Il cardinale Giorgio Marengo rappresenta una delle figure più sorprendenti e innovative dell’attuale Collegio cardinalizio. Missionario, vescovo e prefetto apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia, Marengo incarna la dimensione universale e periferica della Chiesa voluta da Papa Francesco.
La sua storia, segnata da una vocazione precoce, da una formazione rigorosa e da una scelta radicale per la missione, lo rende oggi uno dei cardinali più giovani e simbolici della Chiesa cattolica contemporanea.
Giorgio Marengo nasce a Cuneo il 7 giugno 1974, ma cresce a Torino dagli anni Ottanta, dove frequenta il liceo classico Cavour e partecipa attivamente al gruppo scout Agesci Torino 18. Fin da giovane si distingue per una profonda spiritualità e un forte impegno ecclesiale.
Dopo la maturità, entra tra i Missionari della Consolata, iniziando un percorso di formazione filosofica e teologica: dal 1993 al 1995 studia Filosofia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e dal 1995 al 1998 Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Tra il 2000 e il 2006, consegue la Licenza e il Dottorato in Missionologia alla Pontificia Università Urbaniana, specializzandosi nello studio della missione ad gentes.
Il 24 giugno 2000 emette la professione perpetua come Missionario della Consolata e il 26 maggio 2001 viene ordinato sacerdote dal cardinale Severino Poletto nella chiesa del Beato Giuseppe Allamano a Torino.
Appena ordinato sacerdote, Marengo viene inviato in Mongolia, una delle terre di missione più remote e sfidanti per la Chiesa cattolica. Qui, ad Arvaiheer, svolge il suo ministero pastorale dal 2000 al 2003, diventando il primo rappresentante dei Missionari della Consolata nel Paese asiatico.
In Mongolia, Marengo si dedica all’evangelizzazione e alla costruzione di una piccola ma vivace comunità cristiana, composta da circa 1.500 fedeli in tutto il Paese.
Dal 2016, oltre a essere parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvajhėėr, ricopre il ruolo di consigliere regionale per l’Asia e superiore dell’ordine per la Mongolia, coordinando l’attività missionaria in un contesto segnato da dialogo interreligioso, povertà e grande distanza culturale.
Il 2 aprile 2020 Papa Francesco lo nomina prefetto apostolico di Ulaanbaatar, affidandogli la guida della Chiesa cattolica in Mongolia, una delle più giovani e piccole al mondo.
L’8 agosto 2020 riceve la consacrazione episcopale dal cardinale Luis Antonio Tagle, altro simbolo della Chiesa asiatica e missionaria. In questa veste, Marengo si distingue per uno stile pastorale improntato alla semplicità, all’ascolto e al dialogo con le culture locali, in perfetta sintonia con la visione di una Chiesa “in uscita” promossa da Papa Francesco.
Il 29 maggio 2022, durante il Regina Coeli, Papa Francesco annuncia la sua nomina a cardinale, ufficializzata nel Concistoro del 27 agosto 2022. A soli 48 anni, Marengo diventa così il più giovane cardinale del Collegio cardinalizio, ricevendo il titolo di San Giuda Taddeo Apostolo. La sua nomina rappresenta un segnale forte: la Chiesa guarda alle periferie e valorizza l’impegno missionario come cuore pulsante della sua identità.
Come cardinale elettore, Marengo avrà diritto di voto in Conclave fino al compimento degli 80 anni, ovvero fino al 2054. Attualmente è membro del Dicastero per l’Evangelizzazione, organismo centrale per la promozione della missione nel mondo. La sua presenza nel Collegio cardinalizio testimonia la volontà di Papa Francesco di rafforzare la dimensione missionaria e universale della Chiesa, dando voce a realtà spesso marginali nel panorama ecclesiale globale.
Marengo è noto per la sua capacità di “sussurrare il Vangelo”, come recita il titolo di un articolo a lui dedicato, ovvero di annunciare la fede con discrezione, rispetto e attenzione alle persone e alle culture.
In Mongolia, dove la Chiesa è una presenza minuscola in mezzo a una popolazione a larga maggioranza buddhista, il cardinale ha puntato tutto sulla testimonianza silenziosa, sull’ascolto e sulla costruzione di relazioni autentiche. In diverse interviste, Marengo ha sottolineato il valore della “piccolezza” e della trasparenza, elementi che considera centrali per la Chiesa del futuro.
La figura di Giorgio Marengo è oggi simbolo di una Chiesa giovane, dinamica e pronta a mettersi in gioco nelle periferie del mondo. La sua esperienza missionaria, la sua formazione teologica e la sua apertura al dialogo lo rendono uno dei cardinali più interessanti e innovativi dell’attuale panorama ecclesiale.
La sua storia personale, fatta di coraggio, dedizione e umiltà, rappresenta una risposta concreta alla chiamata di Papa Francesco a una Chiesa “in uscita”, capace di abitare le periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo.
In un’epoca di grandi trasformazioni, Giorgio Marengo incarna la speranza di una Chiesa che non ha paura di confrontarsi con il nuovo, di valorizzare la diversità e di annunciare il Vangelo con semplicità e autenticità. Il suo percorso, dalla provincia piemontese alle steppe della Mongolia, è la testimonianza vivente di una fede che sa farsi prossima, anche nei luoghi più lontani e inattesi del pianeta.