21 May, 2025 - 10:25

Migrare: diritto umano o pratica illegale?

Migrare: diritto umano o pratica illegale?

La tredicesima edizione della SEA, la Scuola Estiva Arpinate, si svolgerà dal 4 al 7 settembre ad Arpino, ed avrà per titolo “Migrantes. Le migrazioni nella storia e nel mondo contemporaneo”. All’iniziativa promossa dall’Unicusano collabora l’Università della Magna Graecia e l’Istituto di Studi Politici San Pio V, ma sarà presente con un significativo apporto Il Centro di Ateneo Migrare dell’Università di Palermo, con la diretta partecipazione alla SEA del prof. Aldo Schiavello e del prof. Giusto Picone, rispettivamente direttore e coordinatore scientifico del Centro palermitano.

“Abbiamo voluto coinvolgere nella prossima edizione della SEA – ci ha detto il prof. Enrico Ferri, coordinatore della SEA- due realtà come l’Istituto di Studi Politici San Pio V e il Centro Migrare dell’Università di Palermo impegnati direttamente nello studio del fenomeno migratorio, con un approccio empatico e solidale, parte della migliore tradizione umanistica europea”. Presentiamo di seguito le attività del Centro palermitano e, prossimamente, sarà la volta dell’Istituto di Studi Politici San Pio V, che ha contribuito all’edizione dell’ultimo Dossier Statistico sull’Immigrazione, il più approfondito dossier annuale sul fenomeno migratorio in Italia.  

Il Centro di Ateneo Migrare è un’unità interdipartimentale di ricerca dell’Università degli Studi di Palermo con il coinvolgimento di figure accademiche di vari dipartimenti, dalla vicedirezione al coordinamento degli ambiti macro-tematici di ricerca e di intervento, con una nutrita compagine di docenti e ricercatori che partecipano attraverso un comitato scientifico plurale.

L’Università come spazio di accoglienza e ricerca sulle migrazioni

All’interno dell’orizzonte dell’Università di Palermo come Università dell’accoglienza, il Centro di Ateneo Migrare rappresenta un punto di riferimento per l’elaborazione teorica e l’azione concreta sui temi della migrazione, della mobilità, della dignità della persona e della promozione dei diritti.

Migrare non è solo un centro di ricerca, ma un vero e proprio osservatorio permanente sull’esperienza migratoria, intesa come fenomeno complesso che attraversa la nostra società, la nostra cultura e le nostre istituzioni. In questa prospettiva, il Centro agisce come luogo di ricercacoordinamento, impulso, formazione e terza missione, con una vocazione al dialogo tra sapere accademico e pratiche operative.

Prioritaria è la preoccupazione di tessere possibili connessioni tra saperi e territori, tra discipline e soggetti, tra università e società civile. Le sue attività si sviluppano infatti in interazione con centri di ricerca nazionali e internazionali, con il mondo della scuola, con le rappresentanze studentesche e con le realtà che operano a stretto contatto con i migranti.

Le linee di ricerca principali si articolano in cinque grandi aree tematiche, ciascuna con una proiezione extra-accademica nei settori di intervento: 1) persona e tutele, per analizzare i diritti e le garanzie fondamentali nel contesto migratorio; 2) culture, immaginari, educazione, per comprendere e raccontare le narrazioni e le trasformazioni culturali in atto; 3) salute globale e vulnerabilità, con attenzione alle disuguaglianze sanitarie e alle condizioni di fragilità; 4) spazi sociali e territori, per osservare come si codificano l’inclusione e l’esclusione nei contesti urbani e rurali; 5) agricoltura e ambiente, per studiare le interazioni tra migrazione, cambiamento climatico e sostenibilità.

Il Centro Migrare si ispira a un ethos di cooperazione, apertura e dialogo. La sua composizione è volutamente plurale e aperta alle istituzioni pubbliche e private, alle associazioni, agli attivisti, ai migranti stessi e alla cittadinanza attiva, nella convinzione che una società più equa e plurale si costruisca nel riconoscimento concreto dei diritti e delle differenze, insieme all’elaborazione progressiva di quadro teorico che accompagni le trasformazioni che stimolano e accompagnano il fenomeno migratorio.

Nel tempo, Migrare sta consolidando il suo ruolo come voce critica e costruttiva nel dibattito pubblico sul fenomeno migratorio, proponendo un approccio scientifico, inclusivo e proiettato verso la società civile. Il centro è attivo da diversi anni e continua le sue attività con iniziative, progetti e conferenze in corso.

