Stasera su Rai 1 va in onda Wonder, il film che ha emozionato il mondo con la storia di Auggie Pullman, un bambino nato con una rara malformazione facciale che si ritrova ad affrontare il suo ingresso a scuola.
Scopri se Wonder è tratto da una storia vera e cosa c'è dietro il racconto di Auggie.
Prima di continuare nella lettura, guarda il trailer in italiano grazie al canale FilmSelect Italiano:
"Wonder" è una di quelle storie che riescono a toccare corde profonde in chi legge il romanzo o guarda il film.
Non si tratta semplicemente dell'adattamento di un libro di successo – quello di R.J. Palacio, che ha venduto milioni di copie nel mondo – ma di un viaggio nell'empatia.
Al centro del racconto c'è August "Auggie" Pullman, un ragazzino alle prese con la sindrome di Treacher-Collins, una condizione che modella i tratti del viso in modo unico e può causare anche problemi legati alla respirazione o alla vista.
Ma la vera essenza di "Wonder", sia nel libro che nel film, non risiede nella descrizione clinica di questa rara patologia, bensì nel potente messaggio che trasmette: un invito alla tolleranza e una celebrazione della forza trasformatrice della gentilezza.
Ma la storia di Auggie è vera?
No. Si ispira a un episodio realmente accaduto, ma la storia è pura invenzione.
L'ispirazione per Auggie è nata da un episodio di vita vissuta dall'autrice stessa, R.J. Palacio, una decina d'anni prima che il libro vedesse la luce.
Si trovava davanti a una gelateria con i suoi figli, quando il più piccolo notò una bambina con una marcata differenza craniofacciale. L'istinto protettivo, forse unito a un momento di panico su come gestire la reazione del figlio, la spinse ad allontanarsi rapidamente.
Fu un gesto che, a posteriori, le pesò molto. La scrittrice si sentì in colpa per averlo fatto e riflettendoci, capì di aver perso un'occasione preziosa.
"Ciò che avrei dovuto fare," ha raccontato, "era semplicemente avvicinarmi a quella bambina, magari scambiare due parole, dimostrare con l'esempio che non c'era nulla di cui aver timore."
Quell'incontro mancato accese in lei una riflessione profonda: "Mi portò a interrogarmi su cosa significhi, giorno dopo giorno, muoversi in un mondo che fatica a trovare il modo giusto per relazionarsi con te."
Da quella consapevolezza, da quel desiderio di comprendere, prese forma la storia di Auggie.
Palacio iniziò a scrivere di questo ragazzino che, dopo anni di istruzione tra le mura domestiche, si appresta a varcare la soglia della scuola. Lo seguiamo mentre costruisce amicizie, si scontra con il bullismo e affronta le piccole e grandi tempeste della crescita.
Ciò che rende la narrazione particolarmente coinvolgente è la scelta di Palacio di dare voce non solo ad Auggie, ma anche ai suoi compagni di classe, alla sorella maggiore, ad altri personaggi.
Conoscere tutte queste prospettive diverse, ci permette di immergerci con delicatezza e compassione nel mondo interiore dei ragazzi, e ce ne fa comprendere meglio le diverse sensibilità.
Questa storia, nata dalla finzione ma radicata in un'esperienza reale, ha trovato un'eco potente nel mondo vero. Ha offerto conforto e forse anche uno strumento a genitori e bambini che vivono situazioni simili. È il caso, ad esempio, di Nathaniel Newman, un bambino nato anch'egli con la sindrome di Treacher-Collins, che nei primi anni di vita ha affrontato numerose operazioni.
Quando per Nathaniel arrivò il momento delicato dell'inizio della scuola media, i suoi genitori, ispirati proprio da "Wonder", trovarono un modo per facilitare il suo inserimento.
Insieme, scrissero una lettera ai futuri compagni e insegnanti, una presentazione semplice e sincera: "Mi chiamo Nathaniel Newman... Sono diverso... Voglio solo che mi trattiate come tutti gli altri."
Nella lettera, con una foto di Nathaniel, c'era un riferimento diretto al libro che molti ragazzi conoscevano: "Magari avete letto 'Wonder', beh, io sono un bambino proprio come Auggie Pullman."
Sebbene dopo questo sforzo, purtroppo, le sfide non sono scomparse magicamente, la diffusione e la popolarità di "Wonder" hanno contribuito a creare un clima di maggiore apertura e comprensione verso le differenze facciali.
Come ha spiegato lo stesso Nathaniel, "Le persone sono diventate più comprensive... Ora, a scuola, vengo trattato come tutti gli altri. Le persone sono davvero gentili."
Così, la storia di Auggie, scaturita da un fugace momento di riflessione davanti a una gelateria, continua a influenzare la vita vera, con atti di gentilezza e accoglienza.