Nella storia della Chiesa cattolica, pochi eventi hanno suscitato tanto stupore, dolore e mistero quanto la morte improvvisa di Papa Giovanni Paolo I, avvenuta dopo appena 33 giorni di pontificato. Il suo nome era Albino Luciani, e la sua scomparsa, nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1978, è ancora oggi oggetto di dibattito e speculazioni, tra ipotesi di morte naturale e sospetti di complotto.
Albino Luciani nacque il 17 ottobre 1912 a Canale d’Agordo, in provincia di Belluno. Uomo di grande umiltà e profonda spiritualità, fu ordinato sacerdote nel 1935 e, dopo una lunga carriera ecclesiastica, venne nominato cardinale da Paolo VI nel 1973. Il 26 agosto 1978, dopo la morte di Paolo VI, fu eletto papa con il nome di Giovanni Paolo I, scegliendo per la prima volta nella storia un doppio nome in omaggio ai suoi due predecessori, Giovanni XXIII e Paolo VI.
Luciani fu subito soprannominato il “Papa del sorriso” per il suo volto aperto e sereno, la sua vicinanza ai fedeli e il suo stile comunicativo diretto. Durante il suo brevissimo pontificato, si distinse per la volontà di rinnovamento, la semplicità e l’attenzione ai temi sociali, oltre che per alcune aperture su questioni delicate come la contraccezione.
La notte tra il 28 e il 29 settembre 1978, Giovanni Paolo I fu trovato morto nel suo letto, con la luce accesa e alcuni appunti tra le mani, come se fosse intento a leggere o a lavorare fino all’ultimo istante. Secondo il comunicato ufficiale della Santa Sede, la morte sarebbe avvenuta intorno alle 23 del 28 settembre, per “infarto acuto del miocardio”. Tuttavia, fin dall’inizio, la ricostruzione degli eventi fu segnata da incertezze e contraddizioni.
L’ora esatta del decesso non è mai stata chiarita: alcune testimonianze, come quella della suora Vincenza Taffarel che portò il caffè al papa poco prima delle 5 del mattino, suggeriscono che il corpo fosse ancora tiepido, facendo pensare a una morte avvenuta più tardi rispetto all’orario ufficiale. Altri, come il segretario personale, riferirono invece di aver trovato il corpo già freddo e rigido, collocando la morte molte ore prima.
Le circostanze della morte di Giovanni Paolo I alimentarono fin da subito una fitta rete di dubbi e sospetti. Il Vaticano, infatti, annunciò la notizia con un comunicato pieno di inesattezze e omise il fatto che a scoprire il corpo fosse stata una suora, dettaglio che contribuì a far nascere congetture sulla non naturalità del decesso. Inoltre, non venne mai eseguita un’autopsia sul corpo del pontefice, come da prassi vaticana, nonostante le richieste di parte della stampa e le pressioni dell’opinione pubblica.
Questa mancanza di trasparenza alimentò teorie cospirazioniste, tra cui quella resa celebre dal libro “In nome di Dio” di David Yallop, che ipotizzava l’esistenza di trame oscure all’interno del Vaticano e la possibile responsabilità di alcuni alti prelati o di ambienti legati allo IOR (l’Istituto per le Opere di Religione, la “banca vaticana”). Tuttavia, nessuna di queste ipotesi è mai stata provata e la causa ufficiale della morte resta quella dell’infarto.
Nonostante la brevità del suo pontificato, Giovanni Paolo I lasciò un segno profondo nella memoria collettiva. Il suo stile pastorale innovativo, la rinuncia al “plurale di maestà” nei discorsi e la scelta di parlare direttamente ai fedeli lo resero una figura amata e rimpianta. La sua beatificazione, avvenuta nel 2017 per volontà di Papa Francesco, ha contribuito a restituire luce alla sua figura e a riconoscere la sua testimonianza di fede e umanità.
Il 4 ottobre 1978, Giovanni Paolo I fu sepolto nelle Grotte Vaticane, dopo che oltre un milione di fedeli aveva reso omaggio alla sua salma esposta nella basilica di San Pietro. La sua morte improvvisa segnò profondamente la Chiesa, che pochi giorni dopo si trovò a eleggere un nuovo papa, Giovanni Paolo II, destinato a diventare uno dei pontefici più longevi e influenti della storia.
A distanza di quasi cinquant’anni, la morte di Giovanni Paolo I rimane uno degli enigmi più discussi del Novecento. Le domande senza risposta, le testimonianze discordanti e la scelta di non effettuare l’autopsia hanno lasciato spazio a un alone di mistero che ancora oggi alimenta libri, inchieste e documentari. Tuttavia, la figura di Albino Luciani continua a essere ricordata per la sua bontà, la sua umiltà e il suo sorriso, simboli di una Chiesa vicina alla gente e aperta al dialogo.