La Settimana contro le discriminazioni

Tra le attività più recenti, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale (21 marzo), il Centro Migrare ha promosso una settimana di iniziative diffuse e interdisciplinari, che si sono svolte dal 17 al 21 marzo 2025.

La ricorrenza richiama il tragico massacro di Sharpeville del 1960, quando la polizia sudafricana aprì il fuoco su manifestanti pacifici contro l’Apartheid. Partendo da questo riferimento storico, la Settimana contro le discriminazioni si è proposta di affrontare il fenomeno discriminatorio nelle sue molteplici forme — razziale, sociale, culturale, giuridica — attraverso una serie di lezioni aperte, workshop, proiezioni e momenti di confronto che si sono svolti nei diversi dipartimenti dell’Ateneo.

Il programma ha previsto oltre venti appuntamenti, con corsi di giurisprudenza, scienze politiche, sociologia, storia, diritto, antropologia, lingue, gastronomia e comunicazione. Tra le iniziative più significative, si può citare la riflessione giuridico-costituzionale sul razzismo negli Stati Uniti attraverso il documentario The XIII Amendment, le lezioni sui diritti umani e le Corti contro le discriminazioni, sui processi di de-umanizzazione e sulla costruzione dell’alterità, sugli stereotipi e sui pregiudizi, seguendo itinerari interdisciplinari delle scienze sociali e di quelle “dure”. La settimana ha coinvolto non solo docenti e studenti, ma si è rivolta anche al pubblico esterno, con l’obiettivo di promuovere una cittadinanza consapevole, critica e inclusiva.

Ancora tra le attività più rilevanti del Centro di Ateneo Migrare si colloca anche un impegno pubblico e critico rispetto alle violazioni dei diritti umani alle frontiere europee. A titolo d’esempio, già in un comunicato del 2021, il Centro esprimeva una ferma condanna verso le politiche attuate al confine tra Polonia e Bielorussia, denunciando le gravi violazioni subite da donne, uomini e bambini in cerca di asilo, aderendo a Mai con Frontex, un appello della campagna LasciateCientrare, che rimarcava come la costruzione di una “Fortezza Europa” rappresentasse non solo un fallimento etico, ma anche una frattura giuridica e politica rispetto ai fondamenti stessi dell’Unione: lo Stato di diritto, il rispetto della dignità umana, il diritto d’asilo.

L’attività di Migrare nella crisi dell’età dei diritti

Proprio nel solco della riflessione di Aldo Schiavello, direttore di Migrare, il Centro assume con coerenza il compito di difendere e rilanciare la cultura dei diritti in un tempo di crisi.

Il professore Schiavello, infatti, ha denunciato la progressiva perdita di forza normativa e simbolica del discorso sui diritti umani, spesso ridotto a retorica vuota o strumento di legittimazione politica, come hanno dimostrato, in un passato ancora vivo, i casi di Patrick Zaki e Giulio Regeni. Proprio in riferimento queste ultime vicende, Schiavello era intervenuto con un contributo pubblicato su Giustiziainsieme.it (Patrick George Zaki, l’Egitto e noi, 29 marzo 2021), per interrogarsi sulla crisi della cosiddetta “età dei diritti”, quel lungo periodo – inaugurato nel dopoguerra – in cui i diritti umani hanno rappresentato la promessa di un (possibile) progresso morale universale. A partire dalla denuncia delle gravi violazioni compiute dal regime egiziano, Schiavello evidenzia come la retorica dei diritti rischi oggi di svuotarsi, piegata a logiche di Realpolitik che tollerano torture, detenzioni arbitrarie o respingimenti disumani. L’indignazione pubblica e istituzionale non basta, se non si traduce in azioni coerenti. Di fronte a un linguaggio dei diritti sempre più usato in modo strumentale e disinvolto, la sfida potrebbe essere quella di riattivarne il nucleo etico e giuridico, ricordando che la storia dei diritti è fatta di tempi lunghi, ma che resta un segno, forse l’unico, di un possibile “progresso”.

In questo spirito, Migrare si pone come presidio di vigilanza critica e di azione concreta contro ogni forma di esclusione e disumanizzazione.

È possibile seguire Migrare anche sui canali social Instagram Facebook, oltre che attraverso https://www.unipa.it/centriinterdipartimentali/migrare.

Franz Ricolli

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