Il funerale di un Papa è da sempre un evento di portata mondiale, carico di simbolismi e tradizioni secolari. Tuttavia, con la morte di Papa Francesco, la Chiesa cattolica ha assistito a un cambiamento significativo nel cerimoniale funebre, a partire dall’eliminazione del catafalco, elemento centrale delle esequie papali fino a oggi. Ma cos’è il catafalco e perché Papa Francesco ha scelto di rinunciarvi? Analizziamo le origini, il significato e le ragioni di questa decisione che segna una svolta nella storia della liturgia vaticana.
Il catafalco è una struttura rialzata, simile a una piattaforma o a un palco, spesso movibile, utilizzata per sostenere la bara o il corpo di un defunto durante le cerimonie funebri cristiane, in particolare quelle di personaggi di alto rango come sovrani, aristocratici o pontefici. Tradizionalmente, il catafalco è realizzato in legno o altri materiali, costituito da un doppio cavalletto e coperto da drappi neri o decorazioni solenni. In epoca barocca, per i funerali più solenni, il catafalco divenne una vera e propria costruzione architettonica, arricchita da sculture, fiori e candelabri, tanto da essere definito anche castrum doloris.
La funzione principale del catafalco è quella di offrire una posizione elevata e visibile alla salma, permettendo ai fedeli di rendere omaggio al defunto durante la pubblica esposizione. Nel caso dei Papi, il catafalco veniva allestito nella Basilica di San Pietro, dove milioni di persone potevano sfilare davanti al corpo del pontefice, come avvenne per Giovanni XXIII nel 1963.
Per secoli, il catafalco è stato il fulcro delle esequie papali. Dopo la morte del Papa, la salma veniva traslata e deposta sul catafalco, vestita con i paramenti sacri, per essere esposta alla venerazione dei fedeli. La cerimonia era scandita da una serie di riti solenni, veglie e processioni, culminanti nella Messa esequiale e nella sepoltura nelle Grotte Vaticane.
Questo cerimoniale, ricco di simbolismi e fasto, rifletteva la dimensione universale e quasi regale del ruolo del Papa, considerato non solo guida spirituale, ma anche sovrano dello Stato della Città del Vaticano e figura di riferimento per milioni di cattolici nel mondo.
Papa Francesco, fedele al suo stile sobrio e alla volontà di una Chiesa più semplice e vicina ai fedeli, ha scelto di modificare profondamente il rito funebre pontificio. Già in diverse occasioni aveva espresso il desiderio di essere sepolto “con dignità, ma come ogni cristiano”, senza gli orpelli e le solennità eccessive che avevano caratterizzato i funerali dei suoi predecessori.
La grande novità del suo funerale è stata proprio la mancata esposizione del corpo sul catafalco. Il corpo di Papa Francesco è stato esposto direttamente nella bara, posta a livello del pavimento della Basilica di San Pietro, senza l’ausilio dell’alto cataletto e senza i tradizionali paramenti sacri come il pastorale papale accanto alla bara. La bara è stata chiusa la sera prima della celebrazione esequiale, che si è svolta con la bara già sigillata.
Questa scelta non è stata solo personale, ma ha avuto anche un valore normativo: Papa Francesco ha approvato nel 2024 una nuova edizione dell’«Ordo Exsequiarum Romani Pontificis», il rituale ufficiale delle esequie papali, che prevede la semplificazione del cerimoniale, l’eliminazione del catafalco e delle tre bare tradizionali (cipresso, piombo e rovere), e l’introduzione della possibilità di sepoltura in luoghi diversi dalle Grotte Vaticane.
La decisione di Papa Francesco di rinunciare al catafalco si inserisce in una visione ecclesiologica e pastorale ben precisa. L’obiettivo dichiarato è quello di restituire al funerale papale il senso di un rito cristiano, centrato sulla fede nella risurrezione e sulla comunione con Cristo, piuttosto che sulla celebrazione del potere o della grandezza terrena del pontefice.
Come ha spiegato l’arcivescovo Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, “le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo”. Cambia anche il linguaggio liturgico: nelle orazioni, Francesco viene chiamato semplicemente “Papa”, “Episcopus Romae” o “Pastor”, senza più titoli magniloquenti come “Sommo Pontefice della Chiesa Universale” o “Sovrano dello Stato della Città del Vaticano”.
Inoltre, la semplificazione del rito risponde a una sensibilità contemporanea, più attenta all’essenzialità e meno incline agli eccessi cerimoniali. Papa Francesco, coerente con il suo pontificato improntato alla sobrietà e alla vicinanza agli ultimi, ha voluto che il suo ultimo saluto fosse un momento di preghiera e raccoglimento, non di ostentazione.
Le nuove regole introdotte da Papa Francesco non valgono solo per il suo funerale, ma sono destinate a diventare il modello per le esequie di tutti i futuri pontefici, salvo ulteriori modifiche. Si tratta di una svolta storica, che segna il passaggio da una Chiesa che celebra la grandezza del suo capo terreno a una Chiesa che mette al centro la figura del pastore, fratello tra i fratelli nella fede.
In definitiva, la rinuncia al catafalco da parte di Papa Francesco non è solo una questione di stile personale, ma il segno di una Chiesa che vuole essere più umile, più essenziale e più vicina al Vangelo. Un messaggio che, anche nell’ultimo atto terreno del suo pontificato, Francesco ha voluto lasciare come eredità alla Chiesa universale.