Durante la sua recente visita ufficiale a Washington, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attirato l'attenzione non solo per gli incontri politici, ma anche per la scelta del suo abbigliamento: un completo bianco.
In un contesto dove ogni dettaglio assume con certezza un significato, la decisione di indossare il bianco ha suscitato interesse e discussioni. Sebbene non esista un protocollo specifico che imponga determinati colori per incontri diplomatici, il bianco è spesso associato a purezza, neutralità e apertura.
Scopriamo il perché di questa scelta della nostra Premier.
Agli albori del XX secolo, la battaglia per il diritto di voto femminile infiammava le piazze. Le Suffragette, protagoniste di questa lotta, non si limitarono a discorsi appassionati e azioni di protesta audaci; adottarono una strategia comunicativa incredibilmente moderna e consapevole, utilizzando la moda come strumento politico.
Invece di sfidare apertamente le convenzioni estetiche dell'epoca, scelsero astutamente di conformarsi agli ideali di femminilità e stile contemporanei, veicolando però messaggi potenti attraverso scelte cromatiche precise.
Il bianco divenne la loro divisa per le manifestazioni pubbliche. Una scelta geniale per più motivi: innanzitutto, la sua luminosità garantiva che le donne risaltassero nelle fotografie in bianco e nero dell'epoca, amplificando la loro presenza visiva.
Inoltre, lunghi abiti bianchi erano relativamente accessibili e permettevano a donne di diverse classi sociali di unirsi alle marce senza barriere economiche evidenti, e questo creava un senso di unità. Non da ultimo, il bianco evocava tradizionalmente la purezza, un valore che le Suffragette rivendicavano per sé e per la loro causa.
Accanto al bianco, adottarono un trio cromatico carico di simbolismo: il viola rappresentava la lealtà incrollabile al movimento e la dignità della loro lotta; il verde (o talvolta l'oro) simboleggiava la speranza in un futuro di uguaglianza. Questi tre colori (viola, bianco, verde/oro) divennero onnipresenti su fasce, spille, nastri per cappelli e altri oggetti.
L'eredità di questa scelta cromatica, in particolare del bianco, ha attraversato la storia politica. Shirley Chisholm lo indossò nel 1968, diventando la prima donna nera eletta al Congresso USA.
Nel 2019, le deputate democratiche scelsero il bianco per il discorso sullo Stato dell'Unione, omaggiando le pioniere. E anche le scelte di Kamala Harris (un cappotto viola e un tailleur bianco al discorso della vittoria) sono state lette come possibili riferimenti a questo codice.
È interessante notare come Giorgia Meloni, prima donna Presidente del Consiglio italiano, abbia a volte scelto il bianco per incontri istituzionali importanti, come quello con Donald Trump, ma anche con il Papa in passato.
Sebbene le motivazioni ufficiali non siano note e il bianco possa avere molteplici significati (formalità, pace, neutralità), una possibile lettura è che questa scelta non sia casuale ma si inserisca, consapevolmente o meno, in quella scia simbolica lasciata dalle Suffragette.
Indossare il bianco, in un contesto di potere storicamente maschile e in un incontro con una figura maschile forte e divisiva come Trump, potrebbe essere visto come un modo sottile per:
Naturalmente, si tratta di un'interpretazione personale, ma la potenza evocativa del bianco come simbolo della lotta e della presenza femminile in politica è innegabile e rende plausibile questa lettura simbolica.
Insomma, dietro al bianco potrebbe nascondersi una strategia comunicativa ben studiata.