16 Apr, 2025 - 17:00

Quante ottave aveva la voce di Whitney Houston? Potenza e talento fuori dal comune

Quante ottave aveva la voce di Whitney Houston? Potenza e talento fuori dal comune

Un timbro angelico e una potenza invidiabile, la voce di Whitney Houston aveva tre ottave e mezza ed è riuscita a incantare il mondo intero. Impossibile non ricordare canzoni leggendarie, entrate nella cultura di massa, come I Will Always Love You oppure I Have Nothing, in cui l'artista del New Jersey esprimeva tutta la sua estensione vocale, tanto da provocare i brividi negli ascoltatori. 

Una voce fuori dal comune, dalla natura straordinaria, oltre al talento, alla passione e alla conoscenza della musica, hanno reso Whitney Houston una vera e propria leggenda. Non a caso le era stato dato un appellativo molto importante, The Voice, usato in precedenza solo per riferirsi all'unico e inimitabile Frank Sinatra.

Per chi volesse un assaggio della portata della voce di Whitney Houston o semplicemente riascoltarne la magia, ecco qui:

 

Quante ottave aveva Whitney Houston: una voce fuori dal comune

Una voce iconica, diventata leggenda, che ha riscritto la storia della musica a livello mondiale: Whitney Houston aveva tre ottave e mezza e due note (A2-C#6), e si sentivano tutte, forte e chiaro. La proiezione a volte riusciva a sfiorare addirittura le quattro ottave. Era in grado di tenere la lunghezza delle sue note anche per 16 secondi, un tempo notevole.

Per tutti i meno esperti di tecnica vocale, si tratta di un'estensione davvero notevole, di cui dispongono pochi cantanti nel panorama mondiale. Per estensione vocale si intende la misura dei toni che la voce di un essere umano può raggiungere e la sua classificazione serve per identificare i vari tipi vocali in cui rientrano i cantanti (per gli uomini: basso, baritono, tenore e controtenore; per le donne: contralto, mezzo-soprano e soprano).

Tra pop e soul, con un timbro tipicamente black, la sua voce era inconfondibile, dotata di un'estensione fuori dal comuneUna vera e propria forza della natura: Whitney è stata classificata come un soprano lirico-leggero, con una potenza e un controllo incredibili, grazie ai quali riusciva ad arrivare ai repertori di un mezzosoprano.

Un registro vocale semplicemente impressionante: le sue note alte erano cristalline, brillanti, quelle basse invece calde ed estremamente affascinanti. Nell'esecuzione dei brani, sia nelle esibizioni dal vivo che nelle registrazioni in studio, la sua estensione vocale sembrava non avere confini: uno strumento fluido, in grado di spaziare ovunque.

Tecnica, emozione e controllo: i segreti di una voce incredibile

Non solo estensione vocale, Whitney Houston era molto di più. La sua voce perfetta, limpida, riusciva a destreggiarsi con grande equilibrio e controllo tra le note. Oltre all'indiscutibile potenza, la cantante possedeva una grande tecnica e metteva tutto il suo cuore nelle interpretazioni, sempre profonde e autentiche. Ogni crescendo, vibrato o virtuosismo non era lasciato al caso ma perfettamente studiato e tenuto sotto controllo dall'artista. 

In passato Clive Davis, lo storico produttore con cui la cantante ha collaborato e che ha contribuito a lanciare la sua carriera, a proposito della sua voce aveva detto: 

virgolette
Whitney aveva una voce che veniva direttamente dall'anima. Quando cantava, non era solo una performance: era un momento di verità.

"The Voice" era in grado di passare da un registro vocale all'altro e di dominare la sua potente estensione vocale con naturalezza, dando l'impressione che questa straordinaria impresa fosse in realtà un gioco da ragazzi. Modulava il volume e l'intensità della sua voce con estrema precisione e grande padronanza tecnica. Padroneggiava alla perfezione il melisma, una tecnica in cui una sola vocale viene cantata su più note diverse. Gestiva perfettamente il respiro, senza fatica tra i passaggi da un registro all'altro.

Tra le sue performance più iconiche è impossibile non menzionare quando nel 1991, mentre cantava l'inno americano, Whitney ha sfoderato un magistrale falsetto arrivando al fa5; sapeva non solo toccare ma anche sostenere un sol5, una nota davvero difficile da mantenere.

L'eredità di Whitney Houston e le altre voci potenti della musica

Nonostante il passare del tempo, la voce di Whitney resta unica e inimitabile. Ancora oggi nei corsi di canto di frequente gli insegnanti e gli esperti usano l'artista come un punto di riferimento per lo studio del canto moderno. Un'eredità artistica importante, che ha lasciato un'impronta decisiva e che continua a influenzare intere generazioni di cantanti. Pensiamo a Mariah Carey, Beyoncé, Alicia Keys, Ariana Grande e Jennifer Hudson. 

La voce di Whitney non era solo ampia e potente in termini di ottave, ma ricca di emozioni e sfumature, in grado di suscitare i sentimenti di chi l'ascoltava. Come lei stessa raccontò durante un’intervista del 1993, la voce doveva avere un'anima:

virgolette
Quando canto, voglio che la gente senta ciò che provo, non solo le note. La voce è uno strumento, ma anche un messaggero.

Whitney Houston, come abbiamo detto, era unica, ma ci sono state e continuano a esserci grandi voci che popolano le vette più inarrivabili del tempio della musica. Ricordiamo solo alcuni:

  • Diamanda Galas, cinque ottave e quattro note
  • Mariah Carey – oltre 5 ottave
  • Freddie Mercury – circa 4 ottave
  • Lady Gaga – 3 ottave
  • Maria Callas – 3 ottave
  • Aretha Franklin – 3 ottave
  • Amy Winehouse – 3 ottave

E tra le voci femminili italiane invece: 

  • Mina – oltre 3 ottave
  • Giorgia – 3 ottave e mezza
  • Arisa – circa 3 ottave
  • Laura Pausini – 3 ottave
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Francesca Mazzini
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