto di dormire a casa sua per evitare di prendere i mezzi pubblici.
Il 25 marzo si era recata nell'appartamento in cui il suo ex viveva con i genitori per restituirgli dei vestiti. Avrebbe comunicato a un'amica, quella stessa sera intorno alle 20, che si trovava in via Homs. Per un anno aveva frequentato assiduamente quella casa, finché la relazione, tra alti e bassi, si era conclusa.
"L'ho uccisa per gelosia, ma amavo Ilaria" ha detto il giovane davanti al gip. Ha raccontato di essersi scagliato contro di lei dopo aver visto un messaggio da parte di un uomo sul cellulare della ragazza.
L'avrebbe uccisa con un coltello portato in camera per la colazione, che poi avrebbe buttato nella spazzatura insieme ad alcuni stracci, usati per ripulire la sua camera da letto.
La testimonianza di un amico di Ilaria a Pomeriggio Cinque - 4/04/2025
Mark Samson ha ammesso di averle sferrato due coltellate. Dall'autopsia, effettuata il 3 aprile sul corpo della 22enne, sarebbe invece emerso che a ucciderla sono state tre coltellate, profonde, al collo: una quarta l'ha graffiata solo superficialmente.
Intanto diverse macchie di sangue sono state trovate nell'abitazione dell'indagato dalla Squadra Mobile, soprattutto in camera da letto. Nessuna traccia ematica è stata invece trovata nell'auto usata per trasportare il corpo.
Si cerca ancora il telefonino della vittima, che il giovane ha raccontato di aver gettato in un tombino.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso 23enne, dopo aver ucciso Ilaria ha prima messo il corpo in un sacco nero, poi lo ha nascosto in una grossa valigia. Quindi avrebbe gettato il corpo a Poli, sui monti Prenestini, il pomeriggio del 26 marzo. Una videocamera della statale ha ripreso l'auto di Samson, un SUV nero, passare intorno alle 18.
La 22enne è stata ritrovata in posizione fetale, parzialmente visibile all'esterno della valigia. L'assassino non avrebbe infierito sul corpo.
"Non ti preoccupare, comunque ci sta pensando la polizia". Questa la risposta di Samson a chi gli chiedeva informazioni di Ilaria, che familiari e amici stavano cercando disperatamente. Lei, però, era già morta. Rinchiusa in quella valigia diventata la sua tomba, abbandonata tra le sterpaglie.
Sarebbero otto i messaggi inviati dal telefonino della vittima.
uno di quelli ricevuti da Flamur Sula, papà della giovane uccisa. Nelle stesse ore sul profilo Instagram della ragazza è stata postata una storia: "Sto bene. Grazie a tutti". Un testo che ha insospettito gli amici, che poi hanno visto quell'account sparire da un momento all'altro.
Secondo chi indaga, sarebbe stato un tentativo di depistaggio del 23enne che, nei giorni successivi al delitto, si mostrava tranquillo e sorridente. Come se niente fosse successo.