La morte di Papa Francesco ha segnato l’inizio di una delle fasi più solenni e complesse della vita della Chiesa cattolica: la celebrazione dei funerali del Pontefice e la successiva preparazione al Conclave. Al centro di questo momento storico c’è una figura chiave: il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, a cui spetta l’onore e la responsabilità di presiedere la Messa esequiale di Papa Francesco. Ma chi è il cardinale Re? Qual è il suo ruolo e quale percorso lo ha portato a essere protagonista di questo evento mondiale?
La Messa esequiale di Papa Francesco si terrà sabato 26 aprile 2025 alle ore 10 sul sagrato della Basilica di San Pietro, nel primo giorno dei Novendiali, secondo quanto stabilito dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. A presiedere la liturgia sarà il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, come previsto dalle norme della Chiesa per la sede vacante.
Il decano del Collegio Cardinalizio è infatti la figura chiamata a guidare la celebrazione dei funerali di un Papa defunto. Questo ruolo non è solo simbolico, ma anche operativo: il decano annuncia ufficialmente la morte del Pontefice ai cardinali e ai capi di Stato, convoca le congregazioni generali dei cardinali e, in vista del Conclave, presiede la Messa “pro eligendo Romano Pontifice”. La scelta di affidare a Giovanni Battista Re la celebrazione dei funerali di Francesco segue la tradizione consolidata, già vista nei funerali di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.
Giovanni Battista Re è una delle personalità più autorevoli e longeve della Curia romana. Nato il 30 gennaio 1934 a Borno, in Val Camonica, provincia di Brescia, oggi ha 91 anni. Figlio di una famiglia numerosa e di origini semplici — il padre falegname, la madre casalinga — entra in seminario a soli 11 anni e viene ordinato sacerdote nel 1957.
Dopo la laurea in Diritto Canonico a Roma, intraprende la carriera diplomatica al servizio della Santa Sede: lavora nelle nunziature di Panama e Iran, maturando una solida esperienza internazionale. Nel 1971 torna in Vaticano, chiamato alla Segreteria di Stato, dove la sua fama di laboriosità e discrezione cresce rapidamente. Dal 1979 al 1987 è agli Affari Generali della Segreteria di Stato, uno dei ruoli più delicati della macchina vaticana.
Nel 1987 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo e segretario della Congregazione per i Vescovi. Nel 1989 viene promosso Sostituto agli Affari Generali della Segreteria di Stato, diventando di fatto il “numero tre” della gerarchia vaticana, incarico che ricopre fino al 2000. Nel 2001 viene creato cardinale da Giovanni Paolo II e, nel 2000, nominato prefetto della Congregazione per i Vescovi, incarico che manterrà per dieci anni.
Dal 2020 è decano del Collegio Cardinalizio, ruolo che gli conferisce la responsabilità di presiedere i funerali papali e di guidare le fasi preparatorie del Conclave. Papa Francesco, consapevole dell’esperienza e dell’equilibrio di Re, ha confermato la sua carica anche nel 2025, prorogandone il mandato nonostante l’età avanzata.
Il decano del Collegio Cardinalizio non solo celebra i funerali, ma gestisce la delicata transizione tra la morte di un Papa e l’elezione del successore. È lui a comunicare ufficialmente la morte del Pontefice a tutto il mondo, a convocare e presiedere le congregazioni generali dei cardinali e a fissare la data di inizio del Conclave. Durante i funerali, il decano presiede la liturgia, pronuncia l’omelia e guida la preghiera della Chiesa universale per il Papa defunto.
Nel caso di Giovanni Battista Re, questa responsabilità si aggiunge a una lunga esperienza: aveva già presieduto l’eucaristia nei funerali di Benedetto XVI nel 2023, affiancando Papa Francesco nella celebrazione. La sua figura, rispettata per equilibrio e riservatezza, rappresenta un punto di riferimento per i cardinali di tutto il mondo in un momento di grande solennità e delicatezza.
La vita di Giovanni Battista Re si intreccia con alcuni dei momenti più importanti della storia recente della Chiesa. Ha lavorato a stretto contatto con tre Papi — Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco — e ha contribuito alla gestione di dossier chiave, dalle nomine episcopali alle riforme della Curia. Considerato un uomo di mediazione, di formazione diplomatica e di grande esperienza, il cardinale Re è stato spesso protagonista silenzioso delle grandi decisioni vaticane.