E' uscita sulla rivista Journal of Criminal Psicology la recente ricerca condotta dal Dipartimento di Psicologia dell'Università di Milano-Bicocca, in collaborazione con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia. Ne parla Primaonline in un articolo in cui si legge che "il recupero e il reinserimento sociale del condannato a cui il sistema penale deve provvedere secondo l'articolo 27 della Costituzione italiana può diventare anche una chiave per il benessere psicologico del personale che lavora nelle carceri".
Lo studio ha coinvolto 1.080 agenti della Polizia penitenziaria italiana, analizzando il legame tra il clima carcerario e il benessere psicofisico degli operatori. Secondo la ricerca "un ambiente penitenziario orientato alla dignità, al supporto e al reinserimento sociale dei detenuti è associato a un più alto livello di soddisfazione lavorativa e a una significativa riduzione del rischio di burnout tra gli agenti, contribuendo a prevenire comportamenti abusanti".
I ricercatori mettono in guardia sul rischio che un clima empatico possa esporre gli operatori a stress psicologico e per questo motivo"lo studio sottolinea l'importanza di percorsi formativi mirati, in grado di fornire agli agenti strumenti per gestire in modo professionale la comunicazione con i detenuti, contenere il carico emotivo e prevenire situazioni di sovraccarico". Se la carcerazione deve servire per reinserire il detenuto nella società è importante che nei penitenziari ci sia personale preparato.