22 Apr, 2025 - 10:13

Nuovo Papa, chi è il favorito tra Parolin, Sarah e Tagle?

Nuovo Papa, chi è il favorito tra Parolin, Sarah e Tagle?

La morte di Papa Francesco ha aperto una fase cruciale per la Chiesa cattolica: il mondo guarda a Roma, dove i cardinali si preparano a entrare in Conclave per eleggere il successore di un pontefice che ha segnato profondamente la storia recente con dodici anni di pontificato all’insegna della riforma, dell’apertura e della sinodalità.

Tra i nomi più discussi in queste ore, tre spiccano per storia personale, profilo ecclesiale e consenso tra i cardinali: Pietro Parolin, Robert Sarah e Luis Antonio Tagle. Ma chi tra loro è davvero il favorito?

Pietro Parolin: il diplomatico del consenso

Il nome che mette d’accordo sia progressisti sia conservatori è quello dell’italiano Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano dal 2013. Parolin, 70 anni, è considerato il candidato della continuità e della mediazione, capace di incarnare la linea del Concilio Vaticano II portata avanti da Francesco senza alienarsi le simpatie dell’ala più tradizionale della Chiesa.

Parolin ha alle spalle una lunga carriera diplomatica: ha rappresentato la Santa Sede in Nigeria e Venezuela, e da Segretario di Stato ha gestito dossier delicatissimi, dal dialogo con la Cina alla crisi ucraina, guadagnandosi la stima delle cancellerie internazionali e di gran parte del collegio cardinalizio. Il suo stile è sobrio, pragmatico, incline al dialogo e alla ricerca di compromessi. Francesco si è sempre fidato di lui, affidandogli anche la gestione di momenti difficili come il processo al cardinale Becciu.

Secondo molti osservatori, Parolin sarebbe il “candidato di compromesso” ideale, in grado di raccogliere i voti sia dell’ala bergogliana sia di quella più conservatrice, desiderosa di stabilità dopo anni di riforme e tensioni interne. La sua elezione rappresenterebbe una scelta di continuità, ma anche la volontà di non interrompere il dialogo con il mondo e con le altre confessioni religiose.

Robert Sarah: il simbolo della tradizione africana

Il cardinale guineano Robert Sarah, 79 anni, è da tempo il punto di riferimento dell’ala più conservatrice del collegio cardinalizio. Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino, Sarah è noto per le sue posizioni ferme su liturgia, morale sessuale e dottrina, spesso in contrasto con le aperture promosse da Papa Francesco.

Sarah rappresenterebbe una svolta storica: sarebbe il primo Papa africano dell’epoca moderna, un segnale potente verso il continente dove il cattolicesimo cresce più rapidamente. Tuttavia, la sua età avanzata e la distanza dalle sensibilità progressiste che Francesco ha promosso negli ultimi anni riducono le sue possibilità concrete di elezione. Inoltre, la sua critica esplicita ad alcune scelte del pontificato appena concluso potrebbe alienargli il sostegno di molti cardinali legati all’attuale linea riformista.

Nonostante il fascino mediatico dell’ipotesi di un “Papa nero”, la maggior parte degli analisti ritiene che le chance di Sarah siano limitate, anche rispetto ad altri cardinali africani come Fridolin Ambongo Besungu o Peter Turkson, considerati più moderati e dialoganti.

Luis Antonio Tagle: il “Francesco asiatico”

Il filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, è uno dei volti più carismatici della Chiesa globale. Già arcivescovo di Manila e ora prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Tagle è stato spesso definito il “Francesco asiatico” per il suo stile pastorale vicino alla gente, la sensibilità sociale e la capacità di comunicare con i giovani e con i poveri.

Tagle incarna una Chiesa universale, attenta alle periferie e ai temi della giustizia sociale, ma su questioni come aborto e omosessualità mantiene posizioni in linea con la dottrina tradizionale. La sua elezione rappresenterebbe una svolta storica: sarebbe il primo Papa asiatico, un segnale di attenzione verso una regione in forte crescita demografica e spirituale.

Tuttavia, Tagle è visto come un candidato progressista, e questo potrebbe suscitare resistenze tra i cardinali più conservatori. La sua relativa giovane età e il consenso di cui gode tra i fedeli asiatici e latinoamericani giocano però a suo favore, così come il fatto di essere stato scelto personalmente da Francesco per ruoli chiave nella Curia.

Chi è il vero favorito?

La maggior parte degli analisti concorda: Pietro Parolin è oggi il favorito per il prossimo Conclave. Il suo profilo di “uomo del dialogo”, la capacità di tenere insieme le diverse anime della Chiesa e l’esperienza diplomatica lo rendono il candidato più accreditato a raccogliere la difficile eredità di Francesco. La sua elezione sarebbe letta come una scelta di stabilità e continuità, ma anche di apertura al mondo e alle sfide della modernità.

Robert Sarah, pur rappresentando l’ala più tradizionale e godendo di grande rispetto, paga l’età e la distanza dalle riforme degli ultimi anni, mentre Luis Antonio Tagle, amatissimo in Asia e tra i giovani, potrebbe essere la sorpresa se il Conclave decidesse di puntare su una svolta globale e su un volto nuovo per la Chiesa.

Come sempre, il Conclave è imprevedibile e la storia insegna che le sorprese sono sempre possibili. Ma, ad oggi, la bilancia sembra pendere decisamente dalla parte di Pietro Parolin.

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