È allerta botulino a Cosenza, dove pochi giorni fa Luigi Di Sarno, 52enne campano, è morto dopo aver mangiato un panino con salsiccia e broccoli sott'olio acquistato da un venditore ambulante sul lungomare. Oltre all'uomo, infatti, altre dodici persone sono state ricoverate per sospetta intossicazione: tutte avrebbero consumato cibo proveniente dallo stesso food truck, ora sequestrato.
Tutto è iniziato quando Di Sarno, in Calabria per le vacanze, si è sentito male, recandosi all'ambulatorio di Diamante per farsi visitare. "Diceva che gli si era annebbiata la vista", ha raccontato il nipote al Mattino, "gli hanno fatto un elettrocardiogramma, una risonanza magnetica e una tac addominale, ma non hanno riscontrato niente".
Si sarebbe scoperto solo dopo la sua morte - avvenuta a qualche ora di distanza dai primi sintomi - che presentava un'intossicazione da botulino. Si trovava sull'autostrada, all'altezza di Lagonegro (Potenza), diretto a casa, quando ha chiesto all'amico che lo accompagnava di fermare la macchina perché aveva bisogno di muoversi, "ma ha fatto solo pochi passi ed è crollato", senza mai rialzarsi.
Il 52enne - stimato artista e musicista - aveva cenato in un food truck, come le altre dodici persone che nel giro di qualche giorno sono state ricoverate con gli stessi sintomi. 9 si trovano attualmente nel reparto di terapia intensiva e rianimazione, tre nel pronto soccorso dell'ospedale Annunziata, sotto monitoraggio continuo.
Due - fra loro - i pazienti intubati: una donna di 44 anni e un ragazzo di 16, "ma nessuno è in condizioni gravi", ci ha tenuto a far sapere Vitaliano De Salazar, direttore generale dell'Azienda sanitaria locale. Intanto, il fratello di una donna di 45 anni morta a Praia a Mare, sempre in Calabria, ha presentato un esposto per chiedere di indagare.
Sembra infatti che anche lei avesse frequentato il chiosco ambulante sequestrato. La Procura ha aperto un fascicolo e disposto la riesumazione della salma per effettuare l'autopsia, che servirà a chiarire se anche i sintomi da lei accusati fossero rinviabili a un'intossicazione da botulino. Il sospetto è che i medici della struttura a cui si era rivolta non siano stati in grado di fare la giusta diagnosi.
Per ora stati iscritti nel registro degli indagati per i fatti di Diamante i nomi di tre persone, accusate - a vario titolo - di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Si tratta del titolare del food truck e dei legali rappresentanti delle due ditte produttrici degli ingredienti usati per la preparazione dei cibi venduti.
Una invece la persona indagata nel Cagliaritano per la morte di Roberta Pitzalis, la 38enne che come Di Sarno aveva mangiato dei prodotti somministrati da un chiosco ambulante, venendo ricoverata con sintomi di un'intossicazione da botulino. È successo a Monserrato, durante una festa dedicata alla cultura latino-americana tenutasi tra il 22 e il 24 luglio.
Il servizio di Claudia Aldi per il Tg2.
Nonostante i tentativi dei medici di salvarla, la donna non ce l'ha fatta. Otto persone si trovano ancora in ospedale: la più giovane, di appena 11 anni, al Poclinico Gemelli di Roma. "Il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute ha attivato tutti i protocolli sanitari del caso", fa sapere - dopo le ultime notizie - lo stesso Ministero.
"Il sistema di intervento ha reagito prontamente garantendo ai pazienti l'accesso tempestivo ai trattamenti antidotici salvavita", il commento di Maria Rosaria Campitello, capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie. Gli esperti invitano nel frattempo alla prudenza. Botulismo, cos'è e quali sono i rischi? La prof.ssa Laurenti (Cattolica): "Vi spiego come prevenirlo".