23 Apr, 2025 - 09:23

Il pittore Gasparro si difende: "Non sono antisemita"

Il pittore Gasparro si difende: "Non sono antisemita"

"Non sono antisemita e non ritengo certamente che gli ebrei vadano a uccidere i bambini. Nel comporre il quadro 'Martirio di San Simonino da Trento' ho usato modelli umani, e riproposto le fattezze fisiche dei personaggi come si riproducevano gli ebrei nell'antichità". Si è difeso così il pittore barese Giovanni Gasparro, nel processo che lo vede imputato a Bari per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa (per alcuni commenti al post sul suo dipinto 'Martirio di San Simonino da Trento'). Ascoltato in aula, il pittore che dipinse il drappellone del Palio di Siena del 2 luglio dello scorso anno ha spiegato di aver tolto dal titolo dell'opera la dicitura "per omicidio rituale ebraico", per eliminare le critiche sull'antisemitismo arrivate nei suoi confronti.

Per i magistrati avrebbe fomentato l'odio contro gli ebrei

A Gasparro sono contestati i commenti che ha pubblicato sui social dopo che, nel 2020, aveva postato su Facebook 21 foto dell'opera: rispondendo ad alcuni utenti, avrebbe, secondo l'accusa, "propagandato e divulgato idee fondate sull'odio antisemita, atte ad influenzare le opinioni di un più vasto pubblico, scatenando e suscitando reazioni e commenti di cui vari dal chiaro contenuto antisemita di numerosi followers". 

Gasparro ha aggiunto di non avere gli strumenti per dire se Simonino "è un martire o meno".

L'opera del pittore barese riproduce l'omicidio di un bambino di Trento, detto Simonino, scomparso la notte del 23 marzo 1475 e ritrovato morto trenta giorni dopo, con una ferita sanguinante al costato, afferrato e circondato da membri della comunità ebraica che raccoglievano in una bacinella il sangue del bambino.

La Chiesa cattolica ha venerato come beato Simonino fino a quando il Concilio Vaticano II ne ha abolito il culto.

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Stefano Bisi
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