Elisabetta Ligabò è un nome che, per chi segue la cronaca italiana, è indissolubilmente legato al caso di Garlasco, uno dei delitti più discussi degli ultimi vent’anni. Madre di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, Ligabò è tornata recentemente sotto i riflettori in seguito alla riapertura delle indagini che stanno mettendo in discussione alcune delle certezze acquisite nel processo.
Elisabetta Ligabò è la madre di Alberto Stasi, unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Da allora, la sua figura è rimasta in secondo piano rispetto a quella del figlio, ma negli ultimi mesi, con la riapertura delle indagini e l’emergere di nuovi scenari investigativi, la sua voce è tornata a farsi sentire con forza.
Ligabò ha sempre mantenuto un profilo riservato, apparendo raramente in pubblico e concedendo poche interviste. Tuttavia, ogni sua dichiarazione è stata carica di dolore, determinazione e una ferma convinzione nell’innocenza del figlio. In tutte le sue uscite pubbliche, la madre di Stasi ha ribadito di non aver mai avuto alcun dubbio sulla totale estraneità di Alberto rispetto al delitto che gli è costato la libertà.
Il caso Garlasco ha segnato profondamente la vita di Elisabetta Ligabò. Dopo la morte del marito Nicola Stasi, avvenuta nel 2013, è rimasta l’unico punto di riferimento familiare per Alberto, che dal 2015 sta scontando la sua pena nel carcere di Bollate, oggi in regime di semilibertà. Ligabò si è fatta carico non solo del dolore personale, ma anche della battaglia pubblica e legale per sostenere la tesi dell’errore giudiziario.
Negli ultimi tempi, con la riapertura delle indagini e l’attenzione degli inquirenti su Andrea Sempio, ex amico della vittima e nuovo sospettato, Elisabetta Ligabò ha espresso tutta la sua amarezza per come sono state condotte le indagini originarie, che a suo dire avrebbero seguito “una sola direzione” senza considerare altre piste. In numerose interviste, ha definito “sconvolgente” e “uno schifo” ciò che sta emergendo oggi, sottolineando la sofferenza e la rabbia per una vicenda che, secondo lei, ha privato il figlio di anni di vita che nessuno potrà mai restituirgli.
Uno degli aspetti più delicati e umani del recente ritorno mediatico di Elisabetta Ligabò riguarda il suo desiderio di incontrare la madre di Chiara Poggi, Rita Preda. Nonostante i rapporti siano sempre stati molto freddi e segnati da una reciproca chiusura, Ligabò ha dichiarato pubblicamente che sarebbe pronta a un incontro, anche solo per parlarsi una volta, nella speranza di trovare almeno un punto di dialogo tra due madri accomunate da un dolore immenso.
Ligabò ha più volte ribadito di comprendere il dolore della famiglia Poggi, pur non riuscendo ad accettare l’ostilità e la chiusura nei suoi confronti. “Se una persona non ti vuole più incontrare, non la puoi obbligare”, ha dichiarato, sottolineando come il muro tra le due famiglie sia stato finora insormontabile, ma lasciando comunque aperta la porta a un possibile confronto futuro.
Sul piano professionale, le informazioni disponibili su Elisabetta Ligabò sono estremamente scarne. La donna ha sempre scelto di mantenere la massima riservatezza sulla propria vita privata e lavorativa. Nessuna delle recenti interviste o degli articoli di cronaca cita in modo esplicito la sua professione. Dalla ricostruzione dei fatti e dalle testimonianze raccolte, emerge il ritratto di una donna che, dopo la morte del marito, si è dedicata completamente al sostegno del figlio e alla gestione delle difficoltà familiari. Questa dedizione totale alla causa di Alberto Stasi è stata più volte sottolineata anche nelle sue dichiarazioni pubbliche.
Oggi Elisabetta Ligabò si trova nuovamente al centro dell’attenzione mediatica, mentre la giustizia italiana rivaluta elementi che potrebbero cambiare la storia del delitto di Garlasco. La sua battaglia continua, sospesa tra la speranza di una revisione della sentenza e la consapevolezza che nessun verdetto potrà mai restituire gli anni perduti a suo figlio e alla sua famiglia.
La sua storia è quella di una madre che non si è mai arresa, che ha scelto il silenzio e la dignità come armi, ma che oggi, di fronte a nuovi sviluppi, sente il bisogno di parlare e di chiedere, ancora una volta, giustizia per Alberto Stasi.