Mistero e fascino hanno sempre caratterizzato la vita di Alain Delon, così come la storia legata al suo patrimonio, che ammonta a un tesoro di quasi 300 milioni e che sarà diviso tra i suoi tre figli Anthony, Anouchka e Alain-Fabien.
E’ guerra all’interno della famiglia dell’iconico attore francese, soprattutto tra i suoi figli, che sia prima che dopo la more del padre continuano a scannarsi per accaparrarsi la sua incredibile fortuna.
La sanguinolenta battagli legale al momento sembra essere giunta al termine, ma i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo. Scopriamo a quanto ammonta il patrimonio del divo e chi sono i fortunati eredi.
Alain Delon, leggenda del cinema francese, nel corso della sua lunghissima e fortunata carriera da divo ha accumulato una bella fortuna: si stima che ammonti tra i 200 e i 300 milioni di euro. Una cifra da capogiro, tra denaro, fortunati investimenti immobiliari, diritti d'immagine, una collezione d’arte che lascia senza fiato e sfarzose proprietà sparse tra gli angoli della Francia e la Svizzera.
Tra i beni più lussuosi del patrimonio di Alain Delon spicca in primo piano la maestosa villa situata a Douchy, nella splendida Valle della Loira, dove opere d’arte dal valore artistico ed economico impressionate arricchiscono una casa più simile alla Reggia di Versailles. L’attore, appassionatissimo di pittura e scultura, nel corso della sua vita avrebbe riuscito a mettere le mandi sopra a un Picasso e un Modigliani originali, pezzi di punta della sua impressionante collezione.
Un’altra proprietà fra le più importanti del patrimonio è la casa di produzione Adel Productions, fonte di cospicue entrate anche dopo il ritiro dalle scene dell’attore.
Dopo la morte di Alain Delon, scomparso all’età di 88 anni, in seguito a una malattia, lo scorso agosto 2024, i suoi figli hanno iniziato a farsi la guerra per entrare in possesso del suo patrimonio. La disputa in realtà era cominciata già prima della morte del compianto divo del cinema, da anni malato e in preda a una presunta demenza senile.
Una classica lotta alla “Parenti serpenti”, dettata da motivazioni economiche, finita sui quotidiani francesi e di tutto il mondo, oltre che nei programmi tv, iniziata dal primogenito dell’attore, Anthony Delon.
Il figlio nato dalla relazione con Nathalie Delon è sempre stato molto vicino al padre, fin quando poi la situazione ha cominciato a ribaltarsi, con l’ingresso in scena degli altri figli di Delon, il giovane Alain-Fabien e, soprattutto, Anouchka, avuta dalla storia con Rosalie van Breemen.
I tre fratelli hanno sempre avuto un rapporto molto turbolento e pieno di complicazioni, ma la bomba è esplosa quando Anthony ha accusato la sorella Anouchka di manipolare loro padre, approfittando del suo precario stato di salute per influenzare decisioni legate al testamento.
Un’opinione forte, piena di rabbia e risentimento, che Anthony non ha mai nascosto, come si può ricordare nella famosa intervista in cui raccontò:
Prima di morire, Alain Delon, tramite il suo avvocato, sull’annosa questione di famiglia aveva dichiarato:
Dall'altra parte, Anouchka aveva risposto parlando di “attacchi infondati”, ma la miccia ormai era stata accesa. Tra i protagonisti della faccenda c’è anche il figlio minore dell’attore, il giovane modello Alain-Fabien, in principio si era schierato con il fratello Anthony.
Il testamento e il patrimonio di Alain Delon sono rimasti al centro dell’attenzione mediatica per molto tempo, soprattutto dopo la scomparsa dell’attore. Una battaglia accesissima che ha generato non poche spaccature all’interno della famiglia Delon e un inasprimento dei rapporti tra i fratelli.
Il team di legali dell’attore e gli avvocati della sua prole hanno avuto un bel da fare ma alla fine (per ora) sembra essere arrivata finalmente una tregua. Il testamento di Alain Delon prevede che la sua fortuna sia divisa fra i suoi tre eredi, i figli: metà del suo patrimonio per Anouchka, e l’altra metà da spartire tra Anthony e Alain-Fabien.
La figlia dell’attore nella sua metà ha diritto anche alle case, le opere d’arte e le royalties sui film del padre. Il puno di svolta è arrivato lo scorso febbraio, quando un giudice svizzero ha accolto la richiesta della famiglia di avviare una mediazione legale.