La morte di Papa Francesco ha aperto un periodo di “sede vacante” e di grande fermento, non solo tra i cardinali chiamati a eleggere il nuovo pontefice, ma anche tra i fedeli e gli osservatori di tutto il mondo.
Mai come in questa occasione, il “Toto Papa” si è acceso sui social network, dove sondaggi, discussioni e meme riflettono le speranze, le paure e i desideri di milioni di cattolici. Ecco chi sono i principali candidati al soglio pontificio secondo le tendenze social, con dati di sondaggi inventati ma basati su candidature reali.
Il collegio dei cardinali elettori, composto da circa 135-140 membri, è oggi più internazionale che mai, grazie alle nomine di Francesco che hanno dato spazio a vescovi di Asia, Africa e America Latina. Tuttavia, tra i nomi che circolano con maggiore insistenza sui social e nei media, spiccano soprattutto due italiani: Pietro Parolin e Matteo Zuppi. Accanto a loro, emergono figure di rilievo provenienti da altri continenti, a testimonianza del volto globale della Chiesa cattolica.
Per fotografare il clima che si respira tra i cattolici online, abbiamo “condotto” un sondaggio su un campione di 10.000 utenti attivi su X (ex Twitter), Facebook e Instagram, chiedendo: “Chi vorresti come prossimo Papa?”. Ecco i risultati:
Pietro Parolin si conferma il favorito, apprezzato per la sua lunga esperienza diplomatica e la capacità di dialogo in uno scenario internazionale complesso. Il suo profilo rassicura sia i cardinali più conservatori, sia quelli progressisti, che vedono in lui una figura di equilibrio e continuità.
Matteo Zuppi, presidente della CEI e arcivescovo di Bologna, è il volto del cattolicesimo sociale e progressista, vicino alla visione di Bergoglio. Sui social raccoglie consensi tra i giovani e tra chi desidera una Chiesa ancora più aperta, inclusiva e impegnata per la pace.
Luis Antonio Tagle, filippino, rappresenta la speranza di una Chiesa ancora più globale e attenta alle periferie del mondo. Il suo carisma e la sua attenzione ai poveri lo rendono molto popolare soprattutto tra i cattolici asiatici e sudamericani.
Fridolin Ambongo Besungu, dal Congo, è il candidato dell’Africa: la sua elezione segnerebbe una svolta storica, con il primo Papa africano dell’epoca moderna. È sostenuto da chi chiede una Chiesa più vicina alle sfide del Sud globale.
José Tolentino de Mendonça, portoghese, è il teologo del dialogo: la sua apertura ai mondi cristiani non cattolici e ai non credenti lo rende un outsider di peso, apprezzato dagli intellettuali e dai cattolici più aperti.
Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, è il candidato della pace in Medio Oriente e del dialogo interreligioso, ma la sua popolarità resta più circoscritta.
Jean-Claude Hollerich, lussemburghese, è noto per la sua attenzione ai temi sociali e per la sua apertura, ma non sembra raccogliere grandi consensi fuori dall’Europa.
Robert Sarah, guineano, rappresenta la corrente conservatrice e raccoglie il consenso di chi sogna un ritorno a una Chiesa più tradizionale.
Sui social, il “Toto Papa” non è solo una questione di preferenze, ma anche di identità, geopolitica e visione della Chiesa. Gli hashtag #PapaParolin e #PapaZuppi sono tra i più usati, seguiti da #PapaTagle e #PapaAfricano. I meme si sprecano: Parolin viene rappresentato come il “grande mediatore”, Zuppi come il “Papa dei poveri”, Tagle come il “ponte tra Oriente e Occidente”.
Non mancano le “cordate digitali”, con gruppi Facebook e thread su Reddit che sostengono un candidato o l’altro, spesso con argomentazioni molto simili a quelle dei cardinali in Conclave: c’è chi teme un ritorno all’era pre-Bergoglio, chi invece auspica una svolta radicale, chi punta sulla continuità delle riforme.
Dai commenti emerge che la maggioranza degli utenti social vorrebbe un Papa capace di:
Non manca, però, una minoranza che chiede un ritorno a una maggiore ortodossia dottrinale, soprattutto nei confronti delle aperture su morale sessuale, celibato e ruolo delle donne.
Il vero Conclave si svolgerà a porte chiuse, ma mai come oggi la pressione dell’opinione pubblica, amplificata dai social, pesa sulle scelte dei cardinali. Il “Toto Papa” digitale, con i suoi sondaggi, meme e hashtag, non eleggerà il prossimo pontefice, ma racconta una Chiesa in movimento, dove la voce dei fedeli – anche online – chiede di essere ascoltata.
Qualunque sarà la scelta, il prossimo Papa dovrà confrontarsi con un mondo sempre più complesso e con una comunità cattolica globale, esigente e connessa. E forse, proprio dai social, potrà cogliere il segno dei tempi e le sfide che lo attendono.