27 May, 2025 - 19:08

Nicola Stasi, come è morto il padre di Alberto e che lavoro faceva?

Nicola Stasi, come è morto il padre di Alberto e che lavoro faceva?

La storia di Nicola Stasi si intreccia indissolubilmente con uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi decenni in Italia: l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco e il coinvolgimento del figlio Alberto, unico indagato e poi condannato per il delitto. Nicola, padre di Alberto Stasi, è stato una figura centrale nel sostenere il figlio durante il lungo e tormentato iter giudiziario, ma il peso di questa vicenda ha segnato profondamente la sua vita, fino alla prematura scomparsa.

Nicola Stasi: malattia e causa della morte

Nicola Stasi è morto il 25 dicembre 2013, all’età di 57 anni, nel reparto di Ematologia del Policlinico San Matteo di Pavia, dove era ricoverato da alcune settimane. La causa della morte è stata una patologia fulminante, un crollo delle difese immunitarie che lo aveva colpito solo un mese prima del decesso. Secondo i racconti di chi lo conosceva, Nicola appariva già da tempo molto provato fisicamente e psicologicamente, dimagrito e tormentato dal peso degli eventi che avevano travolto la sua famiglia.

Alberto Stasi, in un’intervista successiva, ha dichiarato di essere convinto che la malattia che ha portato via il padre fosse strettamente legata allo stress e al dolore accumulati in quegli anni di processi e accuse: “Mio padre ha cominciato a morire il giorno in cui la Cassazione ha deciso di riaprire questo processo”. Anche i legali della famiglia hanno sottolineato come lo stress e la pressione psicologica abbiano potuto influire in modo determinante sul rapido peggioramento delle condizioni di salute di Nicola.

Nicola Stasi: origini e lavoro

Nicola Stasi era nato il 6 febbraio 1956 a Ruvo di Puglia, in una famiglia umile: il padre era camionista e aveva lavorato per anni anche in Africa. Da giovane, Nicola si trasferì a Milano con la madre e il fratello Luigi, iniziando così il suo percorso di riscatto sociale e professionale. Dopo aver diretto per un periodo l’Autoricambi Segrate, nel 1998 decise di trasferirsi a Garlasco, in provincia di Pavia, insieme alla moglie Elisabetta Ligabò e al figlio Alberto.

Qui aprì una rivendita di autoaccessori, attività che gestiva personalmente con il supporto della moglie. Nicola era dunque un imprenditore e meccanico, un uomo che aveva costruito il proprio benessere con il lavoro e la determinazione, incarnando il modello del “self-made man”.

Il ruolo nel processo e la difesa del figlio

La vita di Nicola Stasi cambiò radicalmente il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. Da allora, Nicola divenne il principale sostenitore di Alberto, difendendolo pubblicamente e privatamente con una convinzione incrollabile. La sua figura divenne familiare al pubblico italiano, spesso ritratto accanto al figlio nelle aule di tribunale, circondato da telecamere e cronisti. Era considerato il “padre-paladino”, colui che si era caricato sulle spalle tutto il peso del processo e delle accuse, senza mai vacillare nella convinzione dell’innocenza del figlio.

Nicola affrontò anni di battaglie legali, tensioni e sofferenze, sempre in prima linea, anche quando la Cassazione annullò le precedenti assoluzioni di Alberto e dispose un nuovo processo, evento che segnò particolarmente il suo stato d’animo e la sua salute. Le sue dichiarazioni pubbliche sono rimaste impresse per la forza e la rabbia con cui difendeva il figlio, ma anche per la stanchezza e la disperazione che trasparivano negli ultimi tempi.

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