A quasi 18 anni dall'omicidio di Chiara Poggi, nuove indagini riaccendono i riflettori su un caso che, almeno dal punto di vista giudiziario, sembrava ormai chiuso. Ieri, 14 maggio 2025, i vigili del fuoco hanno ritrovato in un canale vicino a una vecchia abitazione della nonna di Stefania e Paola Cappa, a Tromello, un martello che potrebbe corrispondere all'arma del delitto. Assumono così un inedito significato le immagini di un video girato nel 2007, in cui Alberto Stasi - unico condannato - e una delle due cugine della vittima si scambiano un lungo e silenzioso abbraccio in caserma.
Il filmato, diffuso dalla trasmissione televisiva Chi l'ha visto, risale a quattro giorni dopo l'omicidio, avvenuto il 13 agosto 2007 in via Pascoli, a Garlasco. È stato catturato da una telecamera installata presso la caserma dei carabinieri, dove sia Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima, sia Stefania Cappa, sua cugina, si trovavano per essere ascoltati nell'ambito delle prime indagini.
La scena è quella che segue: Cappa - interrogata per un'ora - siede alla scrivania; Stasi, che è appena entrato nella stanza, è in piedi dietro di lei. Il carabiniere presente, con un espediente, li lascia soli. Appena la porta si chiude, la ragazza si lancia verso di lui, lasciandosi andare a un lungo e ricambiato abbraccio.
Un gesto all'apparenza consolatorio, che assume oggi un significato nuovo, lasciando intravedere una complicità sospetta. "Non mi lasciano stare", dice Cappa. "Chi?", risponde Stasi. Anche lui, dopo un po', si siede. Mentre parlano - e lui si preoccupa per la stesura della tesi - Cappa gli chiede: "Ma com'era Chiara?". "Me lo stai chiedendo?", risponde Stasi, quasi sorpreso.
Sia Stefania che la sorella, Paola Cappa, non sono mai state indagate, né lo risultano adesso, dopo che la Procura di Pavia ha riaperto il caso, iscrivendo nel registro degli indagati, con l'ipotesi di omicidio in concorso (con ignoti o con Stasi), un amico di lunga data del fratello di Chiara: Andrea Sempio.
I loro nomi però - come quello dello stesso Sempio, già indagato e prosciolto - sono più volte emersi nel corso delle indagini. La prima, poche settimane dopo il delitto, quando un tecnico dell'Asm di Vigevano, Marco Muschitta, affermò di aver visto Stefania fuggire in bici da via Pascoli, salvo poi ritrattare tutto.
L'uomo fu denunciato per calunnia e poi assolto. Di recente, però, un altro testimone sembra avergli dato ragione, confermando in parte le sue dichiarazioni: il soggetto, rimasto anonimo, avrebbe raccontato a Le Iene, di aver visto Stefania gettare "un oggetto metallico" nelle acque di un canale situato vicino alla casa della nonna.
Quel canale, ieri, 14 maggio, è stato svuotato e passato al setaccio dai vigili del fuoco, che vi hanno recuperato - tra le altre cose - un martello e il bracciolo di metallo di una poltrona. Oggetti definiti dalla Procura di "interesse", che saranno quindi oggetto di accertamenti.
Il motivo è semplice: l'unico oggetto mancante da casa Poggi sarebbe proprio un martello. L'attizzatoio - che pure era stato indicato come possibile arma del delitto - sarebbe ancora presente, al suo posto. Si aspettano ulteriori sviluppi.
Per domani, 16 maggio, è previsto il conferimento dell'incarico per un incidente probatorio sulle tracce di Dna isolate sulla scena del crimine e sul corpo della vittima. I familiari di Chiara si sono costituiti parte offesa. "Ci sono delle sentenze definitive", hanno dichiarato i loro legali, ribadendo assoluta certezza sulla colpevolezza di Stasi.